[ad]Dopo un lunghissimo spoglio, si sono concluse le elezioni regionali in Sardegna, che hanno portato alla presidenza l’azzurro Ugo Cappellacci, il quale ha battuto l’uscente Soru di ben 9 punti, mentre il divario tra le coalizioni ha superato i 18 punti a favore del centrodestra. Un risultato inatteso. Sebbene il centrodestra fosse favorito, almeno a livello di liste, nessun sondaggista, nemmeno tra quelli vicino al Cavaliere, aveva immaginato una vittoria così schiacciante: tutti prevedevano una sfida all’ultimo voto, che non c’è stata.
Berlusconi, come dichiarato a urne chiuse, ci ha messo la faccia in queste elezioni, tanto che nel simbolo del candidato presidente era chiara la dicitura ” Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente”, sebbene il candidato fosse Cappellacci. Numerosissime sono state le apparizioni di Berlusconi durante la campagna elettorale, molto spesso mettendo in secondo piano il vero “competitor”; secondo alcuni analisti è stata una mossa sbagliata, l’indipendente e orgoglioso popolo sardo giela farà pagare, ha detto qualcuno, evidentemente sbagliando.
Un’elezione locale si è trasformata in un autentico terremoto nazionale, sopratutto nel PD, portando Veltroni all’angolo, il quale resosi conto di una sconfitta enorme e assolutamente inaspettata (molti credevano nella vittoria in Sardegna di Soru che avrebbe rilanciato il PD), ha compiuto quello che qualsiasi segretario europeo avrebbe fatto: dimmettersi.
Come Termometro Politico il nostro compito è soprattutto commentare dati elettorali e i relativi flussi, quindi ecco un interessante griglia per raffrontare i risultati.
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Raffrontando i dati tra elezioni regionali (2009/04) si nota come sia notevolmente cresciuta la coalizione di cdx, a fronte di una caduta notevole del csx e dei partiti non coalizzati; Il Pdl (nel 2004 era FI+AN) cresce notevolmente, pur perdendo 12 punti rispetto alle scorse politiche, come lo stesso PD, ma è una dinamica tipica dei grandi partiti perdere punti rispetto alle liste civiche nelle elezioni amministrative. Ma il vero boom l’ha avuto l’UDC che andando coalizzato col cdx ha quasi raddoppiato il risultato delle politiche, segno che il suo elettorato apprezza maggiormente essere alleato con Berlusconi che correre da solo. Il crollo su tutti i fronti è stato del PD che non solo perde quasi 12 punti rispetto alle politiche – dinamica simile è toccata al Pdl – ma anche 8 punti rispetto alle scorse regionali, dato così forte che ha spinto alle dimissioni il segretario del partito.
Sembra passata un eternità dal 11-2 delle regionali 2005, quando il cdx manteneva a stento 2 regioni e Berlusconi sembrava avviato verso il viale del tramonto. In questi anni il panorama politico nazionale è assai cambiato, inizia a cambiare anche quello regionale e locale, tradizionalmente terreno del csx e dei suoi alleati, oggi terra di conquista del cdx.
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