Da Nord a Sud, analisi del voto amministrativo
[ad]Nel centrosinistra l’emorragia di voti riguarda soprattutto le forze della sinistra radicale. Divisi e scissi, i due poli (quello comunista di Ferrero-Diliberto e quello rosso-verde di Vendola) perdono insieme più di un milione di voti. Pur riuscendo ad andare meglio rispetto alle Europee, in particolare le forze guidate da Vendola (grazie però soprattutto alle liste del Partito Socialista di Nencini), entrambe le forze vedono e di molto ridotto il loro peso elettorale ed amministrativo. In particolare i comunisti, pur perdendo meno voti dei loro cugini, si vedono fuori da quasi la metà delle amministrazioni provinciali in cui si è votato.
Anche per il Partito Democratico il calo è pesante. Non più prima forza d’Italia a causa del sorpasso del PDL, perde più di cinque punti confermando il calo delle Europee. Questo flusso in uscita è solo parzialmente recuperato dalla crescita del movimento di Di Pietro che si attesta sotto al risultato delle Europee, mentre stabili appaiono le liste locali del centrosinistra.
L’UDC dimostra invece una invidiabile stabilità, aumentando impercettibilmente il suo bagaglio di voti assoluti nonostante il lieve calo di questi a livello nazionale.
IL NORD-OVEST: LA DEBACLE DELLA SINISTRA RADICALE
Il Nord Ovest presenta dinamiche simili a quelle nazionali, fatta eccezione per il PD e per le liste alla sua sinistra. Rispetto alle preoccupazioni espresse, tra gli altri, da Civati e Andrea Mollica, è bene precisare che il PD nel Nord Ovest tiene più che nel resto del Paese, complice anche il fatto che era già debole in queste zone nel 2004. Se perde terreno, nel computo delle amministrazioni, è soprattutto perché la Lega, stavolta, va con il PDL. E cresce. Quanto alle liste di sinistra, invece, calano più che nel resto d’Italia, confermando la debolezza già mostrata alle concomitanti elezioni Europee.
Nel centrodestra è interessante il calo del peso delle liste civiche, contrariamente a quanto visto a livello nazionale. Questo si può spiegare con la presenza della Lega Nord, in grado di presentarsi già lei come forza “civica” e “locale”.
IL NORD-EST: LA LEGA SFONDA IN EMILIA-ROMAGNA
Nelle ultime amministrative il Nord Est è andato al voto soprattutto nelle sue zone più “rosse”. L’Emilia-Romagna, la provincia di Venezia. Posti da sempre considerati se non roccaforti, di certo zone in cui giocare “in casa”. Grazie a questo il PD fu primo partito nel 2004 e rimane ancora oggi primo partito. Il suo principale avversario, il PDL, soffre e cala perdendo voti a favore della Lega.
Proprio la Lega è la vera vincitrice del giro amministrativo nella zona “rossa” del Nord Est. Con un aumento del 168% ed un guadagno di più di 11 punti percentuali riesce ad ottenere risultati simili a quelli del Nord-Ovest (in cui, lo ricordiamo, vi sono le vallate piemontesi e lombarde!). Praticamente inconsistenti le liste civiche, spesso nemmeno presentate. A livello di coalizione è da notare come il centrodestra abbia effettuato il sorpasso rispetto al 2004 passando da -15% a +1%. Anche l’Udc può cantare vittoria, riuscendo ad aumentare i propri voti.
IL CENTRO: L’ULTIMO BASTIONE DEL CENTROSINISTRA
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