[ad]Messi da parte i festeggiamenti, gli abbracci ed il riposo per una forte vittoria in Sicilia, i partiti presentano il conto a Crocetta. Il neo Presidente della Regione Sicilia avrà il suo bel da fare per cercare di mettere in sesto la regione e, per questo, i partiti ma anche la società civile sono essenziali.
Ritornato da una due giorni di riposo a Lampedusa (altro segno importante, valorizzare le eccellenze del territorio siciliano di solito snobbate dagli Isolani ma apprezzate dai turisti) per riprendersi dalle fatiche di un’estenuante campagna elettorale, il Presidente sembra ancora dubbioso sui nodi da sciogliere riguardo alla sua giunta.
Un posto sicuro è quello di Lucia Borsellino come Assessore alla Sanità. Figlia del magistrato Paolo, ucciso vent’anni fa nell’agguato mafioso di Via D’Amelio, è stata già dirigente regionale in quel settore per anni ed è vista dai più come persona super-partes.
Altro nome di spicco è quello di Franco Battiato. Il cantautore catanese è stato contattato da Crocetta per avere la propria disponibilità a ricoprire il ruolo di Assessore ai Beni Culturali. L’artista, da grande uomo di cultura, si è detto lusingato ma non ha ancora sciolto la riserva: sa benissimo dell’enorme mole di lavoro che lo aspetterebbe, non solo dal punto di vista numerico per i beni presenti in Sicilia, ma anche dal fatto che, essendo essi eccezionalmente numerosi, durante gli anni molti sono stati abbandonati a se stessi, vittime di una politica fatta da contributi a pioggia, di scarsa programmazione, e di incuria. Battiato sa che questa sua scelta potrebbe compromettere il suo ruolo di cantautore e per questo prende ancora tempo.
Altri nomi della società civile sono quelli di Mariella Maggio, ex segretario regionale Cgil, la quale dovrebbe avere la delega al Lavoro, Mariella Fedele – moglie del Procuratore antimafia Piero Grasso, mesi fa papabile candidato a presidente della Regione – alla quale dovrebbe andare l’assessorato all’Istruzione, essendo dipendente dell’omonimo ministero. Si parla inoltre di Luigi Malafarina, ex questore di Gela, legato a Crocetta da una profonda amicizia sin dalla sua prima elezione a sindaco: i due, con un patto d’acciaio tra Comune e Polizia di Stato, sono riusciti a far arrestare centinaia di mafiosi nella città calatina.
Questi i nomi più risonanti provenienti dalla società civile. Ma ogni giunta che si rispetti è formata, in prevalenza, da politici appartenenti a varie correnti, che devono essere tutte accontentate.
Il PD, nonostante abbia appoggiato l’ex sindaco solo il 30 Agosto quando la campagna elettorale era iniziata da più di un mese, reclama un posto di rilievo per un uomo proveniente dalla corrente Cracolici-Lumia (i demiurghi dell’accordo con Lombardo i quali, anche per questo, non sono stati risparmiati dalle critiche di gran parte del loro elettorato).
L’UDC, primo partito ad appoggiare Crocetta nella sua corsa alla Regione, potrebbe avere due assessorati: si parla di soggetti che però non sono visti di buon occhio dagli elettori del Presidente: Lino Leanza, ex vice-presidente durante i tempi di Cuffaro, assessore di Lombardo e capogruppo dell’MPA, ora nel partito di Casini, e Nino Dina, anch’egli cuffariano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e poi scagionato. Molti in questi due nomi vedono un fil rouge troppo spesso con l’ex governatore della Sicilia, e un controsenso rispetto ad una campagna elettorale incentrata sul cambiamento.
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[ad]Altro nome da sciogliere è quello legato al Movimento Territorio. Questo, nato circa un anno fa a Ragusa dall’idea dell’ex sindaco Dipasquale, neo eletto all’ARS, ha portato in assemblea una pattuglia di cinque parlamentari. Si parla di un posto in giunta anche per Dipasquale, si sono fatti i nomi dell’Agricoltura o degli Enti Locali, ma ancora la partita pare aperta anche perché l’ex sindaco potrebbe preferire di ricoprire il ruolo di capogruppo del suo Movimento.
Inoltre fa ancora discutere il “gran rifiuto” del Movimento 5 Stelle all’offerta della Presidenza del Consiglio regionale. I grillini immediatamente dopo le elezioni hanno dichiarato di non voler inciuci o abboccamenti con nessuna forza politica, ma per portare avanti il loro programma elettorale questi accordi dovranno essere ricercati e stretti, anche perché, se pur vero che hanno in consiglio ben 14 parlamentari, la maggioranza per far approvare le proposte resta sempre 46…