Rassegna stampa TP: Napolitano tra preferenze e intercettazioni.

Oggi i maggiori quotidiani nazionali si occupano dell’appello del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ai partiti. Tema delle dichiarazioni: il varo della nuova legge elettorale. Il presidente della Repubblica ha prima promosso con favore “l’avvenuta adozione di un testo base sulla legge elettorale” e poi consigliato la politica di “evitare il ricorso a incentivi e vincoli tali da indurre a coalizioni incapaci di governare il Paese”. Un appunto rivolto soprattutto a quel premio di coalizione (contenuto all’interno del testo Malan) che in passato è stata la disgrazia dei governi di centrodestra e centrosinistra. Secondo il Corrierei partiti sono preoccupati per i paletti del Quirinale”. Quirinale che “teme le incognite del testo” (premio e preferenze).  Stefano Folli sul Sole 24 Ore commenta “al di là del Porcellum resta il problema di una maggioranza coerente” mentre per Repubblica il problema sono “le preferenze”. Per La Stampa quella che uscirà dalle urne, se si andasse a votare con questo testo, sarà “una versione aggiornata della prima Repubblica”. Libero invece vede nelle parole di Napolitano “uno sbarramento a Bersani sulla via di Palazzo Chigi”.

 

[ad]Non c’è sono la legge elettorale a preoccupare il presidente della Repubblica ma anche i pm di Palermo in conflitto con il Colle davanti alla Consulta a causa delle intercettazioni seguite alla presunta trattativa stato – mafia. La memoria dei pm palermitani sostiene che al Capo dello Stato non spetta “un’immunità assoluta”, quella, assicurano i pm, “vale solo per i re”. Inoltre è stato reso noto che le intercettazioni sono 4 per 18 minuti complessivi come scrive il Fatto Quotidiano. Sul Messaggero, l’ex presidente della Camera, Luciano Violante dichiara: “alcuni giudici sono diventati oggetto e strumento di campagna politica”. Per Marco Travaglio la memoria dei pm dimostra “l’insensatezza del Quirinale nel chiedere la distruzione delle intercettazioni”.

 

Altre notizie. Ha avuto grande risalto sui quotidiani la notizia del conferimento del Nobel della pace all’Unione Europea. Un premio che ha inorgoglito le capitali europee. Si tratta di un riconoscimento per i sessant’anni di progresso e il successo ottenuto nello “sforzo per la pace e la riconciliazione, per la democrazia ed i diritti umani”. Se per il Corriere siamo “inconsapevoli di un’eredità” per Libero invece il Nobel è stato conferito a “chi ci fa la guerra”, riferendosi alle misure d’austerity varate negli ultimi mesi. L’Unità e il Manifesto invece rilanciano in prima pagina la manifestazione di protesta della scuola avvenuta ieri. “Scuola e ricerca gridano aiuto” perché “manca un progetto” scrive il quotidiano diretto da Claudio Sardo. Repubblica apre con un’intervista al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia: “Formigoni deve dimettersi. Milano si ribelli” è l’invito del primo cittadino. Il Giornale invece chiede “al governo di pagare i debiti o condannerà a morte migliaia di imprese”.