Regionali 2010: Tutti i numeri

Pubblicato il 2 Aprile 2010 alle 18:15 Autore: Salvatore Borghese
elezioni regionali - Termometro Politico

[ad]Italia dei Valori: Nonostante il calo di poco meno dello 0,9%, i dipietristi hanno di che essere molto soddisfatti per i risultati di queste elezioni regionali; storicamente infatti il partito di Antonio Di Pietro ha sempre sofferto alle elezioni amministrative, sofferenza da molti attribuita allo scarso valore degli esponenti locali del partito. Inoltre l’incognita del Movimento 5 Stelle, che si è presentato in 5 regioni e ha pure ottenuto un buon risultato (1,77%) poteva risultare una concorrenza pericolosa per il più “grillino” dei soggetti politici “istituzionali”, tanto più dopo l’eco negativa seguita alla decisione di appoggiare De Luca e il PD in Campania. Con queste elezioni regionali viene meno quella dicotomia tra Idv “nazionale” e IdV “locale” che l’anno scorso, in occasione del doppio voto Europee-Provinciali aveva visto il primo attestarsi sull’8% e il secondo arrancare intorno al 2-3%.

Radicali: Il risultato dei radicali è estremaente negativo. Il dato aggregato dello 0,55% trae in inganno, poiché non si sono presentati in molte regioni; ma anche dove si sono presentati non hanno mai raggiunto l’1% dei consensi, tranne nel Lazio, dove pure non sono andati oltre il 3,3% (perdendo 7.000 voti) pur candidando la leader Emma Bonino alla presidenza della Regione con il centrosinistra. La lezione che se ne può trarre è che i Radicali sono tendenzialmente visti di buon occhio quando si tratta di elezioni di carattere nazionale o, ancor di più, europeo; ma soffrono, e anche tanto, nelle elezioni amministrative, poiché non sono visti come un partito di amministratori locali.

Regionali 2010: Tutti i numeri

Sinistra Ecologia Libertà: Il movimento che ha in Vendola il suo indiscusso leader fondatore e ispiratore, consegue un buon risultato, vincendo la sfida a sinistra del PD con la Federazione della Sinistra; il dato però è viziato dal boom (9,74%) conseguito in Puglia, dove Vendola ha spopolato “contro tutto e contro tutti”. In generale SEL, che ricordiamo ha visto uscire formalmente dalla federazione giganti come i Verdi e il Partito Socialista dopo le Europee, consegue un discreto risultato soprattutto al Sud, mentre al Centro-Nord è messa regoralmente in minoranza dalla Federazione dell’accoppiata Ferrero/Diliberto.

Federazione della Sinistra: La federazione che riunisce Rifondazione comunista, Comunisti Italiani e altri movimenti non riesce a decollare; perde quasi 300.000 voti, che per un partito del 3% significa moltissimo. Complessivamente paga alcune scelte suicide (come la candidatura del segretario piemontese di Rifondazione, Paolo “QP” Ferrero, in Campania) e la concorrenza di PD, IDV, SEL e persino del Movimento 5 Stelle, tutti soggetti tutto sommato tonici. Geograficamente si conferma però nelle sue roccaforti nelle regioni rosse (Umbria e Toscana su tutte) e sembra andare decisamente meglio al Nord che al Sud.

Altri: Non può mancare una menzione particolare al Movimento 5 Stelle, ispirato dal comico e blogger Beppe Grillo, e che si è presentato in sole 5 regioni (Piemonte, Lombardia,Veneto, Emilia Romagna, Campania) e ha ottenuto un risultato più che dignitoso: l’1,77% sul totale dei voti nelle 13 regioni nasconde infatti l’ottimo risultato conseguito in Piemonte (oltre il 3%) e soprattutto in Emilia Romagna, dove ottiene il 6% come lista e il 7% al giovane candidato Giuseppe Favia; considerando solo le 5 regioni in cui il Movimento era presente, la percentuale ottenuta è del 2,94%. Interessante notare anche la relazione tra l’apertura di Nichi Vendola a molti dei temi cari al M5S (acqua pubblica, no al nucleare, attenzione al Wi-Fi) e il successo della sua campagna elettorale.

 

Salvatore Borghese

L'autore: Salvatore Borghese