PD, confronto tv tra i candidati: tutte le domande e le risposte
Dopo la diretta video e il liveblogging, vi proponiamo tutte le domande e le risposte di Bersani, Franceschini e Marino al confronto televisivo moderato da Tiziana Ferrario del TG1 e Maurizio Mannoni del TG3.
LEGGI TUTTE LE DOMANDE E LE RISPOSTE
[ad]1a DOMANDA: che tipo di idea avete dell’assistenza sanitaria che si deve dare ai cittadini? La politica deve scegliere chi governa le ASL?
Marino: “1 milione di persone vanno dal Sud al Nord per farsi curare. A Bolzano il 90% delle persone in un pronto soccorso viene operato entro poche ore; in Campania dopo due giorni le persone non sono ancora operate. La politica deve uscire dal controllo della sanità pubblica. Bene il federalismo, ma la politica deve smettere di nominare i primari, che non devono essere amici di segretari di partito ma i più bravi. E poi c’è un piano epocale: la modernizzazione dei nostri ospedali, ne abbiamo 1000 di cui 600 costruiti prima del 1940. E’ più importante il ponte sullo Stretto o un buon pronto soccorso? Infine, Bassolino e Loiero, autori di fallimenti, non possono essere capilista a questa gara elettorale”
Bersani: “non ci possono essere differenti risposte tra poveri e ricchi. C’è un tema di responsabilità pubblica: l’assistenza dev’essere universalistica. Ci vogliono programmazione e risorse. In questo momento abbiamo un attacco al sistema, con un sottofinanziamento che non garantisce livelli di assistenza. E’ una battaglia prioritaria per il partito. Abbiamo eccellenze e abbiamo buchi neri. Dobbiamo imparare dalle eccellenze per risolvere i buchi neri. Che sono responsabilità di persone – e io sono per il rinnovamento nei governi regionali e locali, a partire dalle aree del Mezzogiorno -. Dico però che noi abbiamo bisogno di un sistema che riesca a prendere punto punto le esperienze eccellenti e indurre i sistemi che sono in ritardo ad utilizzare quelle esperienze. Non si trasferiscono soldi finché non ci si mette in regola con parametri adeguati. Ma ci vuole un quadro nazionale non ostile all’universalismo”.
Franceschini: “ci sono molte cose che consideriamo acquisite e che invece la destra sta silenziosamente mettendo in discussione. Una di queste è il SSN, l’assistenza gratuita. In realtà non è così. Quando Sacconi parla di ‘pilastro privato’ è il primo passaggio per smontare alcuni diritti che vanno difesi. Nel momento più drammatico della vita, l’incontro con la malattia, i cittadini devono essere tutti uguali. Ci vuole integrazione tra sistema pubblico e sistema privato, ma senza smontare il sistema pubblico. Sono d’accordo con Marino: la politica deve uscire dalla sanità. Quando uno arriva in ospedale deve sapere che il primario che lo cura è stato scelto per la competenza professionale. Bisogna romepre alla radice questa cosa. Non devono più essere gli assessori alla Sanità a nominare i direttori delle ASL. Noi dovremmo dare il buon esempio e iniziare a dire che nelle regioni governate da noi i criteri di scelta saranno sottratti alla nomina politica e fatti solo sul curriculum. Dobbiamo essere credibili”
2a DOMANDA: cos’è stata per voi questa sfida? C’è chi definisce queste primarie un momento inedito di democrazia e chi invece lo ritiene una lotta di potere interno. E diteci che cosa accadrà la sera del 25 ottobre: sarà segretario chi otterrà anche solo 1 voto in più?
Bersani: “siamo tutti e tre orgogliosi. Fare un partito significa realizzare un pezzo di Costituzione. Solo i partiti con un padrone non fanno i congressi. C’è qualche barocchismo che dovremmo semplificare; c’è un’esperienza bellissima, quella delle primarie, che andrebbero perfezionate perché sono un’esperienza preziosa. I cittadini decideranno, credo comprendendo che bisogna dare forza a una scelta, dando un’affermazione a uno di noi in prima battuta. Lo Statuto prevede un ballottaggio in assemblea se non si supera il 50%; poi c’è la politica. Sento la responsabilità di tenere in massimo conto quello che avranno deciso gli elettori, e del candidato che avranno portato più avanti”.
