La politica vista dai blog, forum, socialnetwork e newsletter.

La politica vista dai blog, forum, socialnetwork e newsletter.

 

Nel 1983 Andrea Pazienza creò uno dei capolavori del fumetto italiano di stampo sociale-politico: dedicò questa sua opera, perché è un’opera artistica a tutti gli effetti, alla figura del Presidente della Repubblica più amato dal popolo italiano, Sandro Pertini. Chiunque di voi sia nato a ridosso degli anni 60-70 avrà potuto assistere all’epopea di un politico dal carisma coinvolgente, capace di unire una nazione divisa, refrattaria all’unità, incapace spesso e volentieri di deporre l’ascia di guerra per proseguire coesa verso un unico traguardo. Quale il suo segreto? Anticipò i tempi della comunicazione del XXI secolo.

[ad]Perché inizio questo articolo da questo fumetto? Ritengo che Pazienza riuscì a suo modo a rendere la politica fruibile ad un pubblico sempre più vasto, coinvolgendo in modo poco ortodosso e quindi molto efficace le generazioni degli anni 80 meno avvezze alla vita di partito, in ultima analisi partecipanti alla vita sociale e pubblica.

Di seguito cercherò di fornire la mia interpretazione di un movimento sociale sempre più diffuso: il dibattito politico non più all’interno dei circoli dei partiti, ma sempre più da dietro un computer. La politica vista attraverso i blog, forum, socialnetwork e newsletter. 5 fattori spingono probabilmente i cittadini ad usare la rete

1) anonimato 2) velocità d’azione 3) capillarità d’azione 4) costi di mobilità ridotti 5) assenza di autorità

Sono lontani i tempi in cui i partiti contavano milioni di tesserati: recentemente la campagna di tesseramento del Partito Democratico ha visto sfondare quota 800 mila, cifra ragguardevole, sebbene ben al di sotto dei fasti di qualche anno/decennio addietro. Gli analisti politici si stanno interrogando su quali siano le nuove dinamiche di dibattito politico nei primi anni del XXI secolo, almeno in Italia, nazione storicamente molto propensa alla vita attiva di partito. Nei media generalisti, quali la televisione in primis, si concede poco, pochissimo spazio ai modi alternativi di dibattere di elezioni, sondaggi, tendenze, manifestazioni, congressi. Appare alquanto evidente come i canali televisivi italiani sembrino estranei ad un mondo del tutto diverso dal loro: questo mondo è composto da cittadini i quali hanno deciso di discutere degli stessi temi affrontati nei vari Porta a Porta, Ballarò, Matrix etc. in altre sedi, sedi spesso virtuali, non fisiche, senza né camere né pareti. Basta un computer, una connessione internet, del tempo libero da dedicare, ed una buona dose di intraprendenza.

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[ad]Tra i siti italiani esistono molti spazi dedicati alla politica, in modo diretto od indiretto: il caso più emblematico e famoso è certamente il blog di Beppe Grillo. Esistono tuttavia miriadi di altri luoghi dove gli internauti (versione post-moderna degli Argonauti) si scambiano opinioni, pareri, punti di vista, proposte. Il sito del Termometro Politico nacque proprio dalla volontà dei suoi fondatori di concedere uno spazio a tutti coloro i quali cercavano alcune particolari informazioni, sparpagliate in modo incoerente sulla rete. I creatori di questo sito provengono tutti quanti da una lunga esperienza in un forum, chiamato Politica Online, recentemente chiuso dopo la scomparsa del suo proprietario ed ideatore, Mario Zerbato. Quel forum fu per molti italiani un luogo di ritrovo costante di dibattito (spesso di scontro) politico.

Noi del Termometro Politici siamo fortemente convinti che in Italia sia ancora presente una grande attenzione alla politica. Questa attenzione però deve essere veicolata nel modo corretto, in sintonia con una società globale che cambia a velocità folle per alcuni. Una velocità che spaventa le vecchie generazioni ma che affascina quelle nuove.

La domanda che i più curiosi si possono porre è allora la seguente: cosa attira, spinge, invoglia sempre più cittadini italiani nel dedicare parte del proprio tempo libero alla politica, i partiti, le leggi emanate e tutto ciò che ne consegue attraverso gli innumerevoli mezzi concessi da Internet? E perché su Internet e non nella vita reale e non virtuale?

