Regionali 2010: Emilia Romagna
Ai blocchi di partenza per la carica di Presidente della Regione Emilia Romagna dovrebbero essere tre i candidati maggiori, salvo sorprese dell’ultim’ora.
Parte nettamente favorito il governatore uscente Vasco Errani. Dopo undici anni di incarico e ben due elezioni dirette vinte con percentuali superiori al 55%, il democratico romagnolo, attuale Presidente della Conferenza delle Regioni, nel novembre scorso è stato ricandidato dal Pd regionale, derogando allo Statuto che vieterebbe un terzo mandato per cariche monocratiche di governo, nonostante l’opposizione – poi rientrata – delle mozioni di Franceschini e Marino.
[ad]Errani si fregia dei risultati del suo oramai ultradecennale governo, puntando sull’esportazione del modello Emilia al di fuori dei confini regionali, per proporlo come alternativa di governo nazionale.
Laddove il fragile governo Prodi era fallito, la Giunta capitanata da Errani, che vede rappresentati tutti i partiti della vecchia Unione, è riuscita a poche settimane dalla chiusura della legislatura ad approvare i cosiddetti “Di.Co. all’emiliana”, che equiparano le coppie di fatto alle famiglie di diritto nell’accesso ai servizi del welfare. Niente di strano che la Curia bolognese guidata dal Cardinale Carlo Caffarra, tra i papabili per il dopo Ratzinger, abbia prontamente levato gli scudi. Più clamore, invece, ha suscitato il voto contrario di due consiglieri cattolici del Pd che hanno bollato la norma voluta dai loro compagni di partito come frutto dell’ideologia.
Maggiori problemi nel fronte del centrosinistra sono sorti con le dimissioni del sindaco di Bologna, Flavio Delbono, che fino all’anno scorso era il vice di Errani in viale Aldo Moro. Il governatore è stato tirato in ballo nello scandalo, poiché i reati contestati a Delbono risalgono all’epoca del suo incarico in Regione e il teorema del “non poteva non sapere” l’ha sfiorato. Tuttavia, il governatore saggiamente ha preso le distanze dal suo ex braccio destro, dicendosi pronto a costituirsi parte civile se le indagini si concluderanno con un rinvio a giudizio.
Già nell’estate scorsa Errani era stato preso di mira dal Giornale della famiglia Berlusconi che raccontava di presunti favori concessi al fratello Giovanni, senza che la sua immagine di amministratore di successo, seppure poco carismatico, venisse danneggiata.
Il Popolo della Libertà ha scelto invece il nome di Anna Maria Bernini come competitor di Errani, dopo che Giancarlo Mazzuca si è ritirato dalla corsa. Quest’ultimo, dopo le dimissioni di Delbono, nell’arco di una notte era stato dirottato dalla sfida per la Regione a quella per il Comune, quando sembrava che il governo fosse disponibile ad approvare un decreto per accorpare il voto per il sindaco assieme alle regionali.
Bernini, attualmente parlamentare alla sua prima legislatura, viene annoverata tra i seguaci del Presidente della Camera ed è membro della fondazione Farefuturo. Benchè sia stata fino a qualche settimana fa più nota come legale di Nicoletta Mantovani, vedova Pavarotti ed ex Assessore alla Cultura della giunta di Delbono, fa parte del poker rosa di immagine che Berlusconi schiera nelle tre regioni rosse, seppur con poche chances di vittoria.
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