Reset: cosa ne sarà del Pdl?
Le ipotesi in campo, dice Osvaldo Napoli, sono quaranta. Un po’ troppe per poter dire già oggi cosa sarà del Pdl e del centrodestra di qui alle prossime elezioni nazionali.
[ad]Il caso Fiorito ha scalfito le capacità di resistenza del Pdl ancor più dei precedenti scandali, delle precedenti diatribe, degli ultimi sondaggi. Con la faida tra Batman e gli altri consiglieri del Pdl, “suoi avversari politici”, secondo la stessa ordinanza del Gip che ne ha ordinato l’arresto, l’intero Pdl pare aver capito che sia ormai arrivata l’ora di resettare e ripartire da zero.
Reset è anche lo slogan del progetto che pare oggi andare per la maggiore: sarebbe nelle intenzioni tanto di Alfano quanto di Berlusconi tagliare col passato (recente) ripartire dall’idea originaria del berlusconismo, un movimento simile alla Forza Italia degli albori, più liquido del Pd veltroniano, un cartel party da campagna elettorale permanente che riduca ai minimi termini le dispute interne.
L’evento che segnerà la fine ed il nuovo inizio del centrodestra berlusconiano potrebbe – riferisce Osvaldo Napoli – essere organizzato per il 2 dicembre, in presumibile concomitanza con il secondo turno delle primarie democratiche: in questo modo il Pdl potrebbe colmare anche un gap di visibilità mediatica che le primarie portano in dote a chi le organizza e vi partecipa.
Ma questa è solo la prima ipotesi, quella più accreditata: il Cavaliere non ha infatti ancora deciso quale ruolo avere, e quindi quale affidare ai suoi sodali.
Frattanto però, proprio a Roma, è il Sindaco Alemanno a dare l’ennesima stoccata al partito: non è ipotizzabile per il primo cittadino dell’Urbe la presenza di una lista del Pdl dopo quanto è successo, troppo il discredito per la vicenda Fiorito.
“Il Pdl va azzerato per avere un vero rinnovamento e senza quel rinnovamento, il centrodestra può scomporsi. Dobbiamo ricominciare da capo e non fare solo operazioni di lifting. O si fa sul serio o ognuno per conto proprio”. E sull’“ognuno per proprio conto”, Alemanno ci tiene a far sapere che la sua idea di partito del centro sud è ancora in piedi, e che anzi, lui stesso è in tour in varie piazze italiane per sondare gli umori degli elettori a riguardo.
L’idea di movimento del centro sud però non sarebbe per forza in antitesi con l’idea “liquidista” cui abbiamo accennato in precedenza: il nuovo progetto berlusconiano potrebbe anche vedere di buon grado la presenza di diversi soggetti – anche da affidare a esponenti della società civile – da federare sotto la sua ala protettiva.