Le conseguenze delle presidenziali sul destino della Corte Suprema
La Corte Roberts (dal nome del Chief Justice) è attualmente composta da cinque giudici conservatori e quattro progressisti. E’, nei fatti, una corte profondamente divisa.
[ad]Antonin Scalia, ideologo conservatore, venne nominato alla corte dal presidente RonaldReagan e anche gli altri quattro giudici appartenenti alla maggioranza conservatrice hanno in comune l’essere stati nominati da presidenti di estrazione repubblicana. Antony Kennedy da Reagan, Clarence Thomas da George Bush Senior, Samuel Alito e il Chief Justice John Roberts da George Bush Junior. Non fa eccezione l’ala progressista dove l’ideologo Stephen Breyer e la giudice Ruth Bader Ginsburg vennero nominate da Bill Clinton, mentre Sonia Sotomayor, prima donna ispanica a far parte del consesso e Elena Kagan sono nomine recenti di Barack Obama.
In una corte così divisa è inevitabile chiedersi chi effettuerà la prossima nomina. Molti giudici sono difatti “veterani” che potrebbero considerare di ritirarsi (nonostante la loro nomina sia “a vita”), ma difficilmente lo farebbero se il presidente eletto non fosse uno del loro partito dato che una nomina a loro “ostile” cambierebbe gli equilibri della corte per decenni a venire.
In caso di vittoria di Barack Obama sarebbe probabile un ritiro da parte della giudice Ginsburg che, oltre ad essere il membro più anziano della corte avendo appena compiuto 79 anni, è anche ammalata di cancro e potrebbe considerare un ritiro anche il 74enne Stephen Breyer. Dovesse invece vincere Romney si potrebbe invece intravedere un ritiro dei 76enni Scalia e Kennedy o addirittura del giovane (64 anni) Clarence Thomas, unico membro afroamericano della corte, che non sembra gradire più di tanto il suo incarico (è l’unico membro della corte che da quando è stato nominato nel 1991, non ha mai parlato durante le udienze, limitandosi solo a votare “along the party lines” – come vuole il partito).
Ma cosa succederebbe nel caso in cui un giudice dovesse ritirarsi per malattia o dovesse venire a mancare quando un presidente dell’opposto partito è in carica?
Garantita sarebbe una “feroce” battaglia al Senato (dove i democratici manterranno probabilmente la maggioranza) per evitare nomine troppo “estremiste”. Lo stesso giudice Clarence Thomas venne confermato alla corte in un risicatissimo voto per 52 a 48 dopo che venne accusato da una sua ex segretaria di molestie sessuali ma la battaglia “principe” degli ultimi decenni è sicuramente quella che portò alla bocciatura del giudice nominato da Ronald Reagan nel 1987 in sostituzione del moderato Lewis Powell: Robert Bork, il maggiore ideologo della ideologia “originalista” della giustizia e esponente politico di estrema destra.
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