Berlusconi contro tutti/2: simulazione sui dati EUR 2009
[ad]Da un lato, come l’altra volta, avremo il Centrodestra costituito da Pdl e Lega, più la lista che riunisce Mpa e La Destra (più i Pensionati di Fatuzzo e l’Alleanza di centro dell’ex Udc, Pionati) così come presentatasi alle Europee allo scopo di superare lo sbarramento del 4%.
Dall’altro lato, similmente, una vasta coalizione (nuovamente chiamata Fronte democratico) costituita da liste di sinistra (Lista comunista Prc+Pdci, Sinistra e Libertà), Partito democratico, Radicali, Italia dei valori e Unione di centro.
Questi i risultati: alla Camera risulterebbe maggioritario il Fronte democratico con il 49,56% contro il 47,68% del centrodestra: un ribaltamento della situazione praticamente speculare rispetto allo scenario visto la volta scorsa. I 615 seggi sarebbero dunque così ripartiti:
Anche questa volta sono esclusi dal grafico i deputati eletti all’estero nonché le liste autonomiste di val d’Aosta e province autonome di Trento e Bolzano.
Per il Senato abbiamo invece dovuto simulare gli stessi dati presi in considerazione per simulare il risultato della Camera, trattandosi di dati di elezioni Europee, in cui possono votare tutti i cittadini maggiorenni e su un’unica scheda. Tale assunzione però non costituisce una forzatura in quanto, consultando i dati delle Politiche 2008, si nota tra i risultati di Camera e Senato una somiglianza prossima all’identità. Ed anche in questo caso, assegnando i vari premi di maggioranza regione per regione ad una coalizione o all’altra, la maggioranza dei 305 seggi andrebbe al Fronte democratico:
Si aggiungano “virtualmente” gli otto seggi delle autonomie (quello valdostano e i sette trento-altoatesini) più i sei eletti all’estero e i sette senatori a vita; ma anche questa volta i rapporti di forza non muterebbero (o, al più, rafforzerebbero leggermente il Fronte democratico).
Interessante la geografia del voto regionale: il centrodestra conquisterebbe solo cinque regioni, di cui ben quattro al nord (Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli); la quinta è la Sicilia. Vittoria del Fronte democratico in tutte le altre regioni, con uno scarto mai inferiore ai 4/5 punti percentuali.
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