A Bettola Bersani volta le spalle al futuro, cosa non va della sua campagna
Con questo deve sapersi misurare Bersani. E il progresso tecnico nel suo microcosmo politico non è costituito tanto dal vituperato liberismo. Ammettiamo pure che in casa comunicatori 2.0 ci sia una tendenza fuorviante a spostarsi troppo spesso su issues di centrodestra, tale da far sorgere un’ostilità ideologica per certi versi legittima in chi sta a sinistra.
[ad]Cominciamo, quindi, dal dire che Bersani, può avere consensi da vendere nel chiedere equità, redistribuzione della ricchezza antecedente alla sua generazione e il ritorno ad un senso di solidarietà.
Il vero lato vulnerabile è il racconto del futuro, un assente piuttosto scomodo per l’immagine di partenza di un leader. Del resto, il suo partito non gli dà granché una mano in fatto di creatività. Ad esempio, è improbabile immaginare vincente l’idea di alcuni suoi supporter toscani di spostarsi nel corso della campagna per le primarie su una Fiat Panda rossa– costruita in età pre-Marchionne – per rispondere al camper di Renzi.
Di fronte a questo appare una logica conseguenza il risultato confezionato oggi: uno “weak speech” spazzato via sul piano della notizia da una non notizia, la decisione definitiva di Walter Veltroni di non ricandidarsi in Parlamento. Se il segretario del Pd vuole davvero dare segno di quello che aggiusta e non rottama le cose, forse la comunicazione e nello specifico il “futuro” è la prima cosa da portare nell’officina piacentina per ripararla al più presto.