11 film presidenziali
Gli americani, si sa, sono molto patriottici e considerano il loro presidente un simbolo di unità, lo identificano col loro amato paese e con il sogno americano di libertà, opportunità e ricchezza. A giudicare da come viene visto il presidente al cinema sembrerebbe non essere proprio così. Tra presidenti corrotti, vili, fedifraghi, opportunisti … Abbiamo scelto 11 +2 film che dimostrano che in America il cinema è spesso migliore dei presidenti.
Tutti gli uomini del presidente (All the President’s Men)
di A. J. Pakula, USA, 1976. Con Dustin Hoffman, Robert Redford, Jack Warden, Martin Balsam, Hal Holbrook
“Chi cazzo sono Woodward e Bernstein?”
Lo chiede un giornalista star al suo alter ego del Washington Post quando lo scandalo inizia a montare e il Post sostiene che crede veramente nell’inchiesta, nonostante sia affidata a due assoluti carneadi alle prime armi (che diventeranno a loro volta due star). La quale inchiesta (su una effrazione per mettere delle cimici al Watergate Palace, sede del Partito Democratico) porterà a nientemeno che le dimissioni – occhio, non all’impeachment – del neoeletto Richard Nixon, l’uomo che in vita sua “ha fatto tante di quelle cagate da fertilizzarci il Sinai” (citazione da un altro film). Gran ritmo, ottimo interplay tra Dustin Hoffman e Robert Redford, che si consacrano definitivamente. Insomma, cinema robusto, divertimento assicurato, Nixon che si leva dai coglioni. Cosa si può chiedere di meglio?
Da guardare dopo avere messo delle cimici nella sede del PD per farsi quattro risate
1997 Fuga da New York (Escape from New York)
di John Carpenter, USA, 1981. Con Kurt Russell, Lee Van Cleef, Donald Pleasence, Isaac Hayes, Ernest Borgnine.Jamie Lee Curtis
“Ho un affare per te. Ti sarà perdonata ogni azione criminale che hai commesso negli Stati Uniti. C’è stato un incidente: circa un’ora fa un piccolo jet è precipitato nel centro di New York, c’era a bordo il Presidente.”
“Presidente di che?”
In un futuro che si svolge 15 anni fa il mondo è sconvolto dalla guerra mondiale. Gli Stati Uniti sono infestati da bande di criminali e [ad]sono governati da inetti guidati da un presidente egoista e codardo. New York è diventata una città prigione e vi sono rinchiusi i peggiori criminali del paese. Dalla città non si può uscire. Il guaio è che ci casca dentro proprio l’aereo del presidente mentre si recava a un incontro che avrebbe riportato, forse, la pace. L’unico uomo in grado di entrare nell’inferno della New York del 1997 e recuperare il presidente è un reduce della guerra dallo spirito anarchico chiamato Jena (Snake in originale) Pleeskin. Questo è solo l’incipit di un film straordinario che ha fatto epoca con la sua rappresentazione di una società distopica e con la visione di una New York distrutta, incendiata ed infestata da criminali tanto assurdi quanto violenti. Quello che dovrebbe essere il capo dei buoni, il presidente, è un ometto meschino e senza qualità che non suscita un briciolo di pietà nemmeno quando lo si vede sotto tortura.
Questo capolavoro di John Carpenter è una delle cose degli anni Ottanta che ha lasciato di più il segno. Insieme al presidente Ronald Reagan.
Da vedere dopo aver rinchiuso quei delinquenti dei vostri figli in camera loro.
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