Il punto di Napolitano sulla nuova legge elettorale

Pubblicato il 12 Ottobre 2012 alle 18:39 Autore: Giuseppe Colasanto
giorgio napolitano e la legge elettorale

Esprime un generico consenso, il Presidente Napolitano per il superamento dello stallo, che si prorogava da mesi, sull’elaborazione di una nuova legge elettorale.

[ad]L’obiettivo di superare il Porcellum era stato infatti costantemente indicato dal Capo dello Stato come necessario per ridare credibilità alla classe politica, costantemente sotto tiro a causa dei numerosi scandali che l’hanno colpita in questi sette anni, a fronte di una crisi economica che di certo non migliora il sentimento popolare verso chi amministra la cosa pubblica.

 

In primis, quindi, bene che la nuova legge elettorale superi il sistema delle liste bloccate, che hanno portato ad un Parlamento di nominati – molti dei quali con scarsa o nulla aderenza al territorio in cui sono stati eletti.

Nella lettera che il Presidente della Repubblica invia alla seconda carica dello Stato, Renato Schifani, vi è però anche una critica velata nel merito della legge stessa. Come visto ieri e nella simulazione che il Termometro ha realizzato oggi, infatti, la nuova legge elettorale guarda ad interessi di parte, e pare fatta appositamente per non consentire la formazione di una maggioranza stabile e coesa nei due rami del Parlamento, e soprattutto di non farla uscire direttamente dal voto.

giorgio napolitano e la legge elettorale

Napolitano, invece esprime l’augurio che le nuove regole “consentano” da un lato di rendere determinante il voto degli elettori per la composizione del Parlamento, e dall’altro di evitare vincoli ed incentivi atti a costituire maggioranze troppo vaste per essere coese e per assicurare al Paese una costante governabilità.

Una legge quindi, diversa da quella votata ieri in Commissione Affari Istituzionali del Senato: non è esplicito se l’augurio del Presidente sia quello di abolire il premio alla coalizione (“evitare vincoli ed incentivi”), rafforzando così i presupposti di un nuovo governo di unità nazionale, per traghettare l’Italia all’uscita della spirale della crisi, o piuttosto quello di rafforzarne i meccanismi, in modo da evitare la necessità di grandi ammucchiate pre-elettorali, utili a conseguire almeno il 40 – 45% dei consensi (rendendo così determinante il voto degli elettori).

Di più esplicito c’è l’invito alle parti affinché cambino la legge in modo che anche il Pd e l’Idv la possano votare, dandole quella credibilità che il Porcellum non ha mai potuto avere.