Dal Blog: Per quelli che “L’Argentina non ha pagato il debito e vive felice”
Gira tra le leggende metropolitane quella che descrive un’Argentina che, dopo non aver pagato il debito, è felice. La realtà, purtroppo, è ben diversa:
Nonostante l’ottimismo diffuso dall’Indec (l’istituto nazionale di statistica, il cui operato è controllato e talvolta corretto dal governo) il peso argentino è una moneta molto volatile, con un’inflazione reale stimata dagli economisti tra il 20% e il 30% annuo. L’aumento costante dei prezzi dei beni, inclusi quelli di prima necessità come gli alimentari, ha colpito duramente le famiglie.[…]se ti restano dei peso in mano sai che il prossimo mese potrai comprare molto meno[…]E a questo problema si aggiunge quello della criminalità che negli ultimi due anni è cresciuta innescando una diffusa inquietudine tra i cittadini: secondo l’ultimo report dell’osservatorio sulla sicurezza dell’Organizzazione degli Stati americani (Oas), in Argentina ci sono 973 rapine ogni 100 mila abitanti in un anno, più che in Brasile o in Colombia, rispetto a una media del continente di 456 ogni 100 mila abitanti.Nelle città sono cresciuti gli assalti sui mezzi pubblici e la circolazione di armi è preoccupante. In più, i numerosi casi di corruzione tra le forze dell’ordine non aiutano a ristabilire la fiducia dei cittadini.[…]Perfino con la nazionalizzazione della compagnia petrolifera statale Ypf il governo ha finito per tirarsi la zappa sui piedi. Sventolando la bandiera del nazionalismo e dell’uso esclusivo delle sue risorse lo Stato si è ritrovato alla guida di un’azienda,Ypf appunto, che non è in grado di finanziare; e per farlo ha dovuto attingere ai fondi pensione.[…]non dimentichiamo che l’Argentina è indebitata fino al collo con il Venezuela
Non pagare il debito significa distruggere la propria moneta e, di conseguenza, i risparmi di tutti.
Per ogni problema esiste una soluzione semplice che, però, non funziona.
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