Ucraina al voto, il partito di Yanukovich favorito
Tra i restanti aspiranti l’investitura parlamentare, il Partito Comunista Ucraino, grazie ad un rassicurante 10%, potrà agilmente arginare la soglia di sbarramento del 5%. Gli altri due contendenti, Svoboda, espressione del nazionalismo più estremo, e Ucraina Avanti!, forte della candidatura dell’altra faccia-da-copertina dello sport ucraino Andriy Shevchenko, sembra debbano accontentarsi delle briciole elettorali. Il primo, particolarmente radicato nelle regioni dell’Ovest, non dovrebbe superare il 4% dei consensi. Il secondo potrebbe addirittura fare peggio, fermandosi al 3%.
[ad]Nonostante il 70% della popolazione ucraina dichiari la propria sfiducia nelle parlamentari come motore incentivante il cambiamento, sembra evitato il pericolo astensionista. I dati riportano un’affluenza alle urne che dovrebbe oscillare tra il 68 e il 73%, scongiurando così i timori dei candidati rispetto al partito dell’anti-politica. Prevalgono, infatti, nelle intenzioni di partecipazione elettorale, coloro che, nonostante i moniti di condanna alla rapacità della classe politica, percepiscono il voto come un dovere civico (45,2%), garantendo così un’affluenza ai seggi cozzante con il messaggio di sfiducia lanciato alla politica.
Il test più importante, in termini di credibilità internazionale e conseguente futuro avvicinamento all’Unione Europea, si giocherà infine sulla correttezza del procedimento elettorale. Diversi i messaggi che, in questi giorni, le autorità politico-istituzionali hanno lanciato sull’impegno intrapreso per garantire un adeguato svolgimento della consultazione. Non così convinti sembrano però essere i cittadini, i quali nel 37% dei casi si dicono dubitanti sull’assenza di brogli e nel 24% dei casi si dicono addirittura sicuri questi avverranno.
L’unica certezza che possa darsi ad oggi acquisita, anzi rinvigorita dalla scelta dei leader di presentare con toni apocalittici la contesa e i suoi esiti, è il carattere gattopardesco della politica ucraina. Occorre che (fintamente) cambi tutto perché non cambi niente.