Ucraina, il ruolo della religione nella società

Pubblicato il 26 Ottobre 2012 alle 14:44 Autore: Marco Residori
ucraina e religione

Le bussole sono sempre state fedeli compagne dei soggetti esposti alla navigazione in acque agitate. Esse, con pretesa precisione empirica, hanno sostenuto le rotte dei marinai coinvolti in epiche e travagliate traversate. Nei momenti di forte sconforto si facevano infatti unico appiglio evitante la tetra minaccia della morte. Il mare magnum chiamato società, attraversando i ripetuti maremoti di ordine politico, economico, sociale, al fine di rintracciare l’agognata retta via, si è sempre servito dei suddetti strumenti bramosamente offerti dai soggetti a ciò preposti: classe politica, istituzioni, intellettuali. Esistono però tsunami di portata epocale durante i quali anche le bussole vengono messe in discussione se il loro ago calamitato non si dimostra capace di tracciare una speranza sul campo magnetico restaurato.

[ad]Il roboante tsunami che ha condotto all’implosione dell’Unione Sovietica ha generato, all’interno delle strutture sociali e politiche di Paesi che in un niente si sono ritrovati a dover navigare in solitario, un effetto di totale perdizione. È così che è potuta incominciare la sfilata di chi, sfruttando il proprio appeal, ha cercato di diventare monopolista di indirizzi. Le bussole, griffate con brand occidentali e rivendicanti l’intercessione conducente all’auspicato collasso (leggi Usa e Ue), hanno provato ad indicare la rotta, lunga e ancor oggi incompiuta, illustrando una possibile direzione a popoli in quel momento alla deriva. Le bussole, griffate con brand ora post-sovietici (leggi Russia), hanno tentato di riconsegnare gli strumenti in uso sino a quel momento nel tentativo di presentare l’epocale cambiamento con un non-evento mai avvenuto. Le bussole, nobilmente griffate da slogan quali viva-la-libertà-a-morte-la-dittatura (leggi Intellettuali), felicitandosi dell’accaduto, hanno portato a prova di ciò che sino a quel momento avevano sostenuto la tangibilità di un cambiamento finalmente realizzatosi, invitando i proseliti a proseguire sulla strada oramai in discesa. Le bussole, griffate con brand ora nazionalisticamente in voga (leggi Nuova Classe Politica Ucraina), hanno infine incominciato a riportare in auge la tradizione e l’importanza della memoria nazionale per giustificare, in anticipo, l’illegalità delle azioni che di lì a poco avrebbero incominciato ad intraprendere. In questa entropica confusione di indirizzi, i naviganti alias il popolo dei paesi ora indipendenti, si è bramosamente riversato sul banchetto.

ucraina e religione

Dopo aver timorosamente assaggiato le differenti pietanze, e non avendone trovata ad oggi una sufficientemente appetibile, essi hanno volto il loro sguardo sotto l’imbandito tavolo su cui il banchetto era generosamente offerto. E cosa hanno scorto? Hanno scovato la bussola, sacralmente griffata da incensi e icone sacre, che l’oscurantismo sovietico aveva relegato ai margini del banchetto e che era ora bramosamente pronta a ritrovare le simpatie delle pecorelle smarrite. Esse infatti, stanche dei colpevoli ed interessati errori di rotta volutamente suggeriti dalla coralità delle bussole consultate, non sapevano più a chi votarsi e, vista la fortunosa coincidenza, quale santo migliore di chi ti permette, annaffiandola, di rinverdire una sin lì minacciata attitudine alla de-responsabilizzazione. La Chiesa, sia essa Patriarcato di Mosca o Patriarcato di Kiev o Chiesa greco-cattolica, gode infatti oggi del più alto livello di fiducia tra le istituzioni deputate agli indirizzi dei sottoposti.

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L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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