Una prima analisi del voto europeo
[ad]- la tenuta complessiva dei rapporti di forza tra centrodestra e centrosinistra: nel 2008 c’era un margine di 45,7% a 41,6% contando Pdl e Lega da una parte e PD, IDV, Sinistra arcobaleno e PS dall’altra. Un divario di circa 1,5 milioni di voti, oggi ridotto, se guardiamo al distacco tra Pdl e Lega da una parte e PD, IDV, PRC-PDCI, SL e lista Bonino dall’altro, a meno di 750 mila.
– il buon dato della lista Bonino, che ha verosimilmente beneficiato dell’esposizione mediatica nelle ultime settimane di campagna elettorale e dell’autonomia rispetto al PD nelle cui liste era invece confluita l’anno scorso: e il 2,4% nazionale non rende giustizia dei risultati molto migliori ottenuti nelle grandi città: se prendiamo le quattro metropoli italiane (Roma, Milano, Napoli e Torino) i radicali si attestano nel complesso al 4,2%.
Molti sono ancora i profili di interesse di queste elezioni europee. A breve pubblicheremo analisi dettagliate basate sui nostri sondaggi pre-elettorali e sugli instant poll, che avevano sottostimato l’effetto dell’affluenza al Sud ma che hanno dimostrato, pur richiedendo risorse largamente inferiori, di essere validi come, se non per certi versi di più, delle tradizionali inchieste CATI. Ma questa è un’altra storia: ed è giusto che la raccontiamo in uno spazio a sé.