[ad]L’america a differenza dell’Italia e’ un paese dinamico che cambia in fretta.
Non ha molta storia alle sue spalle, gli edifici piu’ antichi risalgono alle missioni spagnole del diciassettesimo secolo, ma non vi aspettate chissa’ che, il resto viene rinnovato e fagocitato in fretta di generazione in generazione.
I cambiamenti architettonici riflettono in realta’ la fluidita’ sociale, la freschezza e la giovanilita’ dell’ideale americano, che rifugge stagnazioni e ammuffimenti guardando sempre al futuro e mai al passato. Non ci sono grandi drammi nella mobilita’ del lavoro perche’ in america anche nei periodi difficili e’ sempre possibile avere una opportunita’, Le classi sociali sono piu’ permeabili che altrove, questa e’ la chiave del tanto decantato “sogno americano”.
Questa vitalita’ si riflette anche nelle dinamiche politiche ed elettorali.
Certo rispetto a qualche anno fa fa sensazione che un afro-americano sia sul punto di diventare Presidente degli Stati Uniti, sopratutto se pensiamo che solo 44 anni fa gli afro-americani non godevano degli stessi diritti dei bianchi (fino cioe’ al “Civil Rights Act” promulgato la Lindon B. Johnson nel 1964), e che addirittura fino a 150 anni fa i neri erano in schiavitu’ in molti stati del sud (fino alla guerra di secessione vinta da Lincoln che sosteneva l’abolizione dello schiavismo). Avevamo gia’ parlato del razzismo nelle elezioni americane, qui invece scendiamo ancora piu’ in profondita’ nell’analizzare cio’ che cambia sottotraccia nel tessuto sociale americano.
A parte questo aspetto certamente non secondario, ma contingente, si puo’ osservare uno dei piu’ profondi mutamenti sociali e demografici americani degli ultimi anni, rispetto all’andamento delle elezioni. E’ un mutamento carsico qualcosa che demolisce alla base certezze solidificate negli anni e viene fuori osservando dei dettagli come quello che stiamo per introdurre e che da’ la misura di come i cambiamenti a volte assumano la caratteristica di autentici ribaltamenti:
Mentre nel 1976 i democratici (Carter) vincevano gli stati piu’ poveri e i repubblicani i piu’ ricchi ora accade l’esatto opposto (sebbene per i repubblicani continuino a votare in maggioranza gli stra-stra-stra-ricchi che pure sono tanti in america ma non cosi’ tanti da incidere sensibilmente). Questo articolo, che evidenzia questo incredibile ribaltamento, e’ da antologia:
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2008/06/28/AR2008062802124.html?hpid=topnews
pensate che dei 12 stati piu’ ricchi nel 2004 ben 10 andarono saldamente a Kerry e solo 2 a Bush.
Quali sono questi 2 stati?
Facciamo un’altra domanda.
Ci sono 2 stati che sono repubblicani dal 68 quasi senza soste e che ora sembrano essere decisamente nel mirino di Obama piu’ di tutti (Ohio, Iowa NH e NM sono swing state che sono sempre nel mirino a prescindere io parlo di 2 stati dei quali qualche anno fa non si sarebbe parlato nemmeno per scherzo di metterli nella colonna democratica).
Questi 2 stati sono il Colorado e la Virginia.
Come il nostro Lorenzo Pregliasco ha spiegato in questo suo eccellente video, se questi 2 stati andassero ad Obama la mappa cambierebbe in maniera talmente radicale da rendere possibile la vittoria dei democratici anche se essi perdessero Ohio, Florida e Pennsylvania, i 3 grandi stati che fino ad ora si erano ritenuti assolutamente indispensabili per essere eletti presidente degli Stati Uniti. La cosa comporterebbe una svolta epocale rispetto alle elezioni precedenti.
(per continuare la lettura cliccare su “2”)
Guardiamo ora questi 2 stati piu’ nel dettaglio.
Il Colorado nel 92 ando’ a Clinton, ma solo grazie ai voti tolti a Bush padre da Ross Perot, e ci ando’ di poco, a parte il 92 il Colorado aveva votato democratico solo nella famosa landslide di Lindon Johnson nel 1964 (poco dopo l’assassinio di Kennedy).
La Virginia ancora peggio. L’unica volta che ha votato democratico e’ stata nel 1964.
Tornando piu’ indietro nel tempo vediamo questi 2 stati votare democratico per Truman nel 1948 (quello che aveva dato l’ordine di lanciare la bomba atomica nel 1945).
[ad]Preistoria insomma. Questi 2 stati erano tra quelli piu’ repubblicani, essendo anche tra i piu’ ricchi e essendo che i piu’ ricchi votano ora per i democratici si stanno spostando a sx.
Perche’ i piu’ ricchi votano democratico?
Forse per Clinton che ha fatto molto bene all’economia ed ha creato molti nuovi ricchi (la mappa della ricchezza in america e’ cmq cambiata), mentre Bush l’ha depressa.
Eppure e’ stato Bush a tagliare pesantemente le tasse ai ricchi, mentre obama promette di aumentarle (beh solo a quelli con piu’ di 250000$ di stipendio annuo, insomma quelli veramente ricchi).
Volevate sapere quali erano gli unici 2 stati su 12 tra i piu’ ricchi che nel 2004 erano andati a Bush?
Ecco vi ho appena risposto.
E’ possibile che i 12 stati piu’ ricchi questa volta vadano tutti e 12 ai democratici, e questo non deve sorprendere piu’ di tanto anche perche’ se ricordate per Obama votavano alle primarie 3 categorie:
1) neri
2) giovani
3) gente con piu’ di 50000$ di stipendio
il combinato disposto di questi 3 fattori rende molto piu’ probabile la vittoria di Obama nei vari stati.
Quindi uno stato giovane, con una alta percentale di neri e con un reddito medio alto e’ il terreno piu’ fertile per la campagna di Obama. Abbiamo appena fatto l’identikit della Virginia, la quale non viene ascritta ancora definitivamente nella colonna di Obama solo perche’ il fatto di non aver votato democratico per ben 44 anni costituisce un formidabile ostacolo, come una specie di “inerzia”, che tuttavia ,viste le premesse di questo articolo, dovrebbe essere superato in scioltezza dal candidato democratico.
Se consideriamo che gli ispanici, che avevano votato per Hillary Clinton alle primarie, ora appoggiano Obama con percentuali altissime (l’appoggio a “Tancredo” da parte di McCain sulle politiche immigratorie -alle quali gli ispanici sono estremamente sensibili- gli ha alienato il voto di questo sostanzioso e crescente gruppo di elettori) allora comprendiamo che l’identikit vale anche per il Colorado al quale sostituiremo i neri con gli ispanici ed il gioco e’ fatto.
Come abbiamo detto bastano questi 2 stati a sconvolgere gli equilibri di una mappa che nelle 2 precedenti elezioni aveva visto combattere i 2 fronti sempre negli stessi stati citati sopra. Molti ricorderanno il “recount” in Florida nel 2000 o le polemiche sul voto dell’Ohio nel 2004, stavolta sembra che le cose possano andare diversamente, in america le cose scorrono in fretta e i tabu’ sono fatti per essere abbattuti…