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[ad]Franceschini: “abbiamo dato una grande prova di maturità collettiva, scegliendo il segretario in modo trasparente e partecipato. Le primarie sono una prova di apertura: non abbiamo paura dei nostri elettori. Se sarò rieletto segretario non toglierò mai al popolo delle primarie il diritto di scegliere il leader. Il nostro statuto è un po’ barocco. Non so se mi conviene o non mi conviene e non mi interessa: io so che chi il 25 ottobre prenderà un solo voto in più degli altri dovrà diventare il segretario del Pd. E’ il modo migliore per riconoscere la sovranità dei nostri elettori. Chiunque vincerà avrà il sostegno leale degli altri. Marino il 5 ottobre ci aveva proposto di accettare il risultato delle primarie, qualunque esso sia. Spero che non abbia cambiato idea”
Marino: “io ho una visione diversa. Le regole non si cambiano in corsa. Vengo da una cultura, quella anglosassone, in cui le regole sono stabilite all’inizio e non si cambiano durante la partita. Verso il 20 luglio chiesi di allungare il periodo delle iscrizioni al Pd, perché si stavano iscrivendo molte persone. Mi hanno detto ‘le regole sono regole’, e io ho detto ‘giusto, non prolunghiamo il periodo per le iscrizioni’. Se poi si volevano cambiare le regole si poteva porre il problema domenica davanti al congresso degli iscritti e chiedere un voto. Mi sono reso conto che il secondo passo era ‘vabbe’, a questo punto, o votiamo Franceschini o Bersani e lasciamo da parte Marino’. Ho chiamato Michele Meta, che coordina il nostro lavoro, e gli ho chiesto di sentire le persone nei territori. E lui mi ha detto che tutti la pensano come me e come te: non possiamo essere marginalizzati, bisogna rispettare le regole. Vorrei dire a Dario: la mia non è una questione di cercare di essere l’ago della bilancia, la mia è la questione di qualcuno che corre per le idee, per dimostrare quanto sono importanti e quanta laicità c’è nel nostro partito e fare un confronto politico.
3a DOMANDA: “bocciatura della legge sull’omofobia e polemiche causate dalla Binetti. Secondo voi è opportuno definire dei temi su cui è giusto lasciare libertà di coscienza ai parlamentari?”
Franceschini: “non possono essere tutti d’accordo su tutto. Un grande partito vuol dire far convivere le diversità, rispettarle e fare la sintesi. Da segretario ho rotto il tabù che impediva il voto nel Pd, risolvendo problemi come l’appartenenza al Parlamento europeo. Dobbiamo dialogare, ascoltare e poi assumere una decisione con un voto, rispettando le posizioni diverse su alcuni temi. Non si può imporre la disciplina quando va contro la coscienza. Ma quello della Binetti non è un problema etico, siamo di fronte a una norma sacrosanta: cioè un’aggravante di pena per chi aggredisce persone solo perché hanno un diverso orientamento sessuale. La lotta contro le discriminazioni è un principio fondativo del Pd, non c’entra la libertà di coscienza. C’è un problema serio e bisogna parlarsi chiaro”.
Marino: “per far vivere insieme le diverse anime di un partito democratico ci vuole un metodo di lavoro laico. Ci si siede intorno a un tavolo, ciascuno porta il suo contributo e poi alla fine si prende una decisione. La decisione si prende, se non si riesce a trovare una linea unica, con un voto. Anche in commissioen SAnità di recente Dorina Bianchi ha votato assieme alla destra sulla pillola RU486, e non aveva certamente il sostegno della maggioranza del nostro gruppo. Noi dobbiamo definire l’identità del nostro partito ma con principi fondamentali. L’uguaglianza è un motivo identitario che dev’essere nel DNA del Pd. Se non ci credi non puoi stare nel Pd. E chi non si sente laico dentro il cuore a questo giro perché non li lasciamo a casa?”
Bersani: “1° punto, le anime. Non possiamo fare un partito tutti gli anni. L’obiettivo è dare un’identità al Pd, identità sociale, civica, liberale, laica. Bisogna consegnare il bambino nuovo alle nuove generazioni. Avremmo dovuto già attrezzarci con regole: non lo ordina il dottore di fare il parlamentare. Se sei lì non puoi ragionare solo per la tua coscienza, devi accettare una disciplina. Vale il vincolo di maggioranza salvo deroghe che vanno stabilite da un organo statutario. Non puoi invocare casi di coscienza su tutto. Ma è anche vero che questa struttura non ce l’abbiamo ancora ed è ora di darsela rapidamente”.
4° DOMANDA: “la Binetti deve uscire dal partito? E poi: le unioni civili devono essere uguali a quelle fondate sul matrimonio? Eutanasia, testamento biologico?”
