Elezioni siciliane, un’analisi del voto
[ad]Il vero sconfitto della tornata elettorale è il PdL, che scende dal 48% dei tempi d’oro ad un misero 12% e perde la presidenza dell’isola. La débacle del partito di Alfano – che da agrigentino giocava persino in casa – è totale e assoluta, e non è nemmeno possibile per il centrodestra puntare il dito contro la scissione di Micciché, se si pensa che furono proprio i vertidi del PdL locale a scatenare tale profonda divisione nel centrodestra. La sconfitta è, nell’entità, senza appello.
Il candidato del MoVimento 5 Stelle, Cancelleri, infine, ottiene un dignitoso terzo posto, dietro a Crocetta e Musumeci ma davanti a Micciché, dimostrando come questa formazione abbia ormai raggiunto un livello di consenso tale da permetterle di gareggiare alla pari con i partiti maggiori. Inoltre è da osservare come il voto disgiunto abbia abbondantemente premiato il candidato a 5 Stelle rispetto alla sua stessa formazione, segno che ormai la formazione grillina è vista non solo come movimento di protesta o di controllo, ma come reale alternativa di governo. Un segnale decisamente importante anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Risultati dei principali partiti alle elezioni regionali 2012 dettaglio per provincia |
Il MoVimento 5 Stelle diventa primo partito dell’isola, con poco meno del 15%, staccando il PD fermo al 13,5% e il PdL fermo a pochi decimali dal 13%. Il risultato ha sicuramente una portata rilevante guardando alla percentuale ottenuta (si stima che un 15% in Sicilia possa facilmente tramutarsi in un 20% nazionale), ma confrontare partiti che seguono differenti strategie di coalizione è quantomeno azzardato: il MoVimento 5 Stelle, come noto, corre da solo a non si appoggia a liste civiche di alcun tipo, mentre gli altri candidati maggiori avevano una pluralità di liste a loro sostegno, tra cui diverse liste civiche quando non personali, liste che naturalmente non apparirebbero alle elezioni politiche.
Leggendo quindi meramente i dati dei partiti il M5S è il primo partito siciliano, ma già conteggiando i voti della lista civica per Crocetta dividendoli tra PD e UdC renderebbe i democratici prima formazione… stilare una classifica, in tali condizioni di voto, è un esercizio di stile che ciascuna formazione potrà applicare per portare acqua al proprio mulino, senza alcun reale riscontro.
Cartogramma dei risultati di M5S, PD, PdL e UdC alle elezioni regionali 2012 – dettaglio per provincia |
Un ultimo spunto di analisi, infine, può arrivare dalla ripartizione geografica dei voti. Come emerge dal cartogramma, vi sono alcune importanti correlazioni tra i risultati dei principali partiti, che evidenziano quali siano i bacini elettorali ad oggi contrapposti.
Catania e Agrigento si confermano la provincia più a destra, e infatti sia PdL sia UdC qui raggiungono le loro prestazioni migliori. Il MoVimento 5 Stelle ottiene i suoi risultati più eclatanti a Trapani e Ragusa, mentre il PD fa il pieno di voti a Messina ed Enna.
Al tempo stesso proprio Messina e Agrigento sono le province dove il M5S fa peggio, mentre il PdL stenta a Caltanissetta e Siracusa e l’UdC a Enna e Ragusa; il PD, infine, ottiene i suoi peggiori risultati a Catania e Agrigento.
Come si vede dalle numerose province ripetute, si delinano vere e proprie sfere di influenza che delineano tutto sommato uno scenario di relativa stabilità. Appare significativo soprattutto come PdL e UdC abbiano più o meno la stessa distribuzione geografica del voto, fattore che evidenzia quanto le due forze fossero fino a poco tempo fa apparentate e la somiglianza che tuttora pervade i due elettorati.
È rilevante anche l’exploit del PD a Messina, dove supera il M5S diventando primo partito, senza che quei valori siano nemmeno lontanamente avvicinati nelle altre province, nemmeno quelle storicamente più di sinistra come Enna e Caltanissetta.
Alla frammentazione politica corrisponde una vera e propria frammentazione geografica, e la strada di governo appare per Crocetta quantomai impervia e irta di ostacoli. Con una sola certezza: con risultati come questi, con tre/quattro poli che ormai si equivalgono, il bipolarismo è ormai morto, e nulla potrà più essere come negli ultimi venti anni.