Dopo le recenti elezioni in Sicilia, come sempre accade in questi casi, il dibattito mediatico e politico si è concentrato sull’analisi dei numeri e del risultato. All’indomani dell’esito elettorale una prima indicazione sui flussi elettorali è stata fornita dall’Istituto Cattaneo, che ha evidenziato la relazioni tra il successo di Grillo e i voti persi dal centro-sinistra. Aggiungiamo noi che l’astensione record ha penalizzato il centro-destra in maniera più consistente rispetto agli altri partiti tradizionali.
[ad]Partendo da queste considerazioni mettiamo a disposizione una brevissima analisi sui valori assoluti dell’ultima tornata elettorale abbandonando per un istante le percentuali. E’ ovvio che una lettura strettamente numerica del dato è riduttiva e non è nostra intenzione offrire alcuna interpretazione, cerchiamo piuttosto di definire i alcuni punti sui quali sarà utile concertare future analisi.
Ci serve in ogni caso partire da due dati certi:
-Il risultato siciliano ha dimostrato la permeabilità dell’elettorato meridionale al messaggio grillino aprendo nuovi scemati anche per le prossime elezioni politiche del 2013
-L’astensione è ormai un elemento determinante all’interno di ogni tornata elettorale e nel contesto italiano, caratterizzato da sempre da una grande partecipazione, questo dato necessita di un maggiore approfondimento. Infatti se da un punto di vista numerico l’area del non voto è facilmente definibile, non si può dire altrettanto delle cause che la determinano specialmente in realtà “complicate” come quella siciliana.
Rispetto ai numeri occorre concentrarci in primo luogo sull’analisi dei due blocchi di centro-destra e di centro-sinistra.
Votanti 2008 | Votanti 2012 | Diff |
3098726 | 2203683 | 895043 |
Blocchi 2008 | Voti | Blocchi 2012 | Voti | Diff |
Csx | 770.059 | Csx | 502.111 | -267.948 |
Cdx | 1.728.285 | Cdx | 944.647 | -783.638 |
I blocchi del 2012 sono stati “ri-aggregati” in base alla formazione del 2008 nonostante, come è noto, il centro-destra nell’ultima tornata elettorale si sia presentato diviso con l’Udc schierata addirittura a sostegno del candidato di centro-sinistra.
I numeri rivelano quindi l’impressionante aumento degli astenuti rispetto al 2008 e la netta perdita di consensi del blocco conservatore in Sicilia.
Partiti | Reg 2008 | Partiti | Reg 2012 | Diff | |
PD | 505.420 | PD | 257.274 | PD | -248.146 |
PDL | 900.149 | PDL | 247.351 | PDL | -453.463 |
Sinistra Arc | 131.213 | MP (Croc lista) | 118.346 | UDC | -128.999 |
Idv | 49.726 | Udc | 207.827 | IDV | 18.012 |
Fino. Pres | 83.700 | Mus Pres | 107.397 | MPA | 188.681 |
Lomb. Pres | 119.892 | Mpa | 182.737 | SINISTRA | 72.460 |
Udc | 336.826 | Grande Sud | 115.444 | ||
Mpa | 371.418 | Fli | 83.891 | ||
Idv | 67.738 | ||||
Sinistra | 58.753 |
Osservando nello specifico i risultati delle vare i liste notiamo come la perdita in termini di voti caratterizzi l’intero schieramento partitico con un sostanziale dimezzamento dei consensi di tutte le lista tranne l’Idv di Di Pietro, che nel 2012 ottiene 18000 voti in più rispetto alle ultime regionali.
Naturalmente è difficile ricostruire i flussi senza ulteriori dati. Non sappiamo, ad esempio, se gli elettori che nel 2012 hanno votato i partiti di centro-destra si siano rifugiati nell’astensione o in altre formazioni, Grillo fra tutti. Lo stesso ragionamento vale all’interno del centro-sinistra anche se, da questo punto di vista, abbiamo qualche indicazione più precisa fornita dall’Istituto Cattaneo.
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[ad]In ogni caso l’uniformità delle perdite, in termini di consenso, tra tutti i partiti “tradizionali” è un dato su cui riflettere e lo spazio per le interpretazioni è molto ampio. Considerata la storia della Sicilia possiamo soltanto dire che è la crisi del centro-destra a destare maggiore interesse visto il grande peso elettorale che partiti come Pdl, Udc ed Mpa hanno sempre avuto in questo territorio. Una crisi che ha molti punti di contatto con le elezioni comunali di Palermo, dove avevamo già riscontrato alcuni elementi come la scarsa partecipazione al voto, un centro-destra frammentato e la vittoria delle forze di centro-sinistra.
I motivi di questa disaffezione dell’elettorato verso i partiti di centro-destra sono difficili da identificare. Il procuratore Ingroia, ad esempio, ritiene che rispetto al “voto mafioso-clientelare” la novità che sembra emergere è la mancanza di riferimenti politici per i clan in una situazione simile a quella del 92-94. Volendo allargare la prospettiva è il modello clientelare del consenso che sembra essere entrato in crisi: le classi dirigenti regionali, anche a causa delle crescenti difficoltà di bilancio e dei maggiori vincoli di spesa, non riescono a garantirsi un consenso territoriale diffuso come qualche anno fa e perdono quindi la capacità di mobilitare un elettorato da sempre legato ad una visione “personalistica” del voto (candidate oriente vote).
In un certo senso la crisi economica e la miopia di classi dirigenti regionali possono risultare fattori in grado di garantire un reale cambiamento in Sicilia e quindi nel Mezzogiorno.