Marino: “io sono per un partito che dica sì al sì e no al no. Ci vogliono posizioni chiare e nette. Sul testamento biologico ho una posizione chiara. Ognuno di noi deve poter indicare quali terapie vuole seguire e quali no. Siamo in ritardo rispetto all’Europa nel riconoscimento dei diritti civili: le unioni civili vanno regolamentate. Prenderei come modello quelle inglesi. Questi temi devono essere discussi guardando ad altri aspetti: io sono favorevole all’adozione per i single, se ci sono regole che tengono conto dell’interesse del bambino adottato. E sono aperto a ridiscutere la questione delle droghe e a depenalizzare le droghe leggere. Questi temi devono essere affrontati nel Pd e il Pd deve avere risposte chiare. Per quanto riguarda l’eutanasia io sono contrario come uomo, come medico e come politico. Il problema di Paola Binetti doveva essere risolto 2 anni fa quando votò contro alla fiducia al governo di Romano Prodi”.
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[ad]Franceschini: “sono favorevole alle unioni civili, i cosiddetti Dico. I diritit però devono avere confini: non sono favorevole all’adozione per omosessuali o single, perché ci sono tante coppie che aspettano l’adozione di un bambino e ci sono tanti bambini che aspettano l’adozione da parte di una di quelle coppie. Quei bambini hanno il diritto di avere un padre e una madre. Su questi temi bisogna costruire sintesi, non alzare un muro. Sul caso Englaro ho detto una cosa chiara: bisogna rispettare l’autonomia e la laicità. Quando si decide di lasciarsi morire, in quel momento la scelta va affidata alla singola persona rispettando la sua volontà e a chi le ha voluto bene. La politica deve fermarsi fuori dalla porta”.
Marino: “la sintesi si crea sulla laicità, non affermando che i temi non sono negoziabili”.
Franceschini: “sono d’accordo”.
Bersani: “uno Stato che non regola le unioni civili viene meno a un suo compito. Come muoio io non può deciderlo né Quagliariello né Gasparri. Non è possibile che il 50% degli italiani o del Parlamento decida come deve morire l’altro 50%. Ci vuole un punto di convergenza: la volontà espressa del protagonista, il medico, i mondi vitali a cominciare dalla famiglia. Questo è il luogo dell’assunzione di responsabilità. Non dimentichiamoci l’evoluzione dei diritti per la donna. Lo stupro era un delitto contro la morale. Facciamo evolvere questi diritti: da quando c’è la legge sull’aborto la pratica dell’aborto è diminuita. Se adesso arrivano tecniche meno invasive non si può speraer che il dolore impedisca di usarle. La Binetti è un tema vecchio, credo a delle regole e chi sgarra va fuori”.
5a DOMANDA: “la scuola sta a cuore sia ai genitori sia ai ragazzi. Secondo il “Times” le nostre università non entrano nelle prime 100 del mondo. Il ministro Gelmini ha pronta una riforma che deve rimettere al centro il merito. Gli insegnanti vanno valutati, i rettori devono avere una carica a scadenza. E’ la strada giusta?”
Bersani: “quando sento parlare di Gelmini vedo sempre Tremonti dietro. Queste proposte diventano sempre riduzione dell’offerta formativa e tagli micidiali con disoccupazione per gente che viene buttata per strada dopo anni che lavorava. C’è un continuo bricolage. In questo andazzo il sistema formativo italiano va al disastro. Dobbiamo dire: ‘fermatevi’. E discutiamo per un impegno parlamentare assistito dalle migliori competenze che abbiamo in questo Paese per una riforma fondativa del nostro sistema. Il sistema sanitario universale, nel ’78, fu fatto dal Parlamento assieme alle migliori esperienze nazionali. Diamo un sistema stabile ed efficiente, che garantisca la stessa qualità degli altri Paesi. Quando l’università non riesce a gestire la gestione corrente, le proposte della Gelmini sembrano una fuga in avanti”.
Marino: “la scuola e l’università per una persona come me sono centrali. Le responsabilità sono sicuramente del centrodestra: la Gelmini non dice la verità perché io ho introdotto il merito con una commissione che affidava i finanziamenti per la ricerca sulla base del merito. Arrivata la Gelmini ha smontato tutto, il massimo della discrezionalità. Non è quella la direzione in cui dobbiamo andare. Dobbiamo andare nella direzione del merito. Questo serve anche per il sistema universitario. Perché abbiamo lo 0,05% di prof universitari sotto i 35 anni e l’Inghilterra ha il 16%? Dobbiamo chiedere ai nostri professori di essere valutati, premiati sul merito. Ma se uno è diventato prof e non ha prodotto nulla scientificamente possiamo chiedergli di accomodarsi e facciamo entrare un ragazzo che accetta di essere valutato e vuole produrre intellettualmente e economicamente per il bene del nostro Paese? E infine, la cultura del merito fa ancora paura in Italia. Dobbiamo introdurla ovunque: tu conti sulle tue forze. Il merito è la porta alla libertà individuale”.