Non sono un sociologo né tanto meno uno psicologo, quindi le mie motivazioni potranno risultare errate o non del tutto corrette secondo i parametri ufficiali. Tuttavia propongo ciò che la mia esperienza mi fa osservare quotidianamente. Ecco qui un elenco schematico di ciò che io ritengo i 5 catalizzatori determinanti per poter descrivere questa nuova tendenza sociale.

1) l’anonimato: basta una email (posta elettronica), un nickname (un soprannome) ed una password (una parola segreta d’accesso) ed il gioco è presto fatto. Un sistema veloce, poco invasivo e discreto, che consente anche al più timido di noi di diventare un interlocutore attivo in qualunque sito internet. Ai puristi questo sistema potrebbe creare dei grattacapi intellettuali e filosofici, ma non è questo il caso per tutto il resto del mondo. Immaginate di lavorare per una compagnia/azienda che non tolleri troppo che i propri dipendenti esplicitino pubblicamente il proprio pensiero politico-religioso-sociale. Non c’è bisogno di tirare in ballo i servizi segreti: pochi datori di lavoro sarebbero lieti di leggere i punti di vista dei propri dipendenti, specie se questi fossero critici del proprio operato. Ecco dunque perché l’anonimato risulta ancora una volta vincente. Certo l’anonimato cela anche delle insidie per i gestori di siti internet, quali la calunnia, le offese, il plagio. La Polizia Postale dovrà lavorare ancora più alacremente per scovare il responsabile. Tuttavia i casi sono sporadici, soprattutto quelli gravi ed inoltre in ogni sito internet che si rispetti esiste un gruppo di moderatori i quali hanno il compito di monitorare costantemente che non si arrechi danno alcuno. Spesso in stretto contatto con le Forze dell’Ordine. L’anonimato per alcuni mina e distrugge le fondamenta dell’attività sociale canonica, delle relazioni personali. Rimane il fatto che alcuni gruppi anonimi si riuniscano di persona per celebrare la propria amicizia virtuale e sebbene in qualche caso vi siano state spiacevoli sorprese, la rete in questo caso non perdona: come vedremo più avanti, in rete non puoi mentire troppo a lunga, a causa della velocità e capillarità d’azione.

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[ad]2) velocità d’azione: il pregio fondamentale di Internet è la sua velocità d’azione, la sua estrema ed intrinseca globalizzazione. L’effetto ali di farfalla è la regola d’oro per qualunque iniziativa a mezzo etere virtuale. Di recente si è visto con le elezioni in Iran: tramite il socialnetwork Twitter milioni di internauti da ogni parte del globo, incluso l’Iran, si sono scambiati informazioni ed hanno permesso anche ai canali ufficiali di fornire notizie altrimenti inaccessibili. Su Internet una manifestazione, un’iniziativa, un corteo non necessitano di troppa burocrazia per essere attiviati: si trovano i partecipanti pubblicizzando l’evento con appositi loghi da affiggere nei siti amici, un buon sistema capillare di passaparola ed in poco tempo, se il sistema e gli organizzatori sono efficienti, l’evento raccoglie migliaia di sostenitori attivi/passivi. Provate a farlo da dentro un circolo di partito e vi accorgerete delle immense difficoltà. Inoltre, basta che un utente scovi una notizia locale, la pubblicizzi con lo stesso sistema, ed immediatamente quella notizia locale, sconosciuta ai più, diventerà globale. Tutti su Internet sanno potenzialmente di tutto. Da qui emerge però un annoso problema del XXI secolo: siamo oberati talmente tanto di informazione che forse non siamo più capaci di analizzarla criticamente. Per qualcuno un rischio da correre, per altri no.

