Regionali 2010: Marche
A queste sfide, la coalizione di centrosinistra non ha finora saputo opporre una risposta in grado di far “sognare” la Regione: il Partito Democratico di “Lenin” Ucchielli, apparentemente monolitico a livello regionale, si trova avvinghiato in una serie di scontri interni al calor bianco. Tra i tanti campanelli di allarme, anche l’affermazione amministrativa leghista e la riconferma del sindaco Aguzzi a Fano, operaio ed ex responsabile organizzativo del PCI ora alla guida di una alleanza civica di centrodestra nella rossissima provincia di Pesaro.
Neanche gli alleati del PD offrono un panorama migliore, a partire dall’Italia dei Valori, forte di un ottimo risultato alle amministrative e alle europee ma guidata da esponenti provienienti da Forza Italia e dall’UDEUR: anche il partito di Di Pietro è coinvolto negli scontri col e nel PD, mentre sulle forze di sinistra pende l’ipoteca Rossi.
A destra, il PDL sembra in crescita, ma le maggiori sorprese si attendono dalla Lega Nord, che potrebbe capitalizzare sulla crisi del modello sociale marchigiano e la voglia crescente di rinnovamento frustrato. In questo senso, se la candidatura Martinelli non ha molte possibilità in più rispetto a quella di Francesco Massi, polverizzato da Spacca nel 2005: tuttavia, la candidatura del vice sindaco di Civitanova, influente polo culturale e turistico del Sud della regione, sembra ispirata a una logica “strategica”, quella di consolidare il tenue ma importante vantaggio ottenuto dal PDL nella zona Sud della regione, mentre i più popolosi centri abitati dell’interno industriale e della costa vengono assaliti dalla Lega Nord con la sua retorica populista. In questo senso, l’orientamento del voto “di protesta” a queste elezioni ci dirà molto sul futuro politico di questa Regione: se il PDL si consoliderà a Sud e la Lega “accerchierà” elettoralmente Ancona, il PD farà bene a ricordare la lezione di Mao su città e campagne.
di Manfredi Mangano