Da Nord a Sud, analisi del voto amministrativo
[ad]C’è ancora una fortezza per il centrosinistra. Un posto da cui ripartire. Sono le zone rosse del centro. Qui la perdita è pesante, più pesante che al nord. Però qua vi erano anche più voti da perdere. Per questo il centrosinistra rimane ancora la coalizione più forte, con la maggioranza dei voti, ed il PD resta primo partito largamente sopra la media nazionale. Godono di relativa salute, tenendo meglio grazie ai voti in uscita del partito maggiore, anche i suoi possibili “alleati”di sinistra e la lista di Antonio Di Pietro. Il calo però non può lasciare tranquilli.
Ed infatti anche questa fortezza soffre lo stato d’assedio, come dimostrano gli smottamenti nel sud delle Marche e la perdita di Prato città nonché l’accerchiamento della provincia di Roma nel Lazio. Nella zona Sud l’attacco è portato dal PDL e dalle liste minori del centrodestra. Da Nord scende invece la Lega, capace di aumentare il proprio peso di più di sette volte (ma va detto che nel 2004 proprio non si presentò in molte delle amministrazioni del Centro Italia). Ancora troppo debole, ma già in grado di tallonare i partiti della sinistra in una regione non amica come le Marche (dove poche migliaia di voti la separano dall teoricamente meglio radicate liste comuniste).
IL SUD: LA QUESTIONE MERIDIONALE E LA FORZA DELLE LISTE MINORI
Il crollo delle forze “progressiste” è per quasi la metà concentrato in una zona specifica: il Meridione. Nel Sud il PD non solo perde lo scettro di primo partito, ma scende addirittura sotto il 20%. I socialisti alleati di Vendola limitano i danni, ma perdono la metà dei voti di cinque anni fa. Nel 2004 la differenza a favore del centrosinistra sembrava incolmabile, con 25 punti di distacco. Ora il centrodestra sfiora la maggioranza assoluta dei voti, nonostante l’assenza dell’Udc. Questo mette in serio dubbio la riconferma dei governatori di centrosinistra il prossimo anno alle Regionali (ricordiamo che sono “rosse” tutte le regioni del Sud che andranno al voto nel 2010).
Da cosa è dato il successo del centrodestra? Non certamente dalla prestazione del PDL, di un soffio sopra il 20% in una zona dove nel 2008 ha riscosso risultati eccezionali. La colpa non è però solo del calo di affluenza, come visto alle elezioni Europee. Al Sud il PDL ha un grande avversario, suo alleato: le liste civiche e minori della sua stessa coalizione. Una forza eterogenea in grado di costituire la prima realtà politica del Meridione nel voto amministrativo. Liste locali, guidate da personaggi influenti nelle varie zone. Le vere artefici del successo del centrodestra in grado di sostenere un PDL in affanno e difficoltà, facendo rimanere i voti nel “perimetro”. Calano invece le terze forze, per metà riunite intorno alla pugliese Poli Bortone che punta a seguire l’esempio del Movimento per l’Autonomia di Lombardo in Sicilia.