Termometro Sportivo: è l’ora del Derby di Roma
[ad]Qualcosa è cambiato. L’ultima giornata ci ha mostrato alcune realtà inaspettate e sorprendenti. Soprattutto il sabato, con il Milan per la prima volta, quest’anno, finalmente vincente e convincente nel suo 5-1 rifilato al Chievo e, soprattutto, con l’Inter, prima squadra in serie A, a battere la Juventus nel suo Stadium e a interrompere, così, la serie utile juventina che, esclusa la finale di Coppa Italia, non perdeva dal 15 maggio del 2011. Le sorprese sono continuate anche domenica, con il Pescara che ha battuto una delle squadre che apparivano più in forma, il Parma, che arrivava da tre vittorie di fila, la Lazio che subisce quattro reti in casa del Catania e il Napoli che non riesce a superare il Torino in casa. Poi, nella tre giorni europea, le squadre italiane hanno finalmente deciso di mostrare il loro volto migliore, portando a casa 4 vittorie (Juventus, Inter, Napoli e Lazio), un pari (Milan) e una sola sconfitta (Udinese, ormai quasi fuori dall’Europa League), portandosi tutte, ad eccezione dei friulani, in posizioni migliori per il superamento del turno.
E adesso, ci si ributta in un campionato che, a discapito di quanto pronosticato da molti “Nostradamus”, potrebbe rivelarsi avvincente fino in fondo.
Oggi si potrà gustare lo scontro salvezza tra Cagliari e Catania, due squadre che non si nascondono e provano a giocare ogni partita: lo dimostrano alcune statistiche che vedono i siciliani sesti nella classifica delle migliori difese, con 12 gol subiti, dietro alle grandi del campionato e al Torino, mentre i sardi sono addirittura quinti per i tiri scagliati a partita, con una media di oltre 14, alle spalle solo di Roma, Juve, Milan e Fiorentina. I precedenti vedono il Cagliari nettamente favorito, con il Catania che è andato a vincere in Sardegna in un’unica occasione, nella prima giornata del 2006, con gol di Corona. Negli ultimi due anni il Cagliari ha sempre vinto con il risultato di 3-0 grazie a una tripletta di Nenè nella stagione 2010-2011 e ai gol di Thiago Ribeiro, Pinilla e Ibarbo nella stagione scorsa.
La sera, poi, alle 20.45, una partita che in serie A non si vedeva da 20 anni: Pescara – Juventus. Le statistiche dicono che ci sarebbero poche speranze per gli abruzzesi, squadra che segna poco più di un terzo di quanto segnano i bianconeri (8 a 22) e che subisce il doppio dei gol (16 a 8). Ma la speranza deve essere viva e allora a Pescara sognano l’impresa riuscita nel maggio del 1993, quando alla penultima di campionato, nonostante una classifica che condannava gli abruzzesi a una retrocessione già sancita, la squadra allora allenata da Vincenzo Zucchini, umiliò la ben più quotata Juventus dei vari Baggio, Ravanelli, Conte e Peruzzi con un rotondo 5-1. Allora fu la Juve a portarsi inizialmente in vantaggio, dopo appena due minuti, con un tiro da fuori di Ravanelli, ma poi il Pescara ribaltò il risultato grazie a un rigore di Allegri, a una splendida rovesciata di Stefano Borgonovo e a un autorete dell’ex allenatore ad interim juventino Massimo Carrera, (le altre due reti furono di Martorella e Palladini).
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