Analisi del voto regionale sulla base del voto ai candidati presidenti: centrodestra o centrosinistra?
Qualche giorno fa abbiamo pubblicato i risultati delle elezioni Regionali del 27 e 28 marzo con riferimento ai voti di lista. [ad]Questo parametro però può risultare incompleto ai fini di una valutazione complessiva del risultato: infatti, alle Regionali è anche possibile, e questo si è verificato in parte anche stavolta, esprimere un voto valido barrando unicamente il nome del candidato presidente, senza cioè esprimere la preferenza per una lista/un partito in particolare. Tutti i voti validi per essere tali devono infatti essere assegnati ad uno dei candidati presidenti. E il fatto che alla coalizione del candidato presidente che conquista anche un solo voto in più venga assegnato un premio di maggioranza in consiglio regionale, rende il carattere delle elezioni regionali di tipo “maggioritario” (un po’ come le elezioni politiche nazionali dal 2006 in poi).
Per avere dunque una visione complessiva del risultato di queste elezioni, è necessario riepilogare, regione per regione e infine su base nazionale, il dato relativo al voto ai candidati presidenti; solo alla fine si potrà quindi stabilire chi sia risultato vincitore, in termini di voti assoluti.
PIEMONTE
Vince Roberto Cota (Lega Nord/centrodestra) con il 47,32%, contro il 46,9% di Mercedes Bresso (PD/centrosinistra); meno di 10.000 voti, il distacco più ridotto tra le tredici sfide di questa tornata elettorale. Terzo Davide Bono (Movimento 5 Stelle) con il 4,08%.
LOMBARDIA
Vittoria facile per Roberto Formigoni (PDL/centrodestra) che con il 56,11% sconfigge l’ex presidente della provincia di Milano, Filippo Penati (PD/centrosinistra) che si ferma al 33,27%. Savino Pezzotta (UDC) prende invece il 4,68%.
VENETO
Il ministro Luca Zaia (Lega Nord/centrodestra) sbaraglia letteralmente la concorrenza con il 60,15%, mentre la candidatura di Bortolussi (PD/centrosinistra) si rivela decisamente poco competitiva. Buon risultato di Antonio De Poli (UDC) che fa il 6,38%.
LIGURIA
In Liguria si riconferma il presidente uscente Claudio Burlando (PD/centrosinistra) che con il 52,14% si impone sull’unico sfidante, lo stesso di 5 anni fa, Sergio Biasotti (PDL/centrodestra) a cui va il 47,85%.
EMILIA ROMAGNA
Vasco Errani (PD/centrosinistra) si riconferma facilmente per il terzo mandato consecutivo con il 52,06%, percentuale persino bassa per un governatore uscente di centrosinistra in Emilia Romagna; Anna Maria Bernini (PDL/centrodestra) non va oltre il 36,72%, ma il risultato più sorprendente è forse quello di Giovanni Favia (Movimento 5 Stelle) che ottiene ben il 7% dei consensi.
TOSCANA
Vittoria di Enrico Rossi (PD/centrosinistra) che sfiora il 60% (59,7) e lascia a distanza considerevole Monica Faenzi (PDL/centrodestra), mentre il candidato dell’UDC Flavio Bosi raccoglie il 4,6%.
UMBRIA
Anche in Umbria vittoria con ampio margine per un’esponente di centrosinistra: Catiuscia Marini (PD) porta a casa il 57,24% delle preferenze, a fronte del 37,7% di Fiammetta Modena (PDL/centrodestra). L’ex senatrice “teodem” del PD, Paola Binetti (UDC) si ferma invece al 5%.
MARCHE
Vittoria netta di Gianmario Spacca (PD/centrosinistra) su Erminio Marinelli (PDL/centrodestra), 53,1% contro 39,7%, nonostante la corsa solitaria di Massimo Rossi per la Sinistra (7,1%).
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LAZIO
Come per l’Umbria, sfida tutta al femminile anche nel Lazio, dove Renata Polverini (indipendente PDL/centrodestra) vince con il 51,14% su Emma Bonino (Radicali/centrosinistra) che non fa meglio del 48,32%. L’outsider Marzia Marzoli raccoglie solo lo 0,53%.
