In Sassonia-Anhaldt resiste la CDU

Pubblicato il 24 Marzo 2011 alle 00:33 Autore: Matteo Patané

Il risultato delle elezioni del 20 marzo in Sachsen-Anhalt, il secondo appuntamento del lungo anno elettorale tedesco, riconsegna il land nelle mani della CDU, ma, come spesso accade in politica, la continuità dell’esito finale arriva attraverso un mutamento abbastanza profondo degli equilibri interni della regione.

Sassonia-Anhaldt

Come evidenziato dalla tabella e dal relativo grafico, il centrodestra tedesco si accusa una perdita complessiva di voti che va oltre i 6,5 punti percentuale; anche se la CDU il partito a soffrire di più l’emorragia di consensi, le conseguenze più pesanti sono per i liberali della FDP, che scendono al di sotto della soglia del 5% ed escono dal Parlamento regionale.

[ad]Discorso opposto per il centrosinistra: alla sostanziale stabilità della SPD, che si riconferma terza forza del land, si affianca il grande successo dei Grünen, il partito ambientalista che volta oltre il 7% e riconquista dei seggi nel landtag dopo un lungo stop che durava ormai dal 1994. Difficile dire, vista la quasi concomitanza degli eventi e l’assenza di indagini demoscopiche mirate, se le vicende giapponesi abbiano influito o meno sull’ottima prestazione del partito. Dal canto suo la SPD, sicura della propria presenza al governo del land o con la Linke o con la CDU, non ha forzato la mano in campagna elettorale (kuschelwahlkampf) limitandosi a mantenere i propri consensi.

Analizzando le ali estreme dello scacchiere politico locale, invece, appare in primo luogo la riconferma della Linke come secondo partito, sia pure in lieve calo; determinanti in tal senso le polemiche relative al legame tra Linke e comunismo scoppiate negli ultimi momenti della campagna elettorale. Ancora più importante è però il risultato conseguito dalla formazione di estrema destra NPD. Il partito neonazista, creatosi dalla fusione di più gruppuscoli estremisti, è riuscito grazie ad una costosa campagna elettorale impregnata di antieuropeismo e xenofobia a raggiungere il 4,5%, un valore che, anche se non sufficiente a permettere l’accesso al Parlamento regionale, suona come un campanello d’allarme per il centrodestra conservatore e liberale, incapace evidentemente di raccogliere sotto il proprio cappello le frange più estreme ed insoddisfatte del proprio emiciclo elettorale.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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