Sondaggio TP/Livesicilia: Musumeci e Crocetta allungano, cresce Grillo
Sondaggio TP/Livesicilia: Musumeci e Crocetta allungano, cresce Grillo
La campagna elettorale in Sicilia, entrata nella fase cruciale prima che la parola passi agli elettori, produce frutti moderatamente bipolari. Il beneficio è soprattutto per Rosario Crocetta, il candidato alla presidenza della Regione appoggiato da Partito Democratico e Unione di Centro. Il suo consenso sale al 27,7% contro il 32,9% di Nello Musumeci, che ha comunque racimolato un altro punto percentuale nell’ultima settimana.
[ad]I dati sono stati raccolti dal 4 al 10 ottobre, ed è quindi la fotografia delle intenzioni di voto a circa 3 settimane dal voto, con una campagna elettorale ancora da svilupparsi sul campo e che dipenderà da moltissimi fattori che potranno influire da qui alla data del voto.
La corsa di Crocetta presenta un lato vulnerabile al momento. L’Udc pur contando nell’isola un bacino di voti sopra la media nazionale nei sondaggi non andrebbe oltre il 7,6%. Una prestazione che in comparazione con la performance del 2008 sarebbe una battuta d’arresto. La scelta di appoggiare il centrosinistra sta causando un’emorragia di consensi. Circa un terzo degli elettori che nel 2008 aveva scelto i centristi, oggi defeziona.
Sul fronte del centrodestra Musumeci raggiunge l’apice del consenso nell’elettorato maschile e fa leva sulla lista civica collegata attestata sul 9,1%: l’analoga lista per Crocetta presidente mostra una capacità attrattiva molto più modesta: il 5,2%.
Questo premio ai due candidati più inseriti nel solco del bipolarismo ovviamente si traduce in un impoverimento per gli altri. A sentire l’accentramento del duello attorno a Musumeci e Crocetta sono soprattutto Gianfranco Miccichè e Gioavanna Marano. Il leader di Grande Sud può contare sull’affiliazione di Futuro e Libertà e del Movimento per le Autonomie in una sorta di disegno neocentrista con la benedizione del governatore dimissionario, Raffaele Lombardo. E proprio le disavventure politico-giudiziarie di quest’ultimo – costretto alle dimissioni in seguito al rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa – spiegano eloquentemente gli acciacchi del Movimento per le Autonomie. Sulla carta col 6,9% i lombardiani raccoglierebbero meno voti di Grande Sud, che tocca un rispettabile 8,4%.
L’altra vittima – inevitabile – del riposizionamento della campagna elettorale è Giovanna Marano, che ha preso il posto di Gianni Fava, come candidata di una coalizione di sinistra alternativa con Sel, Verdi, Federazione della Sinistra e Italia dei Valori. Viene indicata dal 7,9% del campione contro l’11,6% fatto registrare da Fava prima di essere messo fuori gioco dalle regole sulla candidatura alla presidenza della Regione. Proiettando il trend attuale e avendo ragioni buone per credere che la polarizzazione si acutizzerà nella marcia d’avvicinamento alle urne, si può immaginare un ulteriore ribasso delle quotazioni di Marano.
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