Regionali 2010: l’analisi di Demos & Pi in anteprima per TP

Pubblicato il 6 Maggio 2010 alle 12:25 Autore: Giovanni Diamanti
elezioni regionali - Termometro Politico

Pubblichiamo in anteprima l’analisi del gruppo di lavoro Demos & Pi sulle elezioni Regionali 2010

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È sempre difficile stabilire, in una tornata elettorale regionale, chi ha vinto e chi ha perso, perché vengono accostate competizioni e sistemi elettorali diversi, in cui il sistema maggioritario viene abbinato ad un proporzionale corretto. Da una parte, conta chi prende un voto più degli altri, il candidato eletto. Dall’altra, si contano i voti dei partiti e delle coalizioni, e le variazioni rispetto alle elezioni precedenti. Ci sono competizioni tra le coalizioni, tra i partiti, tra i candidati. Noi ci soffermeremo sul rendimento dei candidati alla presidenza. Cercheremo, cioè, di misurare le performances personali dei candidati governatori, attraverso alcuni indicatori.

Valori percentuali. Le differenze tra la percentuale che raccoglie il presidente e quella ottenuta dalla somma delle liste che lo sostengono è la prima, intuitiva operazione che può fornirci indicazioni in tal senso. Per quanto riguarda il centrodestra, in Lombardia, ad esempio, il governatore uscente Formigoni esprime un saldo percentuale negativo (-2%), così come Zaia in Veneto (-0.5%), Fiammetta Modena, invece, in Umbria, guadagna l’1% sulla sua coalizione. Tra i candidati di centrosinistra, è De Luca a dimostrare la performance migliore (+5%), mentre quella peggiore è proposta da De Filippo, in Basilicata, dove ottiene il 7% meno della coalizione. I candidati del Movimento 5 Stelle ottengono ovunque un risultato migliore rispetto alle proprie liste: il valore aggiunto di Giovanni Favia in Emilia Romagna (+1%) è tra tutti il più significativo.

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[ad]Ma per capire meglio le performance dei candidati, e le differenze rispetto alle liste che li sostengono, conviene guardare ai valori assoluti.

Voti validi. In questo caso, tra i candidati di centrodestra spiccano Formigoni (con un contributo netto di oltre 220mila voti), Zaia (+160mila) e Cota (+150mila). Nel centrosinistra, invece, le differenze maggiori, a favore dei candidati, le troviamo in Campania (+190mila per De Luca), Lombardia (+180mila per Penati) e Lazio (dove la Bonino raccoglie 146mila più delle liste che la appoggiano).

Quanto ai candidati dell’Udc, segnaliamo, in positivo, la prestazione dell’ex leader della Cisl Pezzotta in Lombardia (+60mila) e, in negativo, quella di Adriana Poli Bortone in Puglia (che, rispetto alla coalizione, “perde” un migliaio di voti).

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Per tradurre in modo sintetico la capacità dei candidati alla Presidenza di portare un valore aggiunto rispetto alla propria coalizione, abbiamo costruito un “Indice di Leadership”.

L’Indice di Leadership (IL). Questo indice è calcolato sul rapporto tra due diverse misure: da un lato, la differenza tra i voti validi raccolti dal candidato e liste che lo sostengono; dall’altro, la differenza tra i voti raccolti dai candidati e dalle liste presenti in regione. L’IL permette di rilevare le realtà dove il candidato appare più debole (se negativo) o più forte (se positivo) dei partiti che lo sostengono. Permette, inoltre, di stimare quanto – il rapporto fra candidato e partiti – sia equilibrato o squilibrato.

ELEZIONI REGIONALI 28-29 MARZO 2010

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In base all’IL, i candidati presidenti del centrodestra che appaiono maggiormente in grado di produrre un valore aggiunto alla loro coalizione sono Scopelliti in Calabria (+0.64) e Zaia in Veneto (+0.56). Mentre, al contrario, in Campania (per Caldoro; -0.17) e in Puglia (dove Palese si ferma a +0.17) il contributo dei partiti appare determinante.

Spostando l’attenzione sul centrosinistra, osserviamo come De Luca, in Campania (+1.17), sia il candidato maggiormente capace di attrarre voti su base personale, nonostante la presenza della Federazione della Sinistra, il cui candidato, Ferrero (-0.02), non riesce a fornire alcun contributo aggiuntivo. Anche Vendola, in Puglia, riesce a intercettare consensi molto al di là del perimetro dei partiti che lo sostengono (+0.83). Per contro, la debolezza di Adriana Poli Bortone (-0.01) suggerisce un voto disgiunto che potrebbe aver favorito il presidente uscente. Il candidato più debole rispetto ai partiti della coalizione appare, invece, De Filippo, in Basilicata, con un IL negativo di -1.10. Anche Agazio Loiero, Presidente uscente della Calabria, presenta un IL particolarmente negativo (-0,45), probabile segno, anche qui, di voto disgiunto a favore di Callipo (+0.81), candidato sostenuto dall’IdV e dalla lista Pannella-Bonino, oltre che dalla civica “Io resto in Calabria con Callipo”.

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