Termometro Sportivo. Guida alla tredicesima giornata di Serie A
E’ tornato il campionato che conoscevamo: la scorsa giornata sembra aver rimesso le cose al loro posto. La Juventus è tornata a vincere e dominare l’avversario con il rotondo 6-1 al Pescara, l’Inter si è fermata, dopo 9 vittorie consecutive in campionato, a Bergamo, il Milan si è bloccato in casa contro la sempre più sorprendente Fiorentina, la Lazio ha vinto il derby rendendo la crisi della Roma sempre più grave e il Napoli ha ripreso a vincere dopo due risultati negativi.
Questa 13° giornata, però, potrebbe regalare ancora nuovi ribaltamenti dei pronostici, specie nelle partite più attese che, come ormai accade solitamente, si svolgono in orari distanti dal classico pomeriggio domenicale. Guardiamo cosa ci dicono le statistiche sportive e i precedenti sulle sfide del week end.
[ad]Si inizia, oggi pomeriggio, con Juventus – Lazio. La Juve, dicevamo, viene dalla rotonda vittoria per 6-1 sul Pescara, ma quest’anno, contro quelle che sono oggi le prime 5 della classifica ha sempre sofferto (una vittoria per il rotto della cuffia col Napoli, un pari con la Fiorentina che, a detta di molti, meritava di più e la sconfitta con l’Inter in casa). La Lazio, invece, viene dalla vittoria nel derby contro la Roma, che sembra averle ridato certezze dopo 3 giornate in cui i risultati stentavano ad arrivare (sconfitta a Firenze, pari col Torino in casa e debacle per 4-0 in quel di Catania). Però i precedenti in casa Juve sono preoccupanti per i biancocelesti, che tornano da Torino senza vittorie da ben 10 anni: l’ultima, infatti, risale al dicembre del 2002 quando Stefano Fiore, con una doppietta, rispose al gol juventino di Pavel Nedved. Da allora 6 vittorie bianconere, di cui l’ultima l’anno scorso per 2-1 con il gol vittoria dell’ex capitano Del Piero, e 2 pari.
Alle 20.45, al San Paolo, è la volta di Napoli – Milan, che riporta alla memoria gli scontri della fine degli anni ’80, quando a fronteggiarsi, in luogo dei vari Constant, Zuniga, Aronica e Acerbi, c’erano Maradona e Van Basten, Gullit e Careca, Alemao e Ancelotti, Baresi e Ferrara. Ma oggi il campionato ci racconta di un Milan ridimensionato, in cerca disperata di risultati utili per non vedere la sua classifica ancora più compromessa di quanto non sia ora. La sfida, forse, più emozionante e più rilevante, per quel che significò, fu quella del primo maggio del 1988. Il Milan di Sacchi, che aveva rivoluzionato la squadra e in cui erano arrivati i big Van Basten e Gullit, dopo una partenza di campionato difficile, si erano buttati all’inseguimento del Napoli detentore del titolo e, alla sfida di quel giorno, si presentavano a un solo punto di distanza. Al 36°, su una punizione deviata, Virdis si lanciò sul pallone e, anticipando il difensore biancazzurro, infilò in diagonale l’incolpevole Garella. Dopo un susseguirsi di azioni pericolose da un lato e dall’altro, però, allo scadere del primo tempo, arrivò il più classico dei gol di Maradona, con la solita, splendida parabola su calcio di punizione. Il Milan tornò ad attaccare e, al 68° Gullit si lanciò in dribbling sulla fascia prima di mettere in mezzo un cross sulla testa di Virdis, che portò il risultato sul 1-2. Meno di sette minuti dopo un’altra sgroppata dello scatenato Gullit regalò il gol successivo a Van Basten, che si ritrovò in mezzo all’area un pallone da spingere semplicemente in rete. Ma la partita non era finita. Due minuti dopo, al 78°, il Napoli si rifece sotto con un colpo di testa vincente di Careca. Ma non bastò l’assalto finale, il Milan vinse quella partita al San Paolo e, con due pari nelle ultime due partite, grazie alle sconfitte del Napoli con Fiorentina e Sampdoria, conquistò il suo primo scudetto dell’era Sacchi.
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[ad]La domenica le partite in programma alle 15.00 vedono di fronte il Bologna in crisi di risultati (non vince dal 4-0 al Catania del 30 settembre) contro il Palermo di Gasperini e di Dybala, la nuova scoperta di Zamparini che ha siglato contro la Samp la sua prima doppietta in A; il Catania che finora, in casa, ha visto il proprio campo espugnato dalla sola Juventus, contro il Chievo; le due squadre probabilmente più in forma del momento, Fiorentina e Atalanta, sfidarsi con un occhio rivolto all’alta classifica; l’Inter che riceve in casa il Cagliari del duo Pulga-Lopez che, dal cambio di allenatore, è stato sconfitto in una sola occasione; il Parma che va in visita all’Udinese altalenante di questo scorcio di stagione e l’inedito, se non per una sfida giocata nello strano campionato dopoguerra ‘46-‘47, Siena Pescara.
La sera, alle 20.45, c’è il derby della lanterna, forse quello che, in base ai precedenti, può essere ritenuto il più equilibrato di tutti quelli che quest’anno si giocheranno in serie A. Le due squadre vengono da una serie di sconfitte che hanno pochi riscontri nel passato: la Sampdoria non fa punti dalla quinta di campionato, dall’1-1 con la Roma, e non vince addirittura dalla 3° giornata; il Genoa, da quando ha sostituito in panchina De Canio con Del Neri, ha rimediato 4 sconfitte di fila e non vince una gara dallo 0-1 sulla Lazio, datato 23 settembre. La situazione si sbloccherà, per una delle due, ma l’altra vivrà una nuova settimana difficile.
Lunedì sera, infine, il posticipo vede di fronte all’Olimpico il Torino di Ventura e la Roma di Zeman, due squadre molto diverse fra loro, con la prima che vanta un’ottima difesa (solo 10 gol subiti, 13 in meno dei giallorossi) e la seconda che basa tutto il proprio gioco sull’attacco (28 gol fatti, addirittura 15 in più dell’avversario). Le statistiche vedono la Roma nettamente in vantaggio, con 41 vittorie contro le 14 del Torino ed i granata non sono mai andati a vincere in casa di una squadra allenata da Zeman (una sconfitta e due pari ai tempi del boemo sulla panchina del foggia e una sconfitta e un pareggio ai tempi della Lazio), ma negli anni di Zeman alla Roma, la sfida con i granata non c’è mai stata, col Torino in crisi nel campionato cadetto.
Buon campionato (diluito) a tutti.
di Fabio Maneri