CAMPANIA
Tutto facile per Stefano Caldoro (PDL/centrodestra) che, nonostante il forte voto disgiunto a favore dell’avversario, vince col 54,25% lasciando a Vincenzo De Luca (PD/centrosinistra) il 43%. Terzo il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero con l’1,56%.
PUGLIA
Nichi Vendola (SEL/centrosinistra) si conferma governatore in una delle sfide più incerte, conquistando il 48,69%, sufficiente a battere Rocco Palese (PDL/centrodestra) a cui va il 42,25%, mentre Adriana Poli Bortone (Io Sud), sostenuta dall’UDC, conquista l’8,71%.
BASILICATA
Si riconferma anche Vito De Filippo (PD/centrosinistra) con un margine quasi imbarazzante: 60,8% dei voti per lui, che non ha problemi a battere così Nicola Pagliuca (PDL/centrodestra), fermo al 27,92%, mentre Magdi Cristiano Allam (indipendente) conquista l’8,72%.
CALABRIA
Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti (PDL/centrodestra) con il 57,76% strappa la regione ad Agazio Loiero (PD/centrosinistra) a cui va il 32,22%. Terzo l’industriale Pippo Callipo (indipendente) sostenuto da IDV e Radicali, con il 10,02%.
RIEPILOGO NAZIONALE – 13 REGIONI
Veniamo dunque al riepilogo nazionale: i candidati governatori di centrodestra hanno conseguito circa 12 milioni e 200 mila voti, pari al 49,04%, contro i quasi 10 milioni 900 mila raccolti dai candidati governatori di centrosinistra, ossia il 43,8%. La differenza tra i due schieramenti è quindi del 5,2% circa. I candidati sostenuti dall’UDC, che si sono presentati da soli in 6 regioni su 13, hanno raccolto complessivamente il 3,11% dei voti; ma considerando solo le regioni in cui si sono presentati, la loro percentuale media è stata del 5,52%. Analogo discorso per i candidati del Movimento 5 Stelle, che a fronte di un risultato complessivo del 2,07% hanno ottenuto, nelle 5 regioni in cui si sono presentati, un risultato medio del 4,13%.
[ad]Come abbiamo visto, tra i due poli principali ci sono circa 5 punti di differenza. Ma il risultato di questa osservazione è da prendere con le proverbiali molle, dal momento che gli schieramenti in appoggio all’uno o all’altro candidato risultavano variabili. In particolare il centrosinistra in alcune regioni ha corso divisa, con la sinistra o i Radicali (o entrambi) che proponevano un candidato differente, “disperdendo” i voti attribuibili al centrosinistra; lo stesso discorso, seppur con le dovute cautele, si potrebbe fare per la situazione calabrese, unica realtà in cui l’IDV ha scelto di non appoggiare il PD candidando Callipo, sostenuto anche dai Radicali. D’altra parte il centrodestra si è sempre presentato unito, con il patto di ferro PDL-Lega in vigore ovunque a nord di Roma, e con il solo caso pugliese in cui si è potuto parlare di “divisione del fronte” di centrodestra, anche se la candidatura della Poli Bortone, sostenuta dall’UDC, è stata a tutti gli effetti una candidatura centrista.
Se dunque sommiamo ai voti del centrosinistra i 208.329 voti presi dai candidati della sinistra in Lombardia, Marche e Campania, otteniamo un aumento di quasi un punto e arriviamo al 44,64%; aggiungendo anche il candidato dei Radicali in Toscana, De Virgiliis, e il già citato Callipo in Calabria, arriviamo al 45,12%. E ci ritroviamo con quegli stessi 4 punti di distacco, decimale più decimale meno, che c’erano alle Europee 2009 tra centrodestra (PDL, Lega, Destra/Mpa) e centrosinistra (PD, IDV, SeL, Comunisti, Radicali) nelle 13 regioni che abbiamo considerato.
Salvatore Borghese