Masia (EMG) a TP: tutti i segreti di exit poll e proiezioni

Pubblicato il 12 Maggio 2010 alle 15:20 Autore: Lorenzo Pregliasco
Fabrizio Masia, ex CIRM, Nexus e Dinamiche, direttore di EMG Ricerche, ci racconta metodi e retroscena di exit poll e proiezioni. Con uno sguardo alle Regionali appena trascorse
Il 29 marzo è stato infatti il consorzio formato da EMG Ricerche e Pragma a realizzare le proiezioni elettorali sulla consultazione regionale. Abbiamo raggiunto il direttore dell’istituto EMG, Fabrizio Masia, al quale abbiamo chiesto come funzionano exit poll e proiezioni, quali i trucchi del mestiere e le prospettive future nel settore delle indagini di opinione e delle analisi politico-elettorali.
[ad]Dottor Masia, in che cosa è consistito lo sforzo produttivo della giornata elettorale? Cominciamo a dare un po’ i numeri.
«Lo sforzo è stato molto grande, anche se abbiamo già una certa esperienza nel settore. Abbiamo impiegato 1760 operatori da inviare nelle singole sezioni per registrare i dati elettorali, a cui si devono aggiungere un 10-15% di riserve e infine tutti gli operatori telefonici che dalla sede dell’istituto hanno recuperato i dati dettati dalle singole sezioni elettorali. Quindi considerando ricercatori, direttori di ricerca, operatori sul campo, operatori telefonici e supervisori possiamo dire che abbiamo fatto lavorare circa duemila persone».Abbiamo visto questa sinergia con Pragma, che è un’altra società di ricerche di mercato. In cosa è consistita la collaborazione?
«Noi abbiamo una grande esperienza di ricerche in ambito politico, loro dispongono di un call center molto efficace e hanno messo a disposizione gli operatori per il recupero dei dati dal territorio. Con loro, poi, collaboriamo spesso per l’esecuzione di sondaggi pre-elettorali, che sono molto utili laddove non si facciano exit poll per arrivare alla lettura delle proiezioni con un minimo di percezione dei trend sui candidati e sulle liste».

Quindi avete fatto dei sondaggi pre-elettorali subito prima delle proiezioni?
«Assolutamente sì e sono stati poi confermati dai dati effettivi, anche se si trattava di fotografie a due, tre o quattro giorni prima del voto e non avevano un intento solo previsivo».

Spesso al Sud il comportamento di voto è più volatile: anche lì c’è stata una conferma?
«L’obiettivo del sondaggio è quello di dare un orientamento; bisogna tenere presente che il tasso di rifiuto, cioè di coloro che non restituiscono il voto al telefono, va progressivamente aumentando e nel Meridione il tratto è particolarmente evidente. Nella nostra esperienza il caso più critico è quello della Calabria, ma la fotografia restituita dal sondaggio era comunque quella di uno Scopelliti fortemente davanti».

Chi è stato il committente delle proiezioni?
«Rai e Mediaset, che hanno potuto così ridurre i costi per ottenere di fatto la stessa informazione. Mi è sembrato un fatto positivo soprattutto da parte della Rai, dal momento che il cittadino si è trovato a pagare di meno per questo servizio».

L’accordo riguarderà anche le prossime tornate elettorali?
«No, si riferiva soltanto alle Regionali: presumo che per i prossimi appuntamenti si farà una gara come al solito. In genere la Rai invita 7-8 istituti e poi sulla base di parametri tecnici ed economici valuta quello che ritiene il migliore».

Masia, noi l’abbiamo conosciuta essenzialmente nel 2006 come direttore della Nexus, quando curò gli exit poll e le proiezioni sulle elezioni politiche. Poi l’anno scorso il lavoro con Dinamiche per le Europee. A cosa si deve l’evoluzione del suo lavoro e delle agenzie che ha diretto?
«Il mondo delle ricerche di mercato, al di là delle grandi multinazionali, è sempre in fermento e in evoluzione, sicché gli istituti di media dimensione procedono spesso a cambiamenti di strategia, di organizzazione, di marchi. Per quanto mi riguarda personalmente avevo già lavorato nel 2004 e nel 2005 con exit poll e proiezioni e già da prima in CIRM, però il 2006 è stato l’anno in cui ho avuto la maggiore esposizione, anche perché quelle sono state elezioni molto particolari in cui la coalizione vincente si è affermata per lo 0,07%. Lì si va oltre la statistica, anche se al di là dell’exit poll le proiezioni sin da subito hanno detto che si andava verso una situazione di grande incertezza, considerato il margine d’errore associato al risultato».

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