Georgia, tra euforie post-elettorali e nuovi interessi governativi

Pubblicato il 3 Novembre 2012 alle 12:28 Autore: Marco Residori
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Se la complessità della politica fosse riassumibile nel semplificato schematismo sportivo, le fazioni degli osservatori potrebbero limitarsi a gioire enfaticamente per le glorie dei vincitori elettorali e a recriminare impudicamente i torti degli sconfitti. Poiché così non è, e la Georgia ne è un esempio, la contagiante euforia per la sconfitta elettorale di Mikhail Saakhashvili, trascorse le prime settimane, necessita una approfondita radiografia dell’osannato leader della nuova maggioranza governativa, Bidzina Ivanishvili, e dei membri del suo Gabinetto. I facili entusiasmi, scaturiti a seguito della vittoria del partito “Sogno Georgiano” e osannanti il ritorno sulla democratica retta via del Paese, sembrano infatti non accorgersi del monumentale conflitto di interessi che il nuovo Premier si appresta a traghettare in Parlamento.

 

[ad]Se è vero che, come tende a sottolineare la maggior parte degli osservatori internazionali, la necessaria ripartenza del Paese debba fondarsi su un rilancio dell’economia capace di creare un benessere diffuso in strati crescenti della popolazione, particolare attenzione necessiterebbero gli asset personali a cui Ivanishvili assicurerà rappresentanza parlamentare. Ricostruendo la trentennale carriera del businessman georgiano emerge infatti l’eterogeneità geografico-economica del suo portafoglio personale. Nonostante nel corso della campagna elettorale egli si sia affrettato a vendere parte del suo patrimonio in Russia, al fine di zittire le malelingue descriventelo molto più vicino a Mosca che a Tbilisi, i suoi investimenti sotto l’ombra del Cremlino mostrano tuttavia, ancora oggi, il seguente profilo: una partecipazione dell’1%, pari a 1,5 bln di dollari, in Gazprom (una delle partecipazioni minoritarie più ampie detenute da un azionista individuale), la proprietà della holding agro-industriale “Stoylenskaya Niva” (la terza più grande produttrice di grano e pane russa, con un rete di retailer ampiamente diffusa), la “Interfin financial service company”, svariate imprese nel mercato del real estate che includono, tra gli altri, milionari progetti quali i lussuosi hotel InterContinental Moscow e Luxe Hotel (in una delle principali strade della capitale), la costruzione del più esteso complesso residenziale di Mosca (Sadovye Kvartaly) e l’onerosissimo progetto Dom-Pionier a Sochi, sul Mar Nero.

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Inoltre, la sua fortuna economica, ed oggi politica, deve quasi tutto alla banca di investimento Rossiyskiy Kredit Bank, di cui fu fondatore nel lontano 1990 insieme all’amico Vitali Malkin, annoverante una sospetta vicinanza a figure di spicco della mafia russa e del Cremlino. La costola georgiana nata, nel 1996, dalla casa-madre russa è la Rossiyskiy Credit Cartu JSC, diventata nel 1998 Cartu Bank, e, trovantesi oggi, ad essere ufficiosa interprete del ruolo di HR manager nel reclutamento dei suoi collaboratori di Governo. Infatti sia il nuovo Ministro degli Interni, Irakli Gharibashvili, che il nuovo Ministro dell’Economia, Gergia Kvirikashvili, sono stati Direttori della suddetta banca che oggi vanta, come Direttore Generale, Nodar Javakhishvili,  ex-Presidente della National Bank of Georgia e fedelissimo di Ivanishvili. L’attuale Ministro dell’Economia dichiara inoltre come incarico precedente la nuova nomina governativa la posizione di Senior Consultant presso la Lenzie Fisher Hendry LLC, impresa costituita e registrata undici anni fa in North Carolina ma avente sede a Tbilisi. Il suo sito descrive la mission di impresa così “ITeM focuses on information, communication, and education activities on an international level, particularly focusing on development and environment-related activities. It describes itself as a civil society organization, working for civil society, which encourages citizen involvement in global decision-making processes”. Le stranezze, suggerite dalla duplice ubicazione giudiziaria e operativa della banca, si moltiplicano esplorando il sito web (http://www.lfg.ws.com.ge/). Per essere una azienda internazionale,  adoperante quindi internet sia come casa-base che come biglietto da visita, risulta infatti sconcertante la presenza, ad undici anni dalla costituzione, di una molteplicità di pagine incomplete, duplicate e non funzionanti. Molto sospetto risulta inoltre che, il 90% dei progetti, appaltategli interamente da Usaid e World Bank, siano misteriosamente iniziati il 10/2010 e terminati ben undici anni prima, ossia l’11/1999. Se il buonsenso e la logica inducono bonariamente a pensare ad una svista nella compilazione dei dati, diversamente induce a riflettere l’univoca data, 8/2012, in cui le sommarie descrizioni dei progetti seguiti sono state inserite nel sito. Si distanziano infatti di ben due anni dal termine dei progetti e di ben tredici dalla loro assegnazione, suggerendo così l’ipotesi di un urgente richiamo a giustificare le ingenti commesse incassate ed evidenziando contemporaneamente la precedenza dell’assegnazione dei progetti (1999) rispetto alla costituzione della compagnia (2000).

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L'autore: Marco Residori

Marco Residori, studente presso il corso di laurea "Mass media e Politica" della facoltà di Scienze politiche "Roberto Ruffilli" (unibo), nato nel 1988 e cresciuto a Milano. Aree di interesse/ricerca: sociologia dei consumi culturali e comunicativi, zone di frontiera tra ue-nuova europa (nuove russie e balcani) attualmente vive in Ukraina. Il suo blog personale è "Crossbordering"
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