“Mi sono registrato online per votare alle primarie. Voto per Bersani, non perché è mio amico ma perché credo che in questo momento ci sia bisogno di stabilità e di chi sa dove mettere le mani”. Queste dichiarazioni sarebbero un ottimo biglietto da visita per il segretario del Pd se non fosse che a pronunciarle è stato Filippo Penati, ex vicepresidente Pd del Consiglio regionale della Lombardia, ora indagato per corruzione e concussione per aver intascato presunte tangenti sulla riqualificazione dell’ex Area Falck di Sesto San Giovanni.
Le parole dell’ex braccio destro di Bersani, ospite lunedì mattina alla trasmissione L’Aria che Tira su La7, rischiano infatti di trasformarsi in un boomerang per il segretario democratico in piena campagna per le primarie di partito. Infatti l’endorsement di Penati nei confronti di Bersani può diventare un’arma tagliente nelle mani dei diretti avversari del segretario. Soprattutto di Renzi, che potrebbe sfruttare le dichiarazioni di Penati a suo favore. Bersani per ora sull’aspetto giudiziario della vicenda che coinvolge l’ex presidente della Provincia di Milano ha sempre tenuto un profilo basso, non si è mai espresso trincerandosi dietro ad un “non ne sapevo nulla” e rimettendo il tutto nelle mani della magistratura. Di certo l’appoggio, non richiesto, di Penati mette in imbarazzo e non poco Bersani che a quanto pare non è stato fortunato nella scelta dei propri assistenti. Solo due settimane fa, infatti, è stata indagata per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia Romagna la sua storica segretaria, Zoia Veronesi.