Analisi del voto in Sicilia: oltre le percentuali
[ad]In ogni caso l’uniformità delle perdite, in termini di consenso, tra tutti i partiti “tradizionali” è un dato su cui riflettere e lo spazio per le interpretazioni è molto ampio. Considerata la storia della Sicilia possiamo soltanto dire che è la crisi del centro-destra a destare maggiore interesse visto il grande peso elettorale che partiti come Pdl, Udc ed Mpa hanno sempre avuto in questo territorio. Una crisi che ha molti punti di contatto con le elezioni comunali di Palermo, dove avevamo già riscontrato alcuni elementi come la scarsa partecipazione al voto, un centro-destra frammentato e la vittoria delle forze di centro-sinistra.
I motivi di questa disaffezione dell’elettorato verso i partiti di centro-destra sono difficili da identificare. Il procuratore Ingroia, ad esempio, ritiene che rispetto al “voto mafioso-clientelare” la novità che sembra emergere è la mancanza di riferimenti politici per i clan in una situazione simile a quella del 92-94. Volendo allargare la prospettiva è il modello clientelare del consenso che sembra essere entrato in crisi: le classi dirigenti regionali, anche a causa delle crescenti difficoltà di bilancio e dei maggiori vincoli di spesa, non riescono a garantirsi un consenso territoriale diffuso come qualche anno fa e perdono quindi la capacità di mobilitare un elettorato da sempre legato ad una visione “personalistica” del voto (candidate oriente vote).
In un certo senso la crisi economica e la miopia di classi dirigenti regionali possono risultare fattori in grado di garantire un reale cambiamento in Sicilia e quindi nel Mezzogiorno.