Franceschini: “la scuola è il settore su cui dobbiamo farci sentire di più. C’è la vergogna dei tagli all’università, del licenziamento dei docenti. C’è una distanza enorme tra gli annunci e gli atti di questo governo. E dobbiamo denunciare questo tradimento. Nel mondo globalizzato ogni Paese dovrà investire su quello che lo rende più competitivo. Noi non potremo competere se non sul capitale umano. Per farlo bisogna investire nel merito, accompagnandolo alla parola ‘uguaglianza’. Bisogna che il figlio dell’operaio e del notaio abbiano le stesse opportunità. Abbiamo solo il 9% dei laureati di prima generazione. Merito e uguaglianza vanno insieme”.
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[ad]6a DOMANDA: “è passata mezz’ora e ancora non avete pronunciato la parola Berlusconi. Sul lodo Alfano siamo arrivati a uno scontro istituzionale. Sulla giustizia si può tentare di dialogare con il premier?”
Franceschini: “c’è il Parlamento, dove le grandi forze democratiche si sono confrontate costruendo anceh riforme insieme, come il SSN. Qui non c’è spazio per un dialogo con chi calpesta le regole e attacca il Presidente della Repubblica e gli organi di garanzia. Noi dobbiamo fare opposizione. E non ci saranno né salotti né editorialisti che potranno convincermi che denunciare le inefficienze del governo sia antiberlusconismo. Se sarò rieletto io mi impegno per un’opposizione più intransigente e mi metterò di traverso di fronte a un tentativo di riportarci a una stagione di inciuci che è quella che 12 anni fa ci ha impedito di fare una legge sul conflitto d’interessi, gravissimo errore”.
Bersani: “questa legislatura è iniziata chiacchierando con Berlusconi e questo è stato un errore. Poi, nel profondo del Paese incombe un problema drammatico: abbiamo una deformazione del sistema democratico e c’è il mutismo dei grandi problemi sociali. Abbiamo il compito di fare opposizione fortemente e di lavorare per riuscire a costruire un’altra possiblità per gli elettori. Questo è un problema serio perché il più grande antiberlusconiano è quello che lo manda a casa. Il compito del nostro congresso è anche questo: segnare una novità, dire ‘non ci immaginiamo da soli’, ‘vogliamo crescere presentandoci come la forza dell’alternativa’, ci vuole una grande alleanza per battere Berlusconi. Nell’immediato significa limitare le picconate di Berlusconi. Sul tema della giustizia i cittadini hanno da dire che i processi civili sono lenti: non abbiamo il servizio giustizia. Di questo dobbiamo occuparci, non separazione delle carriere o altro. Agli italiani non ne viene in tasca niente.
Marino: “noi ci siamo visti quando c’è stata la decisione della Corte sul lodo Alfano, e questo non dev’essere motivo di chiedere le dimissioni di un premier. Ma forse un premier dovrebbe andarsene quando mostra disprezzo per il Presidente della Repubblica e la Consulta. Chi dice che il PdR doveva intervenire sulla Consulta si mette fuori dall’arco della democrazia. Sulla giustizia la questione è la lentezza dei processi e la certezza della pena: ci vogliono più risorse alla magistratura perché possa lavorare meglio. L’altro aspetto è che dobbiamo dire che la magistratura è indipendente, Berlusconi non può pensare di intervenire con strumenti non costituzionali. Per fare opposizione dobbiamo farla, e lo dico a Dario: dobbiamo essere presenti in aula sempre per fare opposizione, l’opposizione è una cosa seria. E sul conflitto d’interessi: vuoi vedere che è colpa mia che non s’è risolto il conflitto d’interessi? Sia Dario che Pier Luigi facevano parte della maggioranza tra il 1996 e il 2001 quando una legge sul conflitto andava fatta”.
Franceschini: “sai che non ero nemmeno parlamentare” [Franceschini era sottosegretario all Presidenza del Consiglio nel 1999-2001, ndr]
Marino: “abbiamo un grande debito pubblico, ma questo governo ha deciso di scrivere una finanziaria vuota invece di andare incontro a chi ha più difficoltà. Bisogna sostenere i più deboli, sostenere gli stipendi e le imprese. DIminuendo il carico fiscale. Questo si può fare solo trovando altri soldi, per esempio in due modi. Primo, tassando le rendite finanziarie: negli Usa vengono tassate, noi tassiamo il 46-47% di un professionista che guadagna 100 mila euro l’anno e solo il 12% di un ereditiere che guadagna 100 mila euro l’anno. Bisogna tassare i grandi patrimoni, come in Francia. Penso a un’economia delle energie rinnovabili, che creerà molti posti di lavoro. Perché dobbiamo restare fuori da questo business? E dobbiamo dire un no molto chiaro all’energia nucleare”.
