GOP: le ragioni della sconfitta, la chiave per il futuro
Ma torniamo solo per un momento alle elezioni presidenziali. Molto, troppo spesso ci si limita a guardare il risultato dell’electoral college senza analizzarne le trendlines. Se è vero che Mitt Romney ha migliorato lo “standing” repubblicano in molti Stati, soprattutto nel midwest, è altrettanto vero che i risultati demografici dovrebbero far preoccupare, e non poco, Rence Preibus e l’establishment repubblicano.
[ad]Mentre Mitt Romney ha difatti vinto, con una maggioranza considerevole, il voto degli anziani e degli uomini caucasici, ha anche perso con percentuali bulgare le minoranze e l’elettorato giovane.
Barack Obama conquista il 95% del voto afroamericano, supera il 70% del voto asiatico e di quello ispanico, raggiunge il 60% fra la popolazione giovane, fra i 18 e i 29 anni. E’ mai possibile che il GOP si arrenda, senza nemmeno combattere, per la conquista di queste categorie?
Jeb Bush, ex governatore della Florida, ha detto ieri sera commentando i risultati che arrivavano dal suo stato: “se il partito repubblicano rinuncia ai giovani, rinuncia agli ispanici e alle minoranze non solo perderà la Florida, ma nel 2016 anche il Texas sarà uno stato blu, democratico”. Potrebbe essere pessimista sulle tempistica ma esiste davvero qualcuno, a parte la Palin e i suoi soci del tea party, che ci sia qualche possibilità di vincere in futuro “regalando” interi segmenti della popolazione al partito democratico?
Solo per fare un esempio, fra i tanti che si potrebbero fare, potrei dire di come il voto ispanico deciderà, in un futuro non troppo lontano, non solo in Texas ma anche in altri stati che fino a poco tempo fa era solidamente repubblicani quali Arizona, Nevada e Colorado, mentre il New Mexico è già perso (nonostante venne vinto da Bush nel 2004). Il voto afroamericano invece è risultato decisivo in Pennsylvania e Ohio (il margine di Obama viene da due sole contee: Cuyahoga County – dove sorge la città di Cleveland – in Ohio, e Philadelphia County – dal nome dell’omonima città – in Pennsylvania), e presto potrebbe esserlo in Georgia, North Carolina, South Carolina e forse anche in Alabama e Mississippi.
Eppure al GOP le risorse non mancano: Michael Steele, ex presidente del partito, è afroamericano così come Tim Scott, deputato della South Carolina. Per non parlare di illustri “latinos” come Susana Martinez, governatrice del New Mexico, Marco Rubio, senatore della Florida, o Brian Sandoval, governatore del Nevada.
Per farla breve, il partito repubblicano è sulla cattiva strada. Sarà in grado di rendersene conto?
Se reagiranno in maniera costruttiva, cercando di capire le vere ragioni della sconfitta e cercando di risolverle, allora forse il GOP avrà un futuro. Se invece reagiranno in modo ostile, avvolgendosi sempre più nella spirale dell’estremismo e dell’ignoranza e stupidità politica rappresentati dai tea party o dagli evangelici alla Akin o Mourdock, saremo testimoni di una nuova era di vittorie per il partito democratico che durerà anni, se non decenni.
Disse un famoso nero americano di fede repubblicana: “nulla al mondo è più pericoloso che un’ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa”. Firmato: Martin Luther King Jr.