Dal blog: chi c’è dentro il Movimento 5 Stelle?

Pubblicato il 3 Novembre 2012 alle 20:09 Autore: TP Blog
Movimento 5 stelle

Per comprendere meglio lo spirito del movimento sarà di aiuto citare qualche esempio pratico. Se in una città si paga una quota eccessiva di TIA, la tariffa d’igiene ambientale, per avere una raccolta differenziata ben al di sotto di quanto richiede la direttiva comunitaria, il 65%, è bene denunciare e indignarsi ma è altrettanto importante studiare per capire dove intervenire per formulare proposte solide, coperte economicamente, che cerchino di rendere la città più pulita, sostenibile e, possibilmente, pagare il giusto a fronte di risultati visibili.

[ad]Il Movimento, per mezzo dei meetup (gruppi di cittadini nati sulla Rete), si riunisce dopo che qualcuno del meetup, previa consultazione telematica, indica il luogo e la data dell’incontro per parlare del problema dei rifiuti. Durante l’incontro i cittadini uniscono le forze: si acquisiscono informazioni, si leggono atti, delibere, ci si procura modelli diversi di raccolta dei rifiuti attuati in altre realtà cittadine e ci si dà appuntamento per la volta dopo quando i partecipanti avranno studiato e approfondito per cominciare, in questa maniera, ad elaborare un piano industriale per una proposta condivisa. Domande: dentro i partiti si fanno questi studi? I partiti sono centri di aggregazione per i cittadini che vogliono capire, studiare e risolvere i problemi oppure, quest’ultimi, vengono lasciati ai tecnici, ai dirigenti interni, una volta che un sindaco, un presidente, una giunta, un parlamento si sono insediati a capo di un’amministrazione?

Le semplici procedure tecniche per aderire al Movimento sono elencate sinteticamente nel Non-Statuto, provocatoriamente chiamato così per sottolineare il fatto che questa forza politica non intende né adesso né in futuro trasformarsi in un partito, con leader, strutture verticistiche, segretari, soldi – il Movimento conduce le campagne elettorali con poche migliaia di Euro donate da attivisti e cittadini comuni: a Parma la campagna elettorale è costata circa ottomila Euro. Non vengono richieste quote associative o d’iscrizione ma basta inviare la propria richiesta d’adesione inoltrandola tramite Internet. Come recita il Non Statuto, l’adesione verrà verificata nella misura in cui ciò sia concesso, sulla scorta delle vigenti disposizioni di legge, sempre attraverso la Rete verrà portato a compimento l’iter di identificazione del richiedente, l’eventuale accettazione della sua richiesta e l’effettuazione delle relative comunicazioni. La partecipazione al MoVimento è individuale e personale e dura fino alla cancellazione dell’utente che potrà intervenire per volontà dello stesso o per mancanza o perdita dei requisiti di ammissione.

Detto in parole povere: è sufficiente iscriversi al sito http://www.beppegrillo.it/movimento/, inviare online una fotocopia di un documento, non essere iscritto ad un partito e il dado è tratto.grillo attraversa lo stretto

Ci si può allora candidare solo attraverso un’iscrizione ad un sito? Ovviamente no. In occasione delle elezioni, che siano per il Parlamento, il Consiglio Regionale o Comunale, i cittadini che intendono candidarsi  dovranno essere incensurati e non avere in corso alcun procedimento penale a proprio carico, qualunque sia la natura del reato ad essi contestato. L’identità dei candidati a ciascuna carica elettiva sarà resa pubblica attraverso il sito internet appositamente allestito nell’ambito del blog; altrettanto pubbliche, trasparenti e non mediate saranno le discussioni inerenti tali candidature. Tuttavia le regole relative al procedimento di candidatura e designazione a consultazioni elettorali nazionali o locali potranno essere meglio determinate in funzione della tipologia di consultazione ed in ragione dell’esperienza che verrà maturata nel tempo. Lasciando, con quest’ultima notazione, spazio al campo sempre fecondo della perfettibilità. Per esempio in Sicilia, dove a fine ottobre si vota per le Regionali, i meetup delle varie città hanno scelto ognuno di votare per una paio di delegati riunitisi, in seguito, per un incontro regionale dove si sono scelti i candidati al Consiglio e si è indicato il candidato a Governatore.

Che cosa sono i meetup e basta farne parte per essere candidabili? I meetup sono dei social network dove i cittadini si incontrano virtualmente, on line, per discutere, denunciare, proporre. Dall’online si passa alla realtà nel momento in cui le persone iscritte al meetup, non altro che un sito, decidono di vedersi materialmente per discutere, denunciare, proporre. Il meetup di cui fa parte chi scrive si riunisce di regola una volta a settimana, ma può doversi riunire più volte poiché è preferibile dividersi i compiti e formare specifici gruppi che si costituiscono: chi si occupa di rifiuti, chi di energia, chi di trasporti, chi di etica eccetera. Tuttavia non basta questo per essere candidabili sotto il gonfalone del Movimento Cinque Stelle. E a decidere non è né Beppe Grillo né tanto meno Casaleggio, dipinto ultimamente come un massone al servizio di trame mondialiste, ma criteri piuttosto oggettivi.

La certificazione delle liste, infatti, è una misura necessaria perché si prefigge il compito di una vera selezione dei candidati che, sovente, nei partiti, è stata motivata da ragioni non meritorie e, soprattutto, di calcolo (quanti voti porterà il determinato candidato è più importante delle condanne o i procedimenti a carico che questo ha sul groppone o degli affari e le pericolose amicizie che il suddetto coltiva). Ogni candidato, dunque, dovrà presentare il proprio casellario giudiziario, che deve essere intonso, e non dovrà essere iscritto ad alcun partito.

franco fioritoSpesso nei partiti in nome della vittoria elettorale si è dato spazio a personaggi squalificati, incompetenti, e proclivi ad una visione affaristica della politica. Oggi, i dirigenti e i militanti del Pdl sono tutti contro Franco “Er Batman” Fiorito, ma non ci si pone mai la domanda cruciale: perché ci si è affidati a lui? Forse perché ha preso trentamila voti alle lezioni regionali laziali del 2005 e ventisettemila la volta dopo. A Renata Polverini che mette in effige il manifesto, quello sì populistico, con su scritto “Questa gente la mando a casa io” è venuto mai in mente di chiedersi per quale motivo migliaia di cittadini hanno votato la pietra dello scandalo Fiorito? E, soprattutto, avrebbe mai potuto rinunciare a quelle succose preferenze che le hanno permesso di diventare Governatore del Lazio?

Quando Di Pietro, che si è sempre distinto per aver combattuto il puzzo del compromesso, candida De Gregorio e Scilipoti lo fa solo per questa logica. Egli sa che questi personaggi hanno voti che servono ad un partito per vincere, non importa come vengano raggiunti, secondo quali dinamiche oscure e meno oscure, quello che conta è vincere.

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