Bersani: “se si dice che la crisi è psicologica non si fa una manovra anti-crisi. Perciò i guai sono peggiorati. Avremmo dovuto fare già l’anno scorso una manovra mettendo 9-10 miliardi per un sostegno ai redditi medio-bassi, per attivare i consumi; per le piccole imprese attraverso fondi di garanzia; per investimenti veri. Aspettiamo il Ponte sullo Stretto? Noi dobbiamo fare migliaia di piccole opere che i comuni possano fare. Compreso un grande piano sull’economia verde. Marino: se volevo fare il nucleare lo facevo da ministro dell’energia. Ho fatto le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni pro-ambiente. Convengo con te che questa politica potrebbe dare uno slancio enorme se fosse ben impiantata. La crisi è finita? Sta arrivando quella occupazionale, mentre forse la finanza inizierà a ripartire. Far finta che questo non esista è semplicemente un delitto, colpa di questo governo”.
Franceschini: “la colpa più grande del governo è non avere messo in campo misure per fronteggiare l’emergenza. La risposta è stata ‘aspettiamo la fine della crisi’ e poi cercare di oscurare tutto. Abbiamo il dovere di presentare delle proposte. Le priorità sono queste. La povertà assoluta, cui bisogna dare un contributo di solidarietà dai redditi più alti. E poi un aiuto ai precari che perdono il posto e non hanno ammortizzatori. Un assegno per i disoccupati. Servono interventi immediati. Poi ci vuole una politica di incentivi per l’economia verde: è anche per questo che dico a Marino di provare a dare un contributo con le sue idee anziché mettere da un piedistallo opinioni che gli altri non hanno. Non è possibile che tu cerchi di attribuire ai tuoi competitori delle idee che non sono le loro”.
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[ad]7a DOMANDA: non ci sono grandi diferenze di programma tra di voi. Cercate allora di dare una motivazione forte a chi andrà a votare alle primarie. Quale sarà la svolta vera?
Bersani: non possiamo andare avanti in questo modo o urlando un po’ di più. Ci vogliono dei cambiamenti. Propongo cambiamenti sulla struttura del partito, sul messaggio fondamentale da dare alla società con un partito popolare, e una politica che sia un’indicazione verso un’alternativa di governo. Bisogna muovere le forze di opposizione per creare un’alternativa a Berlusconi. Che segretario sarò? Non sono per il partito di un uomo solo, penso a un partito come una comunità di protagonisti. C’è bisogno di organizzarci come comunità pensante e di mettere il baricentro sul territorio. E c’è un problema di rinnovamento, ma non per simboli: cercando invece di mettere in campo una generazione che c’è già. Voglio dire una cosa a Chiamparino: i problemi ci sono, ma io ragiono in un altro modo. Bisogna dare una mano. E’ ora di dare una mano, perché questo partito è l’unica speranza di questo paese e bisogna lavorarci tutti in unità e amicizia.
Franceschini: “sono stato chiamato solo 6 mesi fa a fare il segretario. Ho dimostrato amore al partito in un momento di difficoltà. Ho cercato in questi mesi di coinvolgere il più possibile, di far decidere votando, ho cercato di rinnovare i gruppi dirigenti, ho sciolto il governo-ombra, ho fatto una segreteria di 5 persone perché abbiamo una forza enorme sul territorio. Noi dobbiamo riconoscere di aver fatto degli errori. Non possiamo rimettere in discussione il progetto: dobbiamo andare avanti. I cambiamenti richiedono sacrifici. Non possiamo non applicare il merito all’interno del partito. Vedo volontari straordinari e mi chiedo ‘perché non siete voi i dirigenti del partito?’. Se rifarò il segretario una parte della mia futura squadra sarà fatta in base al merito e alle competenze. I cambiamenti sono sempre dolorosi, bisogna guardare avanti ma non contro qualcuno. Per questo non avrei mai accettato Bassolino come capolista.
Marino: “quello che dice Dario è giusto, ma perché i giovani non sono nella classe dirigente? Perché il partito è vittima delle correnti, che io vorrei vedere sciolte. E le correnti non vogliono il rinnovamento. I giovani nei congressi di circolo si sono confrontati con dirigenti che erano già deputati prima che nascessero, come Fassino. Queste persone devono essere facilitate nell’avere un ruolo di leadership. Credo anche però che dobbiamo avere un partito in cui abbiamo le primarie sempre. Deve esserci la possiblità per la gente di scegliere le persone che si vogliono candidare alle elezioni”.
Franceschini: “comincia a non metere in discussione il risultato del 25 ottobre”.
Marino: “è facile come fa Dario parlare di laicità. Ma guarda, all’interno del partito ci sono molti tra i tuoi sostenitori che voterebbero esattamente come vota Paola Binetti. Fioroni, Baio, Bianchi, Bosone… voterebbero nello stesso modo, è facile riempirsi la bocca della parola laicità
Franceschini: “quindi il modello di partito è mandare fuori dal partito tutti quelli che non la pensano come te. Bel partito dmeocratico!”
