Regionali 2010: Tutti i numeri
Anche in Lombardia si segnala una forte crescita della Lega in termini percentuali (+3,5%), nonostante perda oltre 100.000 voti assoluti in un anno, anche se il PdL rimane il primo partito regionale. A sinistra si segnala il lieve recupero del PD (sempre in termini relativi), la tenuta dell’IdV e l’ulteriore calo delle forze di sinistra (la Federazione della Sinistra inoltre correva da sola candidando Agnoletto). L’Udc risente certamente del carattere maggioritario di queste elezioni, scendendo dal 5% delle Europee al 3,84%.
VENETO
In Veneto il calo relativo dell’affluenza è tra i più bassi (-8,53%), e ciò rende anche meno forte il calo del voto ai partiti: -17% sul 2009.
La Lega raggiunge l’obiettivo di diventare il primo partito in Veneto, impresa mancata di un soffio alle Europee 2009, e trainata dal “suo” candidato presidente Luca Zaia aumenta persino il dato assoluto di oltre 20.000 voti. Ciò giova al centrodestra che supera il 60% a livello di liste anche senza i centristi (anche qui corsi in solitaria e in calo) e condanna il centrosinistra a scendere persino sotto il 30%, nonostante una certa tenuta del PD.
LIGURIA
Calo molto contenuto, del 12,19%, per il voto alle liste; il calo dell’affluenza è stato invece solo del 6,28%, forse anche in virtù del fatto di essere percepita prima del voto come regione dall’esito incerto.
La Liguria riconferma il presidente uscente Claudio Burlando (PD), superando il 52% come liste anche grazie all’appoggio dell’Udc (che però scende dotto il 4% dal 5% del 2009). Il buon risultato delle liste di centrosinistra premia anche Sinistra Ecologia Libertà e la Federazione della Sinistra, evidenziando la riuscita, almeno in questa regione, di un’alleanza larga dall’Udc ai comunisti. Il centrodestra cresce, ma non abbastanza.
EMILIA ROMAGNA
Nella più settentrionale delle “regioni rosse” il calo dell’affluenza raggiunge l’11,38%. Ne risente anche il voto ai partiti, che cala del 16,4%.
[ad]In Emilia Romagna si fa consistente la crescita della Lega, che aumenta i propri voti anche in termini assoluti (+9.000) oltre che percentuali, raggiungendo un considerevole 13,67%. Sostanzialmente si confermano i rapporti di forza usciti dalle Europee dello scorso anno; tuttavia le liste di centrosinistra non arrivano al 52%, record negativo per una regione storicamente di sinistra come questa. Una possibile motivazione può essere certamente lo scandalo Delbono scoppiato a Bologna diversi mesi fa, nonché le contestazioni al governatore Errani, riconfermato per il terzo mandato consecutivo, considerato irregolare da alcuni; elementi che hanno certamente favorito l’affermazione notevole della lista del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che ha raggiunto il 6%, mentre al candidato Favia sono andati addirittura il 7% dei consensi.
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