[ad]Una notizia buona per Pierluigi Bersani, un’altra buona per Renzi. Il ballottaggio secondo le stime di Ipsos è lo scenario più probabile per le primarie, che si celebreranno domenica prossima. A meno di una settimana dal voto il segretario dei democrat conduce con un vantaggio netto: 10 punti percentuali. Attualmente si trova al 42%, contro il 32% di Matteo Renzi che deve tener conto di un consenso radicato nei segmenti più giovani della società a scapito di quelli più anziani, categoria che vede nettamente in testa il suo competitor. E categoria che fa la differenza.
Nella presentazione odierna del rilevamento Nando Pagnoncelli ha anche ricordato che attualmente circa il 10% degli elettori è indeciso se andare a votare. Renzi spera di poter usare questo bacino per colmare il gap col segretario o ridurlo in maniera significativa. Destinato a uscire di scena, invece, il segretario di Sel Nichi Vendola. Partito in ritardo e dopo aver condotto per larghi tratti una campagna elettorale che ha fatto da sponda a Bersani nel contrastare il “liberismo” del sindaco-rottamatore naviga su un consenso del 12%. Troppo poco per arrivare al ballotaggio e molto al di sotto delle attese dei suoi sostenitori.
Il restante 4% viene spartito fra Bruno Tabacci e Laura Puppato, che non hanno potuto riscontare – è facile dedurre – il ben che minimo beneficio dal confronto televisivo di Skytg24 di lunedì scorso.
Al di là del tasso di consenso dei singoli candidati, significativa la dinamica elettorale dei partiti del centrosinistra. Il Partito Democratico è salito ulteriormente al 32%, ad un passo dal massimo storico del 33% di Veltroni della vocazione maggioritaria. Sel è al 6,4%. Se non è più il partito, almeno si può parlare di una tendenza ad essere maggioritaria da parte della mini-coalizione Pd-Sel.