Marino: “no, votare a maggioranza e sentirsi tutti vincolati a sostenere la decisione presa a maggioranza”
8a DOMANDA: il governatore Draghi ha chiesto di alzare l’età pensionabile. Cosa pensate?
Franceschini: ci vuole una scelta politica non guardando al risultato che produce il giorno dopo ma al risultato per le future generazioni. Non c’è più la capacità di guardar lontano. Bisogna saper ricostruire un patto generazionale. E’ giusto e possibile chiedere ai genitori di lavorare qualche anno di più se questo serve per dare un futuro previdenziale ai propri figli. Per chiedere questo bisogna che i genitori sappiano che il loro sacrificio è per i loro figli e non va a finanziare l’inefficienza e gli sprechi dello Stato. Bisogna ridiscutere il tema dell’età pensionabile.
Marino: già 10 giorni fa dissi che secondo me bisogna rivedere l’età pensionabile. Lo penso perché la vita media dell’uomo non è cambiata fino al 1910; improvvisamente, con il frutto della scienza, l’aspettativa di vita si è alzata molto. Per questo non possiamo applicare gli stessi parametri del secolo scorso. Dobbiamo rivedere l’età con oculatezza: se rivediamo quella delle donne dobbiamo incentivare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro. La seconda cosa è la questione dei lavori usuranti: se un muratore ha l’artrosi cervicale è ben diverso da chi lavora a una scrivania. Questo dev’essere preso in considerazione. E poi dobbiamo affrontare la piaga del precariato: ci vuole un contratto di lavoro unico a tempo indeterminato con un salario orario minimo garantito e un reddito di disoccupazione.
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[ad]Bersani: non vorrei che ci fossero tentazioni ritorsive verso persone che andavano bene quando sostenevano un segretario e ora non vanno più bene. In Campania ho detto che ci vuole rinnovamento e lo ha detto anche Bassolino. Le norme fatte dal governo affrontano il nodo dell’età pensionabile. Il problema non è discutere dell’allungamento dell’età pensionsabile, ma chiedersi se i pilastri organizzati fin qui reggono ancora. Bisogna riflettere sull’impianto, che va aggiustato.
9a DOMANDA: quali sono i vostri intendimenti sulle alleanze?
Marino: “la prima cosa da fare è definire l’identità del PD. Questa è un’occasione straordinaria e il lavoro che stiamo facendo è bellissimo. Definire l’identità vuol dire prima dire chi siamo e poi con chi stiamo. LA mia visione è che dobbiamo attrarre verso di noi le forze di sinistra che si sono allontanate, dobbiamo parlare alle coscienze delle persone riportando a casa innanzitutto i 4 milioni di elettori che si sono allontanati. Portiamo a casa le forze socialiste, ambientaliste, radicali. E poi preoccupiamoci delle alleanze, che vanno discusse. Dal mio punto di vista l’IDV è un alleato naturale: per esempio io penso che non debbano essere eleggibili i condannati definitivi. Abbiamo 60 milioni italiani, dobbiamo prendere 900 parlamentari: perché ci devono essere dei condannati? Anche se alcune volte i toni sono esagerati. Per quanto riguarda l’UDC come facciamo a allearci con chi non si riconosce nell’uguaglianza e vota contro la legge sull’omofobia? I valori sono vincolanti: non la penso come Enrico Letta. Dobbiamo definire la nostra identità, attraiamo elettori verso di noi e poi si vedrà se avremo bisogno o meno dell’UDC.
Franceschini: dobbiamo difendere l’unica conquista condivisa coi nostri avversari, cioè il bipolarismo e l’alternanza di governo. Si può tornare indietro da questo con un sistema come il modello elettorale tedesco, con le alleanze decise dopo le elezioni aiutando la nascita di un centro con cui poi allearsi. Ignorando che magari quel centro si allea con la destra e restiamo all’opposizione per 30 anni.
Vocazione maggioritaria significa tendere ad allargare la propria area. Per vincere però dobbiamo fare alleanze attorno a un programma, non fregare un’altra volta gli italiani. Gli italiani si ricordano bene alleanze che non potevano governare. Ma se il progetto è mettere dentro tutti quelli che ci stanno io dico no grazie, abbiamo già dato.
