Prima analisi del risultato di Bologna: anticipato dai nostri exit poll, anche se con qualche imperfezione. Ecco perché
[ad]Le primarie del centrosinistra per il sindaco di Bologna si sono chiuse con una schiacciante vittoria di Virginio Merola, il candidato del Partito Democratico, su Amelia Frascaroli – appoggiata da Sinistra e Libertà, Vendola, ma anche da Flavia Prodi – e sull’outsider Benedetto Zacchiroli.
Merola 58,3%, Frascaroli 36,0%, Zacchiroli 5,7%. I dati rispecchiano la tendenza evidenziata dagli exit poll diffusi da Termometro Politico alla chiusura delle urne, anche se con un margine maggiore a favore di Merola. Perché questa discrepanza, a differenza del risultato molto più accurato ottenuto a Milano? Ecco qualche possibile chiave di interpretazione:
- L’affluenza. E’ stata molto maggiore del previsto (gli organizzatori si aspettavano 15 mila partecipanti, alla fine sono stati 28.400); benché fossimo riusciti a stimarla correttamente già nel pomeriggio (la nostra proiezione era 28-29.000 elettori), non avevamo predisposto materiale sufficiente per fare fronte a una partecipazione così massiccia. In tre seggi, le schede per l’exit poll sono terminate prima della conclusione delle votazioni e non ci è stato possibile porre riparo all’imprevisto.
- Il campione di seggi individuato è risultato invece corretto, tanto da discostarsi di appena l’1% nei valori medi dei candidati (Merola 57%, Frascaroli 37%, Zacchiroli 6%); le 17 postazioni dislocate in tutti i quartieri della città, dunque, sono state selezionate in modo adeguato, pur in assenza di un dato storico visto che i seggi erano in gran parte di nuova istituzione. Il metodo è stato analogo a quello adottato per le primarie di Milano.
- Un bias nel tasso di risposta all’intervista, in particolare in mattinata, quando i votanti erano soprattutto anziani: è probabile che, in particolare in alcuni seggi, una quota di elettori si sia rifiutata di ripetere il voto, e che tra questi soggetti ci fosse una forte prevalenza di Merola. Questo elemento ci fa ritenere che, rispetto al voto di Milano che era caratterizzato soprattutto da una scelta d’opinione, a Bologna ci fossero schemi di voto più legati all’appartenenza e alla strutturazione partitica, e che abbiamo colpevolmente sottovalutato.
- I tempi molto stretti per la conduzione dell’indagine, quasi interamente pianificata e preparata tra giovedì e sabato: qualche giorno in più avrebbe permesso di istruire meglio i rilevatori e esaminare più correttamente alcuni profili di errore che sono stati invece sottostimati.
- La tendenza. L’evoluzione del voto è stata singolarmente ondivaga, se paragonata a rilevazioni dello stesso tipo: in mattinata Merola risultava intorno al 70%, ma è poi sceso gradualmente al 60%, poi al 56% e infine intorno al 52% nel dato finale della serata. Verosimilmente, c’è stata una sopravvalutazione del voto del pomeriggio e della sera, che ha finito col premiare la Frascaroli a danno di Merola.