Di Pietro e le alleanze, da Bersani a Grillo e ritorno
L’Italia dei Valori non si alleerà con il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo, lo conferma lo stesso Antonio Di Pietro.
[ad]Solo pochi giorni fa, l’ex pm di Mani Pulite aveva parlato – a proposito dell’inchiesta di Report sulla gestione economica dei beni del partito – di “killeraggio mediatico” da parte dei poteri forti, da cui evidentemente il partito del Gabbiano non era più ritenuto utile o accettabile, con la conseguente dichiarazione di vicinanza al movimento e di “sostegno” al suo fondatore Beppe Grillo. Sostegno ricambiato dal comico genovese, che lo stesso giorno espresse il desiderio di vedere Di Pietro al Quirinale. Sostegno che però nei giorni successivi ha causato la rottura al vertice del partito, con il numero due Massimo Donadi che, lamentando le continue giravolte di Antonio Di Pietro (che in effetti nell’ultimo anno è passato più volte dalla “foto di Vasto” agli apprezzamenti per Grillo, alla Fiom, a Vendola e Diliberto, ndr) rilanciava la necessità di un riavvicinamento al Pd e ad una prospettiva di governo.
Si fosse aspettato qualche giorno, forse non sarebbe stato necessario far volare gli stracci: Grillo – rimbrottato da alcuni suoi sostenitori – ha chiarito che il M5S non avrebbe fatto alleanze con nessuno, tantomeno con l’Idv. Ed oggi lo stesso Di Pietro ha chiarito che con il MoVimento non ci sono le condizioni per far nascere un’alleanza, trattandosi di un soggetto politico intento alla mera protesta, aggiungendo che la sua speranza è quella di riprendere in mano la famosa foto di Vasto, e ripartire di lì: per questo ha invitato i militanti dell’IdV a partecipare alle primarie, sostenendo uno tra Vendola e Bersani (entrambi a suo avviso alternativi alle politiche “ragionieristiche” del Professor Monti) a discapito di Matteo Renzi, tacciato di “neoliberismo alla Marchionne-maniera”.
Come si evolverà la situazione è difficile prevederlo, anche perché nelle considerazioni dell’ex magistrato si cela un convitato di pietra, il Pd, che non è detto voglia accettare al voto i dirigenti di un movimento che allo stato dell’arte è alternativo al progetto della coalizione Pd-Psi-Sel, e quindi non potrebbero firmare sinceramente la dichiarazione di sostegno al progetto stesso. E non è detto che dagli entourage di Bersani e Vendola il sostegno di Antonio Di Pietro sia poi così gradito, stando a sondaggi elettorali che negli ultimi tempi vedono l’IdV in profonda crisi.