Sono stati recentemente pubblicati sul sito dell’AGCom i dati relativi al pluralismo politico e istituzionale in televisione riferiti al mese di settembre 2012.
[ad]L’analisi dei numeri che emergono dal rapporto evidenzia forse per la prima volta tutti i limiti di uno studio meramente quantitativo, mostrando come l’aspetto qualitativo sia altrettanto importante – se non addirittura di più – ai fini di comprendere veramente gli andamenti della presenza mediatica delle forze politiche e tradurre questi dati in un’analisi della società attuale.
Con 321 ore di informazione, il mese di settembre si pone di gran lunga come il periodo più coperto mediaticamente sul fronte politico, e non è difficile vedere negli scandali scoppiati in Lazio e in Lombardia, nelle elezioni siciliane e nelle primarie del centrosinistra (in questo ordine) i motivi di una simile attenzione dei telegiornali. Ed è proprio ricordando il peso delle vicende romane e milanesi negli spazi di informazione che bisogna affrontare l’analisi numerica di un dato altrimenti del tutto incomprensibile.
Dati AGCom settembre 2012 |
Osservando i dati grezzi, infatti, sembra di essere ritornati al periodo della caduta del Governo Berlusconi, quando, in virtù del duplice effetto dell’allontanamento del Cavaliere dal Governo ma della contemporanea persistena di elementi filoberlusconiani nelle principali testate si era assistito ad un massiccio spostamento del tempo politico dalle istituzioni al centrodestra, ed al PdL in particolare.
Il partito di Alfano, infatti, supera la soglia del 28% del tempo complessivo, un valore di quasi il 10% maggiore del precedente record del 2012 e di gran lunga il più alto tra tutti gli enti misurati nel mese di settembre. Il valore assume proporzioni ancora più significative se lo si prende in termini assoluti: 91 ore di informazione dedicate al PdL. È tuttavia significativo come, a differenza del periodo immediatamente successivo alla salita al potere di Monti, il tempo dedicato alla formazione berlusconiana sia legato non alla sua azione politica, ma agli scandali a catena scoppiati in Lazio e Lombardia, che stanno portando le due regioni ad una conclusione anticipata della legislatura. L’occhio delle telecamere, anziché spostarsi su questo partito e trovare le sue proposte politiche in vista dell’imminente campagna elettorale, mostra in maniera impietosa come tutto ciò che vi sia da offrire all’opinione pubblica siano tangenti, scandali ed episodi di corruzione.
A risentire dell’elevatissimo valore del PdL sono in principal modo le istituzioni, tanto il Presidente del Consiglio (-4%) quanto soprattutto il Governo (-16%), in parte oscurati dall’attenzione rivolta al PdL e in parte trascurati dal sopirsi dell’emergenza finanziaria legata all’annuncio della BCE dei primi del mese.
Spostando l’attenzione sugli altri partiti, emerge il valore piuttosto alto del PD e di SEL, legato all’attenzione mediatica che ha iniziato a circondare le primarie, e dell’IdV, a causa dello strappo consumato con i suoi alleati storici di centrosinistra.
Dati AGCom settembre 2012 aggregati per Istituzioni – Maggioranza – Opposizione |
Dati AGCom 2012 aggregati per Istituzioni – Maggioranza – Opposizione |
Raggruppando i dati nel trittico Istituzioni – Maggioranza – Opposizione, l’effetto PdL si evidenzia con il sorpasso, per la prima volta, delle forze di maggioranza su quelle istituzionali e con la riduzione delle forze di opposizione ai minimi da febbraio.
Non è difficile in questo scenario riconoscere una struttura simile a quanto emerso nel mese di aprile con la Lega Nord.
Le istituzioni trovano maggiore spazio su TG1, TG2 e TGCOM, mentre l’opposizione è maggiormente rappresentata su TG4, Studio Aperto e MTVFlash.
A dare maggior risalto alla maggioranza sono invece RepTV30, Studio Aperto e TG3: in due casi su tre si tratta di canali storicamente vicini al centrosinistra, fattore che non fa che comprovare l’accezione negativa dell’ampio spazio fornito al PdL nel mese di settembre.
Dati AGCom settembre 2012 aggregati per area politico-culturale |
Dati AGCom 2012 aggregati per area politico-culturale |
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[ad]Passando all‘analisi per area politica, emerge un altro fattore di non trascurabile importante: come era lecito attendersi, il centrodestra è dominante in questo tipo di analisi, ai massimi del 2012, e ruba in maniera più o meno uniforme da tutte le altre parti politiche, con una sola eccezione: la voce “altro”; in questa voce è tuttavia conteggiato il MoVimento 5 Stelle, che quindi sembra essere l’unica area politica che riesce a rafforzarsi in termini di presenza televisiva in questo frangente.
Seppure inaspettato, il fatto ha forti motivazioni nell’aura anti-casta che avvolge la formazione grillina, e quindi una sua sovraesposizione mediatica in un mese dominato da episodi di corruzione e malcostume appare in effetti scontato. Vi sono tuttavia aspetti rilevanti in questo fenomeno anche in chiave elettorale: è ormai assodato il flusso di voti che dal centrodestra si dirige verso il MoVimento 5 Stelle, ma proprio perché la televisione è uno dei motori elettorali più potenti non è da escludere che proprio questa presenza televisiva dei grillini possa essere una delle concause di un simile travaso di voti.
A livello di spaccato per singoli telegiornali, è rilevante osservare come il centrodestra abbia avuto massimo risalto su RepTV30, Studio Aperto e Rainews24: come nel caso dell’analisi precedente, si tratta ancora di due telegiornali storicamente schierati per il centrosinistra.
La destra leghista ha avuto i suoi migliori risultati su TG1 e TG2, così come il centro moderato; il centrosinistra ha i suoi centri in Rainews e MTVFlash mentre il MoVimento 5 Stelle ha impazzato su Studio Aperto e TGCOM.
Dati AGCom 2012 aggregati per mese |
Sicuramente, i dati di settembre si pongono in una anomalia, rispetto alla normale suddivisione del tempo politico, simile a quella dello scandalo leghista dei primi mesi dell’anno; gli strascichi, tuttavia, saranno sicuramente più prolungati nel tempo e diventerà pertanto interessante seguirne l’evoluzione in rapporto agli altri grandi temi dei mesi che seguiranno: le primarie del centrosinistra e la legge di stabilità.