Bersani e Renzi. Sono loro due a fare l’andatura nelle primarie del centrosinistra. L’ultimo sondaggio Ipsos testimonia un rafforzamento delle posizioni dei due candidati espressione del Partito Democratico. Col segretario che ha un motivo in più per sorridere, in quanto rispetto a due settimane fa la rimonta del suo competitor sembra essersi arrestata. Acquisendo anzi un ulteriore punto, porta a 3 i punti di vantaggio sul sindaco di Firenze. Di conseguenza il segretario del Pd è al 37%, mentre il rottamatore è al 34%.
Nichi Vendola, invece, una volta spesa la risonanza dell’inizio della campagna a Ercolano sembra essere sparito da qualche giorno dall’agenda del centrosinistra. Dopo gli attacchi al “liberismo” di Renzi il leader di Sel stenta adesso a trovare un argomento che possa spiazzare l’attuale contesa sul rinnovamento, tutta interna al Pd.
L’annuncio da parte dell’ex vicepremier Walter Veltroni di lasciare a fine legislatura il seggio alla Camera dei Deputati è il primo frutto di questa campagna, sulla quale gli elettori hanno idee molto chiare.
Per il 35% il prossimo politico a dover essere rottamato è l’ex capo del governo, Silvio Berlusconi seguito col 20% di indicazioni da un altro leader con passato da primo ministro, il piddino Massimo D’Alema. A rischio anche il segretario del Pd Bersani, il 10% degli interpellati chiede la sua non ricandidatura.
[ad]In casa centrodestra, Pagnoncelli dopo aver testato la settimana scorsa una vittoria secca del segretario del Pdl Alfano in caso di primarie contro Berlusconi ha introdotto altri papabili. Il risultato è che dopo Angelino Alfano (29%) in vetta alle preferenze c’è l’attuale presidente del consiglio, Mario Monti (24%). Deludenti i gradimenti espressi per Casini e Montezemolo. Raccolgono a testa il 10% di intenzioni di voto, in caso di primarie, dagli elettori moderati. Berlusconi li sopravanza col 17%.