Bersani: dobbiamo fare 3 cose. Primo, rafforzarci noi come partito, rivolgendoci a tutto l’arco del centrosinistra e a elettori delusi da Berlusconi. Secondo, riaprire il cantiere dell’Ulivo: ci sono nel paese formazioni civiche, formazioni ambientaliste, formazioni di sinistra. Dobbiamo dialogare con loro. E poi dobbiamo aprirci a un progetto di alleanza con le forze che sono in Parlamento: UDC e IDV. Vedendo i problemi che ci sono, ma dobbiamo iniziare un percorso per superare i problemi che ci sono. Abbiamo un problema democratico e sociale in questo Paese. Dobbiamo preservare il bipolarismo, ma non possiamo accettare una legge elettorale in cui i parlamentari si nominano. Siamo in un Paese in cui possiamo scegliere il segretario del PD ma non il proprio parlamentare. Ci vuole un meccanismo che garantisca la stabilità. Se partiamo da temi democratici e sociali possiamo creare una piattaforma su cui discutere. Abbiamo avuto anche ampie convergenze su questo, ricordandoci che di là c’è Berlusconi. Dobbiamo fermare la deriva populista battendola.
10a DOMANDA: diritti e doveri degli immigrati
Bersani: gli immigrati ci danno il 10% della ricchezza e ci costano il 3% in assistenza. Sono una risorsa per tutto il Paese; portano anche problemi e scaricano questi problemi sui ceti popolari. Il carico di questo inevitabile disordine dev’essere meglio distribuito anche verso altri ceti sociali. Secondo, dobbiamo essere quelli dell’integrazione. Dobbiamo consentire il pluralismo ma con qualche limite: non sarei d’accordo che si girasse col burka, perché la mia integrazione è guardarsi negli occhi. Ci vuole qualche riferimento per un fenomeno che va dominato. Senza immigrazione questo paese non può avere un futuro.
Marino: su questo tema il PD deve parlare con una voce sola. Franceschini 10 maggio: i respingimenti sono disgustosi. Franceschini 20 maggio: vanno fatti. Fassino: sono previsti dalla legge. D’Alema: vanno fatti. Bindi: sono cattivi e inefficaci.
Al centro dobbiamo tenere l’idea che i clandestini sono persone spinte dalla disperazione. Ho fatto l’emigrato per 18 anni, i primi anni avevo un permesso annuale, mi prendevano le impronte digitali. Ma non ho mai dovuto prendermi un sacco a pelo per dormire fuori dalla questura per il rinnovo. Al centro ci va la dignità delle persone. E poi occorrono regole chiare: io dico che solo il 12% degli immigrati arrivano via mare, l’atlro 90% arriva via terra. Diamo più risorse alla nostra polizia di frontiera e diamo i permessi di soggiorno temporanei per la ricerca del lavoro, diamo il diritto di cittadinanza a un bambino che nasce sul suolo italiano. Chi nasce in Italia dev’essere italiano.
E poi secondo me chi paga le tasse deve avere il voto amministrativo.
Ultimo aspetto: la sicurezza non si risolve con le ronde, ma dando più risorse alle forze di polizia.
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[ad]Franceschini: sull’immigrazione abbiamo fatto degli errori. Primo, non abbiamo capito che una parte dei nostri elettori chiedeva che avvenisse nel rispetto della sicurezza. Non abbiamo messo la determinazione che serviva nel contrastare quanto di criminale c’è nell’immigrazione. Bisogna essere fermi su questo. Abbiamo fatto un altro errore: non spiegare che l’immigrazione è il fenomeno di questo secolo, che è un modo di arricchire le nostre società. Dovremmo imparare ad accettare le diversità. Dal porto di Genova sono partiti milioni di italiani per l’America, e lì ho incontrato i nuovi italiani: bellissima gente, che si sente italiana e vuole contribuire alla crescita di questo Paese. Fermezza contro la criminalità ma farci sentire quando la destra calpesta i diritti dell’uomo.
Rispondo a Ignazio: i respingimenti vanno fatti rispettando la legge e il diritto internazionale, e questo è quello che ha fatto il centrosinistra quando ha governato. Un’altra cosa è l’orrore dei respingimenti fatti dalla destra, perché chi è in mare va salvato comunque.
11a DOMANDA: siete preoccupati per la libertà d’informazione?
Franceschini: la libertà d’informazione è un problema serio. Se siamo all’80° posto nella graduatoria per libertà d’informazione la ragione è che abbiamo metà del sistema tv posseduta dal capo del governo e l’altra metà costantemente intimidita. Dobbiamo farci sentire senza paura. Voglio che la mia generazione sia in grado di poter dire che le libertà ricevute dai nostri genitori le abbiamo restituite intatte ai nostri figli. E serve coraggio. Se mi chiede della RAI, anche qui ci sono responsabilità anche nel nostro campo. Bisogna rompere all’origine: le nomine non vanno fatte dai partiti, ma ci vuole un solo amministratore delegato non scelto dal Parlamento.
