Estenson (CNN.com) al Prix Italia di Torino: il web da Obama a iReport
Kenneth Estenson di CNN.com
Si è parlato di web – il titolo dell’incontro, da cui poi i relatori hanno scherzosamente preso le distanze, era ‘Come realizzare il miglior sito web del mondo‘ -, ma non solo.
[ad]Quello con Kenneth Estenson, già vicepresidente alla Disney-ABC e dallo scorso anno senior vice president e general manager di CNN.com, era l’incontro forse più atteso tra gli eventi collaterali del Prix Italia, concorso internazionale organizzato dalla Rai e che quest’anno si svolge a Torino. La sala, al secondo piano dello storico palazzo della radio di via Verdi, là dove nacque la radiofonia italiana, era gremita di giurati, delegati, giornalisti e studenti.
Dopo l’introduzione di Wim Schepens della tv olandese NPO, il saluto del segretario generale del Prix Giovanna Milella e l’intervento dell’amministratore delegato di Rai Net Piero Gaffuri è toccato a Estenson, studi alla Tufts e Harvard, appena 37 anni ma già al timone di uno dei principali siti di informazione del mondo: oltre 40 milioni di utenti unici al mese in media, ha detto, mentre l’intero sistema Rai non arriva a 5.
Estenson non ha curato la campagna elettorale di Obama, come molte agenzie riportano erroneamente affibbiandogli l’improprio nomignolo di ‘guru’, ma ha gestito la sinergia CNN-Facebook che, il giorno del giuramento del nuovo presidente, ha permesso a migliaia di utenti di scambiarsi sensazioni e opinioni sull’evento e contemporaneamente assistere alla diretta dell’emittente all news americana.
L’intervento, molto interessante e trasmesso in diretta sul digitale terrestre e sul sito del Prix Italia, non è ancora reperibile su Internet; ha tuttavia spaziato su vari argomenti, da Twitter al citizen journalism di iReport, senza dimenticare la collaborazione con YouTube per raccogliere le domande dei cittadini americani durante i dibattiti presidenziali dello scorso anno e il crescente ruolo della rete nel newsgathering anche per i media tradizionali.
Concetti che possono sembrare sfuggenti in un Paese come il nostro, in cui in campagna elettorale il 70 per cento degli elettori si informa attraverso i tg e solo il 4% usa la rete (il 13 tra gli studenti: tutti dati Censis). Ma non c’è mare che non abbia un’altra sponda: e di là dall’Atlantico – ce lo dice il Pew – la campagna presidenziale dell’anno scorso ha visto il 55% degli adulti navigare su Internet per cercare informazioni.
Che poi, in Italia, anche a voler raccogliere le domande via YouTube si rischierebbe di non ricevere risposta: né le ultime elezioni politiche, né il congresso del Pd sembrano averci voluto concedere la grazia di un dibattito pubblico tra i candidati.