Le ragioni di Grillo contro l’emendamento Rutelli
[ad]Stando all’ultima media sondaggi pubblicata dal Termometro Politico, ci sarebbero pochi dubbi su chi vincerà le elezioni politiche della prossima primavera: la coalizione di centrosinistra ha un indubbio vantaggio segnalato da tutti i sondaggi. Ma indubbio è anche che una parte di questo consenso lo abbia grazie alla presenza mediatica concessa dalle primarie in corso, e che quindi dal prossimo mese potrebbe perderne un po’ – compensabili dalla tendenza al voto utile che si crea nelle ultime settimane prima del voto.
Il Movimento 5 Stelle dal canto suo è alle prese da giorni con la consueta grana dei talk show, dove il patròn del MoVimento contesta e deplora le comparsate televisive e le interviste dei militanti e degli eletti che a detta sua “danneggiano il MoVimento mettendolo sullo stesso piano dei partiti tradizionali”. Eppure nei sondaggi appare in salute, come testimonia l’ultimo sondaggio Swg, reso noto stamattina, che lo vede perdere appena un punto percentuale ma confermarlo come seconda forza del paese, sette punti sopra il Pdl e cinque al di sotto del Pd.
Forse per questo oggi Beppe Grillo ha tuonato contro l’emendamento Rutelli alla bozza Malan di riforma della legge elettorale, vedendolo come un tentativo di boicottare le possibilità che il M5S, diventando prima lista senza però riuscire a raggiungere la fatidica soglia del 42,5%, possa arrivare al governo del Paese.
Non è la prima volta che il bistrattato Porcellum riceve apprezzamenti dal comico genovese, però questa volta Grillo chiama in causa nientemeno che l’Ue, colpevole di accettare silente il cambiamento delle regole del gioco nell’anno precedente le elezioni.
L’emendamento approvato in Commissione Affari Costituzionali del Senato “penalizza” i vincitori – assegnandogli un premio solo al raggiungimento della soglia di cui sopra – dando invece un potere di veto ai “perdenti”, non solo quelli coalizionabili, ma anche quelli che verrebbero esclusi dalle altre formazioni politiche, tanto più se si presenteranno in Parlamento con più di cento tra deputati e senatori.
Evidentemente Beppe Grillo ritiene di poter vincere le elezioni, o forse spera che , come dice Schifani, il mantenimento della tanto “odiata” legge attuale porti il suo Movimento all’80%.