3) capillarità d’azione: abbiamo già indicato questo fenomeno pocanzi, ma qui lo vogliamo ribadire in tutta la sua potenza latente. Senza una rete di influenza, nessun evento risulta modificare alcunché. La teoria delle reti si applica ad internet in modo naturale: immaginate di voler pubblicizzare un evento. Quante persone potrete voi direttamente contattare? Ammettiamo 50 persone. Nell’era della comunicazione ortodossa, questa rete si sarebbe quasi fermata qui, oppure avrebbe influenzato qualche altro cittadino, ma non molto di più. Nell’era di Internet questo non è più vero. Supponete di pubblicare il vostro evento sulla vostra pagina Facebook. I vostri amici la leggeranno, commenteranno e molto probabilmente diffonderanno a loro volta sulla propria pagina Facebook. Gli amici dei vostri amici faranno la stessa cosa e così di seguito. In poco tempo la notizia locale apparsa sulla vostra pagina avrà già raggiunto più persone di quelle che avreste potuto conoscere in una vita intera. Se questa non è capillarità d’azione, allora non so cosa lo possa essere. Obama durante la campagna presidenziale 2008 ha scommesso molto su Youtube e Facebook ed i risultati si sono visti immediatamente. Tutto il mondo, in pochi secondi, era a conoscenza di cosa avrebbe fatto se fosse stato eletto presidente. Questo ovviamente arreca una grossa responsabilità: su Internet NON si può mentire a lungo, poiché in poco tempo una moltitudine di persone potrà svelare la tua tua bugia. Sempre più politici italiani aprono un proprio blog per risultare più in linea con questa nuova tendenza e per rafforzare la propria presenza nella società italiana. I politici che non riescono a stare al passo con i tempi risulteranno molto probabilmente i meno efficaci nel prossimo futuro.

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[ad]4) costi di mobilità ridotti: ad ogni cittadino che non possieda un lauto conto bancario il costo di un’attività inciderà molto sulla sua decisione di intraprenderla e perseguirla. Quanto costa partecipare alla vita politica attraverso la rete? Il costo della propria connessione ed il costo del proprio computer. Poiché i computer ormai sono diffusi tanto quanto le televisioni e le connessioni ad internet hanno prezzi molto ridotti rispetto a qualche anno fa’, chiunque potenzialmente può permettersi di usare la rete a proprio vantaggio e piacere. Prima di questa diffusione della rete, il cittadino doveva prendere la propria macchina, il mezzo pubblico, recarsi al circolo di persona. Certo, non un costo proibitivo. Tuttavia se aggiungiamo a questo anche l’accidia naturale dell’essere umano, la sua poca propensione ad agire, abbiamo trovato un’alchimia perfetta. Non solo non si spende nulla (o quasi), ma puoi agire comodamente da casa tua, senza doverti spostare di un metro. Per molti di noi questa è musica per le proprie orecchie.

5) assenza di autorità: ognuno di noi, chi più chi meno, soffre l’autorità, sul proprio posto di lavoro, all’università, a scuola, nei luoghi pubblici. L’autorità ha in un certo modo un effetto narcotico sull’attività umana: dinanzi ad una divisa, ad un superiore, ad un padrone, molti di noi si sentono inermi, cessano di essere intraprendenti, per paura, per poca autostima, per ignoranza, per milioni di altri fattori. Sulla rete l’autorità è ridotta all’osso. Certo, ogni sito che si rispetti disporrà come detto precedentemente di un gruppo di moderatori, di un amministratore, che assurgono al ruolo di autorità. Un’autorità tuttavia anch’essa virtuale, per il semplice fatto che non si ha un contatto fisico diretto, ed in più si è protetti/nascosti dal proprio anonimato. Ci si sente liberi di agire, liberi di pensare, di insultare, di commentare, di parlare, di mostrare la parte più recondita della propria personalità che nella società reale non si avrebbe il coraggio di fare. La rete per molti aspetti è una semi-anarchia, e tutte le volte che i governi, politici e burocrati vogliono imporre delle regole, gli internauti insorgono, ribadendo il diritto quasi ancestrale di poter avere uno spazio dove le regole siano molto elastiche e si abbia un senso profondo di Libertà. I più attenti potranno obbiettare, motivando la loro critica con una libertà anch’essa parziale. Dettagli a cui pochi fanno attenzione nelle ore di navigazione.

Altri fattori possono essere inclusi: qui ho solo voluto fornire i principali, i più diretti, i più intuitivi. Probabilmente i più importanti.