Le simulazioni del TP: Introduzione

Pubblicato il 25 Gennaio 2010 alle 03:28 Autore: Matteo Cavallaro

Le simulazioni del TP: Introduzione

 

Le simulazioni del TP: Introduzione

Cari lettori per queste regionali vogliamo condividere con voi un esperimento…

L’anno passato, quasi per gioco, iniziammo a simulare le Elezioni Europee partendo dai dati reali usciti dalla urne in Sardegna, Abruzzo e Trentino-Alto Adige. Si decise di non pubblicare quei risultati perchè ritenuti poco affidabili. Avremmo dovuto avere più coraggio però: le stime si rivelarono più precise di molti sondaggi. Questo pur usando dati precedenti ad eventi importanti come il terremoto in Abruzzo e lo scandalo D’Addario. Sul vecchio forum potete ritrovare una discussione con i calcoli in corso. Vi proponiamo quelli che sono stati i risultati finali, senza range:

euro

Abbiamo quindi deciso di riproporre lo stesso esperimento per le 13 regioni che andranno al voto a marzo.

In cosa consistono queste simulazioni? L’idea di base è molto semplice: se io so di quanto è variato il peso delle coalizioni tra il 2004 ed il 2009, posso ipotizzare quanti voti prenderanno nel 2010. Noi il primo dato lo sappiamo: abbiamo i risultati sia della tornata di amministrative che delle elezioni europee. Attraverso tutte le proporzioni del caso (per i più curiosi: 6 per ogni provincia) ricaviamo il possibile risultato per ogni lista. Fin qui il ragionamento è logico: noi partiamo da una certa situazione e abbiamo un certo trend fino a meno di un anno fa. Nell’ultimo anno ci saranno ovviamente variazioni al percorso, ma non saranno in grado di stravolgerlo. Come direbbe qualcuno: history matters.

Più difficile il calcolo sui governatori. Nella simulazione ho deciso di usare la stessa proporzione tra i voti al candidato e voti alla coalizione che si è registrata nel 2005. Ora, come potete intuire questo non sempre è vero ed in cinque anni alcuni governatori hanno sviluppato un forte appeal: penso a Nichi Vendola o a Mercedes Bresso. L’alternativa era usare dei valori arbitrari in base all’idea che avevo della “forza” del candidato, ma ho optato per una scelta meno “arbitraria”.

Questo per un motivo molto semplice: questo nostro lavoro è già molto arbitrario. È il suo grande tallone d’achille. Pensate a dover decidere dove mettere ogni singola lista, come calcolare le scissioni e le aggregazioni, quale peso dare ad ogni singolo passaggio (preferiamo i dati amministrativi o quelli delle europee? considerare i dati delle ultime politiche o no?) ed anche come calcolare il peso delle singole province (elettori? votanti? voti validi?). In tutti questi casi abbiamo lasciato da parte modelli e matematica ed ho seguito, come già feci l’anno passato, un po’ di istinto. A questo si aggiunge un ultimo problema: il modello ha funzionato con un certo tipo di elezione svoltasi su scala nazionale. Funzionerà anche con una elezione più centrata sulla figura del governatore che si terrà su una scala più locale?

Non vogliamo vendervi come scientifico un metodo che sicuramente non può essere definito così. È il secondo tentativo di un esperimento riuscito. La nostra speranza è che possa darci buoni risultati anche questo anno.

Oggi pomeriggio vi proporremo le simulazioni relative alla Puglia e alla Basilicata.

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