Bersani: la situazione è preoccupante, si usa l’informazione come corpo contundente. Su 11 testate della RAI la maggioranza ha nominato 10 direttori di riferimento. Siamo arrivati a un punto limite: sono d’accordo con l’uscire dal sistema delle nomine. Però con le nuove tecnologie il sistema informativo si è organizzato in mille modi, anche difficili da nominare. Servono norme contro le posizioni dominanti, perché la libertà del cittadino coincide col pluralismo delle imprese. La dico così: come si è fatto per l’elettricità o le assicurazioni bisogna anche in quel sistema fare norme liberali che tutelino il diritto del cittadino ad avere un’informazione plurale. Il problema è di sistema.
Marino: la libertà d’informazione è a rischio, abbiamo un premier che possiede giornali, televisioni, case editrici, minaccia testate. Il problema è grande. C’è il conflitto d’interessi – rimango della mia idea: ma insomma, sia Dario che Pier Luigi avevano un ruolo importante e si poteva fare una legge sul conflitto d’interesse. Dobbiamo anceh guardare un po’ più in là, e fare in modo che quando saremo nel 2012 con il digitale possiamo proteggere Internet e la banda larga, dando Internet gratuito su tutto il territorio nazionale. Dobbiamo proteggere la libertà della rete per non trovarci tra 10 anni con lo stesso conflitto d’interesse e un grosso gruppo che controlla l’informazione in rete. O omologando i blog all’informazione sulla carta stampata, limitando la possiblità di scambio attraverso la rete. Infine, occorre un modello tipo Fondazione per la RAI, con un amministratore delegato unico e una linea editoriale libera, che non dipenda dal politico di turno.
Franceschini: informazione di servizio. Io sono diventato parlamentare nel 2001 e ho fatto il sottosegretario dal gennaio 2000. La legislatura è quella dal 1996 al 2000. Ma siccome ti candidi a fare il segretario del partito, devi cominciare a usare il “noi”. Noi abbiamo una grave responsabilità per non aver fatto la legge sul conflitto d’interessi. Va bene?
Marino: ho sempre sostenuto che la responsabilità è del centrosinistra, quindi di noi.
12a DOMANDA: farete altri confronti prima del 25? E dove?
Marino: l’ho chiesto per primo e sono contento che oggi siamo riusciti a fare un confronto, perché è utile per tutti. Farei molto volentieri un altro duello in RAI.
Franceschini: è vero, Ignazio l’ha chiesto dall’inizio, fino all’11 ottobre non aveva senso ma dopo l’11 ero disponibile. Confermo la mia totale disponibilità.
Bersani: vediamo se dopo questo ne servono altri o ne hanno abbastanza. Non ho nessuna difficoltà, l’unica cosa è che noi dobbiamo dare l’idea di una competizione non divisiva. Questo è il nostro problema, e non possiamo diventare oggetto di chi dovesse far spettacolo con noi perché un partito è una cosa seria.
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[ad]APPELLI FINALI
Bersani: venite in tanti a votare, scegliendo chi volete fra noi. Abbiamo bisogno del vostro aiuto, che rafforziate il nostro progetto. Venite, cambiateci per le cose per cui non andiamo bene. Non perdiamo la fiducia in questo Paese. Non perdiamo la fiducia di poter portare un po’ dal cielo alla terra i valori in cui crediamo. Non perdiamo la certezza che se ci mettiamo dalla parte dei più deboli, di chi lavora e di chi produce possiamo fare una società migliore per tutti. Questo è il nostro mestiere, dateci una mano a farlo.
Franceschini: questi mesi hanno dimostrato che il percorso verso le primarie ci ha fatto bene. Abbiamo dimostrato di essere un partito che ha coraggio. Questa è la cosa più importante: far votare la gente alle primarie. So che c’è delusione e che le persone non sono troppo convinte, ma devono capire che il 25 ottobre è importante per il futuro del progetto politico PD ma è importante per il Paese. Più gente voterà più forza avrà chi di noi verrà eletto. Per guidare questo partito serve forza politica. E ci darà più forza per il nostro lavoro nel futuro. Se il 25 ottobre voterà moltissima gente il 26 sarà un giorno di festa per il PD e per tutta l’opposizione. Se verrà poca gente festeggerà Berlusconi.
Marino: questi 100 giorni sono stati straordinari, è stata un’esperienza di democrazia partecipata unica in Europa. Questo ha arricchito molto me e tantissimi altri. Ho sempre pensato che le cose che non funzionano si possano cmabiare, che bisogna dire dei sì e dei no molto chiari. Adesso penso che possiamo costruire, col voto di tanti italiani, un partito unito, laico, che vince e allontana una destra sciatta e illusionista dal governo. Il 25 andiamo in milioni a votare e dimostriamo che si può vivere il PD e cambiare l’Italia. Stupiamo l’Italia.