Elezioni USA: cronaca di due giorni di campagna elettorale in Virginia
[ad]Gli uffici di “Obama for America”, la campagna per la rielezione del Presidente, sono numerosi ad Alexandria e di sabato mattina il via-vai è continuo. Appena arrivati, i volontari sono accolti dallo staff dell’ufficio e la colazione offerta da altri volontari è sbrigativamente condivisa. Dopo di che, i volontari sono diretti a un obbligatorio corso di formazione che dura circa quindici minuti e che si ripete ogni mezz’ora per i nuovi arrivati. Durante il corso, ai volontari viene detto che ormai, a tre giorni dalle elezioni, non c’è più tempo per cercare di persuadere chi ha deciso di votare per Romney. Ciò che davvero conta ora è assicurarsi che chi sostiene Obama vada effettivamente a votare il 6 Novembre. Quindi, l’imperativo è di andare a bussare a quante più porte “amiche” possibile e ricordare ai simpatizzanti quanto è importante il loro voto, assicurarsi che sappiano dove e quando andare a votare, che abbiano un modo per andarci e che ricordino ad amici e parenti di farlo. Per chi ha difficoltà a raggiungere il seggio, l’ufficio dei volontari farà il possibile per mettere a disposizione un veicolo che possa aiutare chi è in difficoltà a raggiungere il seggio. E gli indecisi? Beh, a questo punto non dovrebbero più essercene molti in giro, ma in caso se ne incontrasse qualcuno, allora è bene spendere due parole in più per convincerli a votare per Obama.
Una volta terminato il corso, ai volontari vengono distribuite le liste degli indirizzi e dei nomi da contattare. Ogni volontario ha circa cinquanta nomi nella sua lista: dovrà contattarli tutti e poi riferire all’ufficio l’esito dei suoi tentativi. Nel caso in cui le persone da contattare non siano in casa, saranno reinserite nelle liste e qualcuno ripasserà a cercarle nei prossimi due giorni.
Seguiamo quindi un gruppo di volontari che si dirige in una zona di piccole villette a schiera, al nord della città. La zona è la classica periferia semi-urbana in cui vive la classe media americana. Gli abitanti, molti dei quali afro-americani, non sono particolarmente abbienti, ma sicuramente conducono una vita più che dignitosa. Che la zona tenda a favorire Obama si capisce facilmente dai manifesti esposti in quasi la metà dei giardini. Ne contiamo più di cento nel corso della nostra passeggiata e solo tre di essi esprimono sostegno a favore del candidato repubblicano.
Bussiamo a circa ottanta porte. Ci ricevono in trentatré, gli altri sono fuori o non hanno voglia di essere disturbati. Dei 33 che ci ricevono, 31 si dichiarano sostenitori di Obama, un signore di mezz’età ci dice invece molto cordialmente che voterà per Romney e una signora dichiara di non avere nessuna intenzione di andare a votare, perché della politica non le interessa niente (e Grillo, da queste parti, non esiste).
Tra gli incontri più interessanti c’è sicuramente quello con una famiglia di etiopi, che ha recentemente ottenuto la cittadinanza americana e che ci accoglie festosamente durante il pranzo. Si dichiarano entusiasti di votare per la prima volta in America e ci assicurano che saranno tra i primi a esprimere il voto per Obama martedì mattina. “Cento per cento, cento per cento” ripete più volta la signora, elargendo un ampio sorriso.
(per continuare la lettura cliccare su “2”)