PD, confronto tv tra i candidati: tutte le domande e le risposte

Pubblicato il 16 Ottobre 2009 alle 12:27 Autore: Redazione

[ad]7a DOMANDA: non ci sono grandi diferenze di programma tra di voi. Cercate allora di dare una motivazione forte a chi andrà a votare alle primarie. Quale sarà la svolta vera?

Bersani: non possiamo andare avanti in questo modo o urlando un po’ di più. Ci vogliono dei cambiamenti. Propongo cambiamenti sulla struttura del partito, sul messaggio fondamentale da dare alla società con un partito popolare, e una politica che sia un’indicazione verso un’alternativa di governo. Bisogna muovere le forze di opposizione per creare un’alternativa a Berlusconi. Che segretario sarò? Non sono per il partito di un uomo solo, penso a un partito come una comunità di protagonisti. C’è bisogno di organizzarci come comunità pensante e di mettere il baricentro sul territorio. E c’è un problema di rinnovamento, ma non per simboli: cercando invece di mettere in campo una generazione che c’è già. Voglio dire una cosa a Chiamparino: i problemi ci sono, ma io ragiono in un altro modo. Bisogna dare una mano. E’ ora di dare una mano, perché questo partito è l’unica speranza di questo paese e bisogna lavorarci tutti in unità e amicizia.

Franceschini: “sono stato chiamato solo 6 mesi fa a fare il segretario. Ho dimostrato amore al partito in un momento di difficoltà. Ho cercato in questi mesi di coinvolgere il più possibile, di far decidere votando, ho cercato di rinnovare i gruppi dirigenti, ho sciolto il governo-ombra, ho fatto una segreteria di 5 persone perché abbiamo una forza enorme sul territorio. Noi dobbiamo riconoscere di aver fatto degli errori. Non possiamo rimettere in discussione il progetto: dobbiamo andare avanti. I cambiamenti richiedono sacrifici. Non possiamo non applicare il merito all’interno del partito. Vedo volontari straordinari e mi chiedo ‘perché non siete voi i dirigenti del partito?’. Se rifarò il segretario una parte della mia futura squadra sarà fatta in base al merito e alle competenze. I cambiamenti sono sempre dolorosi, bisogna guardare avanti ma non contro qualcuno. Per questo non avrei mai accettato Bassolino come capolista.

Marino: “quello che dice Dario è giusto, ma perché i giovani non sono nella classe dirigente? Perché il partito è vittima delle correnti, che io vorrei vedere sciolte. E le correnti non vogliono il rinnovamento. I giovani nei congressi di circolo si sono confrontati con dirigenti che erano già deputati prima che nascessero, come Fassino. Queste persone devono essere facilitate nell’avere un ruolo di leadership. Credo anche però che dobbiamo avere un partito in cui abbiamo le primarie sempre. Deve esserci la possiblità per la gente di scegliere le persone che si vogliono candidare alle elezioni”.

Franceschini: “comincia a non metere in discussione il risultato del 25 ottobre”.

Marino: “è facile come fa Dario parlare di laicità. Ma guarda, all’interno del partito ci sono molti tra i tuoi sostenitori che voterebbero esattamente come vota Paola Binetti. Fioroni, Baio, Bianchi, Bosone… voterebbero nello stesso modo, è facile riempirsi la bocca della parola laicità

Franceschini: “quindi il modello di partito è mandare fuori dal partito tutti quelli che non la pensano come te. Bel partito dmeocratico!”

Marino: “no, votare a maggioranza e sentirsi tutti vincolati a sostenere la decisione presa a maggioranza”

8a DOMANDA: il governatore Draghi ha chiesto di alzare l’età pensionabile. Cosa pensate?

Franceschini: ci vuole una scelta politica non guardando al risultato che produce il giorno dopo ma al risultato per le future generazioni. Non c’è più la capacità di guardar lontano. Bisogna saper ricostruire un patto generazionale. E’ giusto e possibile chiedere ai genitori di lavorare qualche anno di più se questo serve per dare un futuro previdenziale ai propri figli. Per chiedere questo bisogna che i genitori sappiano che il loro sacrificio è per i loro figli e non va a finanziare l’inefficienza e gli sprechi dello Stato. Bisogna ridiscutere il tema dell’età pensionabile.

Marino: già 10 giorni fa dissi che secondo me bisogna rivedere l’età pensionabile. Lo penso perché la vita media dell’uomo non è cambiata fino al 1910; improvvisamente, con il frutto della scienza, l’aspettativa di vita si è alzata molto. Per questo non possiamo applicare gli stessi parametri del secolo scorso. Dobbiamo rivedere l’età con oculatezza: se rivediamo quella delle donne dobbiamo incentivare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro. La seconda cosa è la questione dei lavori usuranti: se un muratore ha l’artrosi cervicale è ben diverso da chi lavora a una scrivania. Questo dev’essere preso in considerazione. E poi dobbiamo affrontare la piaga del precariato: ci vuole un contratto di lavoro unico a tempo indeterminato con un salario orario minimo garantito e un reddito di disoccupazione.

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L'autore: Redazione

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