L’Udc tra autonomia e alleanze

Pubblicato il 13 Ottobre 2010 alle 16:33 Autore: Eugenio Angelillo
Politica italiana, Casini Evaporato il nostro terzo polo
Uno dei temi centrali delle prossime elezioni sarà la collocazione dell’UDC nello scacchiere politico.
In particolare l’alleanza con il centrosinistra o un nuovo Terzo Polo, assieme a Futuro e Libertà, potrebbero terremotare il quadro politico italiano. Tuttavia un’analisi comparativa dei risultati ottenuti dall’UDC alle ultime elezioni regionali ci indica come il risultato elettorale del partito di Casini possa essere pesantemente influenzato dalle scelte in termini di alleanze.
Il dato nazionale

L'Udc tra autonomia e alleanze

Negli ultimi 3 anni ci sono state 2 elezioni generali oltre alle recenti regionali. I risultati dell’UDC nelle 13 regioni che sono andate alle elezioni nel 2010 sono riassunti nella tabella 1:

[ad]A prima vista l’UDC sembra confermare il risultato della Camera 2008, mentre presenta un sensibile arretramento rispetto alle Europee del 2009, quando aveva ottenuto un ottimo risultato, risultando in crescita rispetto alle precedenti elezioni politiche perfino in termini di voti assoluti, nonostante la sensibile diminuzione dell’affluenza. L’arretramento appare anche piu’ significativo se si considera che nelle tredici regioni analizzate il numero di votanti cala di poco piu’ di un milione tra le Europee e le Regionali mentre al contempo l’UDC perde 400mila voti tra le due tornate elettorali.
 
Peraltro anche l’analisi dettagliata rispetto al dato delle Politiche farà emergere un interessante fenomeno di re-distribuzione dei voti all’interno del partito di Casini. Redistribuzione che è pre-annunciata nella tabella 2, dove si mostrano i guadagni e le perdite  dell’UDC a livello regionale, rispetto alle passate elezioni Politiche e Europee:

In particolare si rileva che le maggiori perdite, in percentuale, l’UDC le ha in Piemonte, dove rispetto alle Europee arriva a perdere 2,6 punti percentuali, i maggiori guadagni invece in Campania, dove rispetto alle Politiche arriva a guadagnare quasi 3 punti. In base a queste osservazioni si è deciso di aggregare i dati per area geografica e per tipologia di alleanza, visto che l’UDC, come ben noto, alle passate Regionali si e’ presentata con alleanze a geometria variabile.

L’analisi geografica
Il risultato delle regioni del Nord è particolarmente significativo per l’UDC. Innanzitutto c’è da rilevare che i votanti alle Regionali nel Nord sono risultati essere più della metà del totale, con un calo minimo di affluenza rispetto alle europee, poco meno di 450mila voti in meno su oltre 13 milioni. Inoltre in nessuna delle regioni del Nord l’UDC si è presentata in alleanza con il centrodestra. O ha scelto l’alleanza con il centrosinistra come in Piemonte e in Liguria, oppure ha corso in autonomia come in Lombardia e Veneto.

Il risultato, riportato in Tabella 3, per l’UDC è impietoso: in un anno, dal 2009 al 2010 perde quasi il 40% dei propri voti passando dai quasi 750mila a meno di 460mila, con una percentuale in calo dal 5,7% a un modesto 3,61%. Rispetto alle Politiche il calo percentuale è meno pesante, circa un punto percentuale, ma in termini assoluti è della medesima entità di quello registrato nei confronti delle Europee.

Al centro il risultato dell’UDC, riportato in Tabella 4, rimane sostanzialmente invariato in termini di percentuale, e il calo di voti assoluti appare essere in linea con il calo dell’affluenza:

Inoltre la presenza di liste civiche locali, o listini presidenziali, che pescano nell’elettorato moderato non schierato, uno dei maggiori bacini elettorali dell’UDC, ha sicuramente avuto un effetto deprimente sul risultato della formazione di Casini, parzialmente contrastato dalla nota vicenda dell’esclusione della lista pidiellina a Roma.

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