Regionali 2010: Piemonte
Una delle sfide più incerte delle prossime elezioni regionali è quella del Piemonte, dove si affronteranno Mercedes Bresso e Roberto Cota.
Cota è un candidato pesante per visibilità mediatica e per la capacità di mobilitare l’elettorato leghista soprattutto nel Piemonte orientale, dove schiererà come capolista il sindaco di Novara Massimo Giordano. Non è così facile prevedere la reazione dell’altro terreno di coltura del Carroccio in Piemonte: il cuneese. Qui la Lega ha sfiorato il 25% alle Europee e ha portato alla vittoria al primo turno Gianna Gancia come presidente della provincia. Che Cota finisca col prevalere nella «Granda» è fuori discussione, ma le dimensioni della sua affermazione potrebbero essere limitate dalla scarsa attrattiva esercitata da un candidato che una parte dell’elettorato potrebbe vedere troppo poco piemontese, espressione di un territorio contiguo alla Lombardia.
Sarà comunque determinante il risultato nella provincia di Torino, che conta circa metà della popolazione (e dei voti) della regione. Cinque anni fa la Bresso riuscì a distanziare l’avversario Ghigo di oltre 15 punti nel Torinese, vincendo anche nell’Alessandrino per un paio di punti. Se l’attuale governatrice prevalse complessivamente di 93 mila voti, la provincia del capoluogo gliene diede ben 195 mila di margine.
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Un altro fattore potenzialmente decisivo sarà quello del voto disgiunto, o del voto ai soli presidenti. Nel 2005 il saldo a favore della Bresso fu di quasi settanta mila preferenze, ma non è chiaro se il fenomeno si ripeterà – soprattutto nelle province di Novara e Vercelli dove la candidata sfilò 6 mila voti di consenso personale: ma il contendente di allora non proveniva dall’Est Piemonte. D’altronde, il giudizio prevalente tra i piemontesi promuove l’operato della Bresso (il tasso di approvazione per Ipr è intorno al 53%, superiore al consenso ottenuto il giorno dell’elezione).