Nichi il Caymano, oppure (un debole) Vendola
[ad]La sua campagna elettorale ha anche uno slogan ad effetto – virale, si direbbe nel mondo del marketing politico: “oppure Vendola”. Ci si può attaccare una qualsiasi delle storture del nostro Paese (ed infatti i suoi supporter lo fanno), ed il risultato è garantito. Ma è il personaggio in sé, a non rendere più. Guardiamo i sondaggi: Vendola è attualmente terzo per gran parte degli istituti, sta recuperando, certo, e forse arriverà anche al ballottaggio, ma è ben lontano da una soglia per così dire accettabile di consensi per uno con un cursus honorum come il suo. D’altronde, come aveva argutamente notato Carlandrea Poli sul Termometro Politico, il governatore è sembrato da subito abdicare al ruolo di sfidante preferendo giocare come “avversario ma non troppo” del segretario del Pd.
Ora ha un asso nella manica, la polemica sui rapporti con la finanza che coinvolge i due principali competitor del Pd: Bersani attacca, si diceva, ma Renzi lo sfida e potrebbe citare i rapporti del partito con Unipol ed Mps (che non sono la stessa cosa, ma tant’è, per imbastire una polemica mediatica basterebbe anche meno). Vendola invece può dire – ed infatti lo sta facendo – che a cena con lui, il mondo della finanza non ci andrebbe. Su questi punti è molto più netto rispetto al Pd, il suo messaggio, fatta la tara al suo celebre eloquio, arriverebbe molto più chiaro agli elettori del centrosinistra.
Sta ancora una volta a Nichi Vendola decidere se vuole cominciare a competere sul serio, o se considera la sua stagione di popolarità conclusa.