Rassegna Stampa TP: presidenziali USA, legge elettorale, la guida di Grillo per la Tv.
Oggi i maggiori quotidiani aprono con l’attesta per l’esito delle presidenziali Usa che hanno visto trionfare nella notte il presidente uscente Barack Obama. La Stampa rivela che sono stati spesi “5 miliardi per la corsa elettorale dei due sfidanti”. Il Corriere spiega che insieme alle elezioni gli americani hanno votato su “diversi referendum”. Sempre il Corriere fa un reportage sui “nuovi americani”. Per il Messaggero: “Bersani e Renzi si sono uniti nel tifo per Obama”. Il Sole 24 Ore spiega gli effetti delle elezioni “sull’alleato italiano”. Massimo Gaggi sul Corriere scrive quale sarà “l’agenda del prossimo presidente”.
[ad]Altro tema caldo di giornata è lo strappo consumatosi sulla modifica della legge elettorale. In commissione Affari costituzionali del Senato viene dato il via libera all’emendamento di Rutelli, che fissa alla soglia del 42,5% il premio di maggioranza. Una decisione arrivata grazie all’asse ritrovato tra Pdl- Lega – Udc. La modifica non è piaciuta per niente al segretario Pd, Pier Luigi Bersani: “Qui evidentemente c’è qualcuno che per paura che governiamo noi vuole impedire la governabilità del Paese. Ma non cederemo in nessun modo”. La Stampa rivela lo sfogo di Bersani “Casini non vuole farci vincere”. Per il Corriere “l’accordo sarà cambiato”. Il Giornale svela “la strategia di Casini”. Per Repubblica si tratta di un “porcellum ingrassato”. Per il Sole 24 Ore si tratta di “una riforma transitoria”. L’Unità invece commenta “è l’ultima possibilità”. Per Pubblico la modifica non è altro che “una truffa del Cicciobellum”. Per Libero oltre ad essere truffati “Bersani e Grillo” sono stati truffati anche “gli elettori”. Per Travaglio sul Fatto Quotidiano, la modifica è stata fatta per “contrastare Grillo”.
Altre notizie. Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha stilato sul suo blog una “guida for dummies”, ovvero un elenco di regole che gli attivisti devono seguire. Sì alle interviste tv per spiegare le attività degli eletti; sconsigliata, e in futuro vietata, la partecipazione a talk show su Rai, Mediaset e La7 condotti, secondo Grillo, da giornalisti graditi o nominati dai partiti. Gli eletti non rimetteranno il mandato ai cittadini dopo due anni come invece era previsto prima. Il Corriere parla di “tavole della legge”. Il dissidente Favia resiste e su Repubblica attacca Grillo: “Non siamo le sue marionette”.